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Nella corsa, è fondamentale lo scatto e la rapidità nei primi 50 metri e un rallentamento meno brusco in una gara di 400 metri. A rivelarlo è un nuovo modello matematico elaborato studiando i parametri fisici e psicologici dei campioni Matthew Hudson-Smith (400 m), Femke Bol (400 m), Jakob Ingebrigtsen (1500 m) e Gaia Sabbatini (1500 m).
Lo studio della Carnegie School of Sport at Leeds Beckett University, del CNRS francese, della Sorbonne Université e Université Paris Cité è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Sports and Active Living.
Il modello, estremamente preciso, fornisce suggerimenti per ottimizzare la prestazione, a partire da un problema di controllo ottimale del tempo di finitura, dello sforzo e del dispendio energetico. In più, è la prima volta che in un modello di questo genere viene preso in considerazione anche il “controllo motorio”, ossia il ruolo del cervello nel processo di produzione del movimento. I parametri fisiologici considerati sono stati, tra gli altri, il consumo di ossigeno (in volumi) e il dispendio energetico durante la gara, dei quali sono state valutate le variazioni. La quantificazione dei costi e dei benefici ha permesso poi di arrivare alla strategia migliore per ottenere una performance ottimale da parte del corridore.
I risultati hanno mostrato l’importanza di una partenza veloce nei primi 50 metri, e della riduzione della diminuzione della velocità in una gara di 400 metri. Gli scienziati hanno anche dimostrato che sono cruciali il miglioramento del metabolismo aerobico (assorbimento dell’ossigeno) e la capacità di mantenere stabile il consumo dell’ossigeno, soprattutto nelle corse sui 1500 metri.
I dettagli del modello sono contenuti nel libro “Be a champion, 40 facts you didn’t know about sports and science”, Springer, di Amandine Aftalion che uscirà il 14 maggio 2024.

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