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Sono gli anni delle discussioni sui social. Al passare del tempo la discussione diventa scontro tra fazioni; il dialogo sembra impossibile tra polarizzazione delle opinioni e Legge di Godwin. Ce ne parla Marco Menale.

Questi anni Venti del nuovo millennio sono caratterizzati dal dibattito sui social intorno a eventi globali. E di scontri tra fazioni. Prima la pandemia di COVID-19, con la campagna vaccinale di fine 2020. Poi si è passati alla guerra, anzi le guerre. L’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022 e il nuovo conflitto tra israeliani e palestinesi, dopo l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Oramai, stiamo imparando a conoscere la dinamica della discussione sui social. In una prima fase, l’impatto emotivo dell’evento sembra portare quasi tutti dalla stessa parte, con spirito di collettività. Diciamo che regna un sentimento positivo. Ma, dopo, comincia la spostamento delle opinioni verso incertezza e dubbi, in un reciproco influenzare e influenzarsi, fino a forme di complottismo. Il sentimento diventa negativo. E arriva la Legge di Godwin per cui:

Al prolungarsi di una discussione su internet, tende a \(1\) la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler.

Mike Godwin è un avvocato e autore americano. Ha formulato questa legge agli inizi degli anni Novanta per descrivere le discussioni su Usunet, un forum di scambio tra utenti. Sebbene possa sembrare un teorema matematico, la legge di Godwin, a detta dello stesso autore, è il risultato di un esperimento di memetica, ossia per capire evoluzione e diffusione dei meme. Rispetto agli eventi degli ultimi anni, possiamo inserire questa legge nella seconda fase del processo descritto sopra, ossia quando aumentano le persone con sentimento negativo. Causa anche i contenuti diffusi sui social, si ha una polarizzazione delle opinioni, il dibattito diventa scontro e qualcuno accusa qualche altro di nazismo.

Cosa dice la matematica sulla legge di Godwin? Allora, la matematica si è occupata e continua a occuparsi di dinamica delle opinioni, ancor più in questo periodo con i tanti dati che arrivano dai social. Tra i vari, c’è l’articolo del 2021 “Opinion polarization in social networks”, di Nadia Loy, Matteo Raviola e Andrea Tosin. Gli autori descrivono il meccanismo di “scambio di polarizzazione” (in inglese, polarization switch), ossia come l’opinione media in una popolazione cambi di segno, o ,per dirla con gli aggettivi usati prima, passi da positiva a negativa, o viceversa.

Gli autori modellano la dinamica delle opinioni di persone che interagiscono tramite social network. In particolare, utilizzando gli strumenti della teoria cinetica, caratterizzano la popolazione in base all’opinione con i valori \(\pm 1\) (positiva e negativa, come prima) e il numero di followers. Le interazioni binarie tra gli individui sono stocastiche. Dimostrano che sotto opportune condizioni l’opinione media cambia di segno: c’è uno scambio di polarizzazione. Ed è quello che stiamo osservando in questi anni rispetto ai vari temi.

Prendiamo il caso della pandemia. Nel lockdown della primavera 2020 c’era coesione tra le persone, con gli inviti a restare a casa e i post per medici e infermieri rappresentati come eroi. L’opinione media era positiva. Poi, le cose sono cambiate. Hanno contribuito anche i contenuti social ad alimentare dubbi e incertezze, facendo leva sulle fragilità delle persone. Aumentava il sentimento negativo, al punto che negativa è diventata l’opinione media: lo scambio di polarizzazione del modello precedente. Infatti, con le nuove chiusure dell’autunno 2020 diventava impossibile parlare di pandemia senza finire in uno scontro tra fazioni. Ed è stata questa la fase della legge di Godwin, con qualcuno a dare del nazista a qualche altro. Come le misure di contenimento dei contagi, tra cui le chiusure, definite sui social “da governo nazista”.

In definitiva, si può inserire la legge di Godwin in un modello matematico, come il precedente con scambio della polarizzazione. Aggiunge qualche pezzo in più alla descrizione della dinamica delle opinioni. E ci avvisa dei rischi del dibattito sui social. Tuttavia, quella di Godwin resta un’interpretazione, come sostiene lo stesso autore.  Anche perché, tra gli altri, sta cambiando il vocabolario delle offese tra gli utenti e la velocità con cui viaggiano i contenuti.

 

Marco Menale

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