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Il matematico russo IIgor’ Rostislavovič Šafarevič si è spento il 19 febbraio a Mosca, all’età di 93 anni. Era membro dell’Accademia Serba di Scienze e Arti nel dipartimanto di Matematica, Fisica e Scienze della Terra.

Autore di libri e articoli critici verso il socialismo, Šafarevič  è stato un importante dissidente durante il regime sovietico, condividendo il criticismo di Aleksandr Solženicyn, non solo nei confronti del governo sovietico e comunista, ma anche verso le idee liberali proposte per il futuro della Russia. Dal 1970 è stato un sostenitore del comitato per i diritti umani di Andrej Sacharov. Per il suo ottantesimo compleanno, il presidente russo Vladimir Putin ha salutato la sua “ricerca fondamentale” in matematica e la sua “creazione di una grande scuola scientifica conosciuta in Russia e all’estero”. Studente di Boris Delone, tra gli studenti di Shafarevich ricordiamo Yuri Manin, A. N. Parshin, I. Dolgachev, Evgeny Golod, A. I. Kostrikin, Igor A. Kostrikin, S. Y. Arakelov, G. V. Belyi, Victor Abrashkin, Andrey N. Tyurin, e V. A. Kolyvagin.

Ha dato contributi fondamentali nel campo della teoria algebrica dei numeri e in geometria algebrica. I suoi lavori principali sono stati condotti in collaborazione con Ilya Piatetski-Shapiro sulle superfici K3. Il teorema di Šafarevič-Weil, in teoria algebrica dei numeri, estende la mappa di reciprocità commutativa al caso dei gruppi di Galois che sono estensioni di gruppi abeliani su gruppi finiti. Il suo risultato più famoso è probabilmente il teorema di Šafarevič, in cui si dimostra che tutti i gruppi risolubili sono gruppi di Galois di un’estensione dei razionali. Condusse un seminario a Mosca sulla classificazione delle superfici algebriche che portò, intorno al 1960, a rilevanti aggiornamenti nella trattazione della geometria birazionale. A lui si deve l’introduzione dei metodi della teoria degli schemi per la geometria algebrica nella scuola sovietica.

Nei primi anni Cinquanta, ebbe contrasti con il potere politico sovietico, ma fu protetto dall’allora Rettore dell’Università di Mosca, Ivan Petrovskij. La sua posizione critica verso il Partito Comunista si inquadra in una più ampia condanna del socialismo, come emerge anche dal suo libro Socialism (edizione francese del 1975), citato da Solženicyn in un suo intervento indirizzato alla Harvard University.

Dopo la pubblicazione del libro Russophobia gli sono state mosse accuse di antisemitismo che lui ha sempre negato e che sono in parte smentite dal fatto che ebbe anche allievi ebrei e che Ilya Piatetski-Shapiro, uno dei suoi più importanti collaboratori, fosse ebreo. Il suo punto di vista sull’Olocausto, tuttavia, era abbastanza controverso: “Questa enfasi sulla particolare sofferenza degli ebrei rispetto ad altri eventi storici è qualcosa di contrario alla morale comune.”

In questa pagina è disponibile una biografia approfondita di Šafarevič.

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