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Le interazioni tra persone stanno avvenendo soprattutto in rete. La matematica fornisce modelli per descriverle, così da comprendere le conseguenze su comportamenti e opinioni. Ce ne parla Marco Menale

La rete sta cambiando il modo di relazionarci e interagire con le persone. O, forse, l’ha già fatto, e ne stiamo solo vedendo le conseguenze. Ad oggi la maggior parte delle interazioni avvengono sui social. Basti pensare con quante persone parliamo in rete, e con quante nella vita reale. Poiché interagire significa anche confrontarsi, scambiare idee, i social sono diventati il principale canale di scambio delle idee con altre persone, o, meglio, con altri utenti. Poiché in questi scambi prendono forma in modo più o meno diretto le nostre opinioni, i social stanno diventando la lente per guardare e interpretare il mondo. I modelli matematici stanno provando a descrivere questa nuova era delle interazioni sociali e della dinamica delle opinioni.

Da un po’ di tempo la comunità matematica si occupa delle dinamica delle opinioni. In particolare, studia il modo in cui evolvono e si ramificano le idee delle persone intorno a un certo tema a seguito della reciproca interazione. Ad esempio, ci sono i modelli cinetici per la dinamica della opinioni. Questi forniscono una descrizione statistica del fenomeno. Si divide la popolazione in sottogruppi in base a qualche parametro; ad esempio, ricchezza e livello d’istruzione. Per ciascun gruppo si considera quale sia l’opinione intorno a un certo tema. Lo scambio di opinione, a seguito delle interazioni tra gli individui, segue uno schema probabilistico. Quest’ultimo determina una distribuzione finale delle opinioni, a partire da una certa data configurazione iniziale.

Una descrizione realista della dinamica delle opinioni non può ignorare l’interazione tra gli individui attraverso la rete, e, quindi, i social. E questo per due motivi. Da un lato, ogni individuo in rete può raggiungere un quantitativo di contenuti inarrivabile se paragonato alle interazioni analogiche. Basti solo pensare al numero di post e commenti che leggiamo scorrendo uno dei social sul nostro smartphone. Dall’altro, c’è la velocità con cui viaggiano le notizie e, più in generale, i contenuti sulla rete; ad esempio, tramite la condivisione da parte degli utenti.

Questa velocità determina e innesca fenomeni come polarizzazione e camere d’eco. Per polarizzazione si intende la tendenza per cui, dopo un primo periodo, le opinioni tendono a concentrarsi su posizioni più estreme. Mentre, le camere d’eco sono (e non solo) le bolle social dove finiamo, per cui non vediamo che contenuti a conferma e sostegno del nostro punto di vista. Qui intervengono anche dei bias, come il bias della conferma. A questi fenomeni favoriscono anche gli influencers, i persuasori della rete, capaci di orientare in un modo o nell’altro l’opinione intorno a una questione.

Polarizzazione e camere d’eco trasformano le discussioni sui social, quasi esclusivamente, in occasioni di scontro tra gli utenti. Non c’è più scambio di idee, pur restando ciascuno sui propri valori. L’abbiamo visto in questi ultimi anni con i grandi temi d’attualità. Dopo una prima fase con una condivisa opinione positiva, abbiamo assistito a un rafforzamento della frazione di popolazione con opinione negativa. E questo fino alle estreme conseguenze della Legge di Godwin, per cui al prolungarsi di una discussione su internet ci sarà qualcuno che darà del nazista a qualche altro.

Le interazioni attraverso la rete sono un fenomeno piuttosto recente rispetto alla storia dell’umanità. Per questo resto ancora molto da fare. C’è la questione delle fake news. E, poi, il grande tema dell’Intelligenza Artificiale che sembra poter ulteriormente incidere sulle nostre interazioni sociali e le nostre opinioni.  Comunque, la matematica ha già dato alcune risposte con i suoi modelli. Alcuni indagano i fenomeni di polarizzazione sui social e altri l’impatto dei persuasori. Altri ancora descrivono le conseguenze delle opinioni sui comportamenti delle persone nel corso di una epidemia, guardando a quanto successo con il covid.

Marco Menale

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