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Come gestire al meglio la didattica scolastica, nell’attuale situazione di pandemia? A rispondere a questa domanda potrebbe essere uno studio di Alberto Gandolfi della New York University di Abu Dhabi. Lo studioso ha sviluppato un modello matematico allo scopo di capire il numero di giorni per cui gli studenti possono frequentare la scuola in modo da avere la migliore esperienza di apprendimento possibile mitigando contemporaneamente l’infezione da COVID-19.

Come si legge sulla rivista Physica D: Nonlinear Phenomena, lo studio mostra che la migliore soluzione sarebbero i modelli misti, con alternanze quasi periodiche di giorni o settimane di insegnamento in classe e a distanza. In un esempio prototipico, la strategia ottimale risulterebbe nell’apertura della scuola 90 giorni su 200, che comporterebbe un numero di casi di positività tra gli individui (legati alla scuola) che aumenta di circa il 66 per cento, invece dell’aumento di quasi il 250 per cento, previsto in caso di riapertura completa delle scuole.

Lo studio comprende cinque diversi gruppi, che includono: studenti suscettibili alle infezioni, studenti esposti a infezioni, studenti che mostrano sintomi, studenti asintomatici e studenti guariti. Inoltre, lo studio di Gandolfi modella altri fattori, tra cui una giornata scolastica di sette ore come finestra per la trasmissione e il rischio che gli studenti vengano infettati al di fuori della scuola.

“La ricerca – spiega Gandolfi – arriva quando oltre un miliardo di studenti in tutto il mondo stanno utilizzando modelli di apprendimento in remoto per affrontare la pandemia globale e gli educatori hanno bisogno di piani per il 2020/2021. Considerando che i ragazzi entrano in stretto contatto all’interno delle classi e che il periodo di incubazione dura diversi giorni, lo studio mostra che la riapertura completa delle aule non è una possibilità praticabile nella maggior parte delle aree”.

L’approccio dello studio mira a fornire una soluzione praticabile per le scuole che stanno pianificando attività nell’anno accademico 2020-2021. “Ogni scuola può adattare la nostra ricerca alla sua situazione attuale, in termini di diffusione locale di COVID-19 e importanza relativa assegnata al contenimento COVID-19 rispetto all’insegnamento in classe e può quindi calcolare una strategia di apertura ottimale” aggiunge Gandolfi “poiché nella maggior parte dei casi si tratta di soluzioni miste, potrebbero essere considerati anche altri aspetti della vita socioeconomica locale. In questo modo, i bambini potranno beneficiare il più possibile dell’esperienza diretta in classe, garantendo nel contempo che la diffusione dell’infezione sia tenuta sotto controllo”.

Utilizzando la prevalenza di casi COVID-19 attivi in ​​una regione, lo studio fornisce una prima indicazione, per ogni paese, delle possibilità di riapertura delle scuole. Le scuole possono riaprire completamente in alcuni Paesi, mentre nella maggior parte degli altri si possono tentare soluzioni miste, con rigoroso distanziamento fisico, e frequenti, generalizzati (anche se non necessariamente estremamente affidabili) test sul COVID.

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