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Il matematico Alexander Grothendieck è morto ieri mattina all’ospedale di Saint-Girons (Ariège). Aveva 86 anni.

Alexander Grothendieck, probabilmente una delle menti più brillanti del XX secolo, nasce il 20 marzo del 1928 a Berlino (all’epoca in Prussia) anche se viene allevato e vive principalmente in Francia. Genio precoce e talento grandissimo, è una figura centrale nella geometria algebrica moderna (e, curiosità, ha riscoperto da solo la misura di Lebesgue).

Durante la maggior parte della sua vita lavorativa non si è attribuito alcuna nazionalità. Di radicate convinzioni politiche, l’attività di G. si interrompe quasi completamente nel 1970 e nel 1988 si ritira del tutto ufficialmente. Radicale e pacifista, si oppone alla guerra del Vietnam e all’espansionismo militare dell’Unione Sovietica. Per protestare contro la guerra, tiene un seminario sulla teoria delle categorie nelle foreste intorno ad Hanoi mentre la città viene bombardata.
Nel 1966, gli viene attribuita la Medaglia Fields, ma non ritira il premio per protesta contro la politica di riarmo sovietica. Nel 1970 scopre che i finanziamenti all’Institut des Hautes Études Scientifiques, in cui lavorava, sono in parte militari e abbandona la scena della matematica.
Dopo pochi anni dal suo ritiro ufficiale (1988) va a vivere sui Pirenei, in completo isolamento rispetto alla società.

Negli anni ’80 produce numerosi influenti manoscritti a carattere matematico e biografico con limitata distribuzione, anche se non pubblica ricerche matematiche in modo convenzionale.
La Longue Marche à travers la théorie de Galois – 1600 pagine
Pursuing Stacks – 600 pagine
Les Dérivateurs (1991) – 2000 pagine
Esquisse d’un Programme (1984) scritto per essere assunto al Centre National de la Recherche Scientifique, dove resterà fino al 1988, anno in cui, tra l’altro, vince il Premio Crafoord (e lo rifiuta).

Il periodo all’Institut des Hautes Études Scientifiques (dal 1958) è per lui quello matematicamente più florido. G. non aveva mai pubblicato niente nel settore degli spazi modulari di curve complesse, ma questo lavoro finisce per ispirare i matematici dell’area, come quelli esperti in Teoria dei Dessins d’Enfants e quelli dell’emergente campo della geometria anabeliana.
Altre opere significative:
Récoltes et semailles (1986) – 1000 pagine autobiografiche
La Clef des Songes – in cui riflette sulla fonte dei sogni che lo hanno portato a credere che dio esiste.  Le sue preoccupazioni spirituali sono evidenti nella lettera Lettre de la Bonne Nouvelle, inviata a 250 amici nel gennaio 1990, in cui descrive il suo incontro con una “deità” e annuncia una “new Age” che inizierà il 14 ottobre 1996.

Otre 20 mila pagine di scritti matematici, e altri scritti, rimangono non pubblicati all’Università di Montpellier. Nel 1991, G. fa perdere le sue tracce, diretto verso un indirizzo sconosciuto. Successivamente, dichiara di vivere nel sud della Francia (o in Andorra) come un recluso.

A gennaio 2010, in una lettera inviata a Luc Illusie, “Déclaration d’intention de non-publication”, dichiara di voler ritirare tutto il suo materiale pubblicato in sua assenza. Cambia idea nel corso del 2010.

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