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Storia di come, grazie a MaddMaths!, la vita di una studentessa di matematica ha preso una direzione inaspettata. Ce ne parla la protagonista, Chiara Biguzzi, neo-laureata in matematica presso l’Università di Bologna.

Hai finito il secondo anno della triennale in matematica, probabilmente ancora non lo sai, ma inizi già ad avere un po’ d’ansia (e se non è così devo ammettere che provo un po’ di invidia): è il momento di iniziare a pensare alla tesi. E io, su quale argomento la farò? A quale professore chiederò? Sarò in grado di scrivere un documento? Queste sono solo alcune delle domande che hanno accompagnato la mia sessione estiva. Ma per ora concentriamoci sulla prima.

Scegliere il soggetto attorno a cui sviluppare la mia tesi di laurea non è stato affatto facile, ero alla ricerca di qualcosa che non soltanto mi interessasse, ma che potesse in qualche modo rappresentarmi, qualcosa di cui andare orgogliosa e che fosse significativo per il mio percorso universitario. Ed è così che ho passato mesi a cercare e chiedere consigli a chiunque senza però trovare nulla che mi colpisse davvero. Stavo quasi per arrendermi, sennonché…

Alle superiori mi sono appassionata al lettering[1 ]ossia “l’arte di disegnare lettere” https://it.wikipedia.org/wiki/Lettering, e così ho iniziato a scarabocchiare su ogni foglio di carta, scritte e disegni, e anche durante le lezioni all’università i miei quaderni degli appunti erano pieni di schizzi e disegni che spesso regalavo in giro. Ho iniziato inoltre a seguire qualche canale YouTube di disegno per scoprire nuove tecniche, così un giorno mentre guardavo uno di questi video, si trattava di“Il blu non è un colore primario!” è scattata la scintilla. Si parlava di colori primari e di come non siano sempre stati rosso, giallo e blu, come ci hanno insegnato alla scuola elementare; molti artisti, filosofi e scienziati avevano provato a darne una definizione, spesso contraddicendosi l’uno con l’altro.

Così mi sono chiesta se qualche studioso aveva provato ad affrontare la questione in modo matematico, perché sarebbe stato davvero un argomento perfetto per la mia tesi. Non riuscivo proprio a immaginare nulla di più adatto!

Cercando di informarmi su internet, ho trovato subito sul sito MaddMaths! la serie di articoli di Edoardo Provenzi intitolati La matematica del colore. Più andavo avanti a leggerli più mi convincevo che fosse la scelta giusta. Vedere quanti fisici e matematici, ma anche artisti e filosofi, avessero dato il loro contributo a questo studio, mi appassionava sempre di più. Quando nell’ultimo pezzo veniva citato l’articolo Differential geometry and color perception di Howard Leonard Resnikoff ho proprio pensato che fosse fatta!

Una volta deciso l’argomento, mi sono messa subito alla ricerca del relatore e ho avuto la grande fortuna di rivolgermi al professor Giovanni Mongardi, che ha accettato la mia proposta mostrando interesse per la tematica scelta. Siamo partiti da un’attenta analisi del documento scelto, sviscerando con attenzione ogni passaggio. Sicuramente per me non è stato facile, alcuni argomenti non li avevamo nemmeno affrontati durante le lezioni e in questa fase il ruolo del professore è stato determinante. Attraverso incontri mensili, con grande dedizione, mi ha aiutato a comprendere a fondo tutte le tecniche matematiche richieste e i risultati raggiunti da H. L. Resnikoff.

Però forse è meglio procedere con ordine… fin dai tempi di Platone e Aristotele tante figure di rilievo si sono interessate al problema di capire quale fosse l’essenza del colore e hanno cercato di darne una descrizione e di formalizzarla secondo le loro conoscenze.

Tornando al presente, un modello standard per la percezione dei colori è quello che utilizziamo per esempio su Paint, in cui si parte da tre colori detti primari e si modificano le loro quantità per ottenere tutte le tonalità cercate. Eppure, possiamo davvero dare per scontato che esista solo questo modo di pensare i colori? Se invece dimenticassimo tutto e provassimo a ripartire da zero? La mia Tesi di laurea[2 ] https://maddmaths.simai.eu/wp-content/uploads/2024/03/tesi.pdf, così come l’articolo di Resnikoff, si snoda a partire da questa intrigante domanda.

La trasformazione di colori percepiti discussa da Resnikoff nel suo articolo. @Edoardo Provenzi 2020.

Tutti i matematici nella loro carriera universitaria incontrano vari tipi di spazi, ognuno con caratteristiche diverse, e un esempio potrebbe essere il piano cartesiano. Ma quali tra questi spazi potrebbe rappresentare al meglio i colori? L’idea è di procedere un po’ per volta per eliminazione, cercando di restringere sempre di più la ricerca, finché ne rimangono solo alcuni da studiare accuratamente.

Al termine dello studio si ottengono solo due spazi, uno più convenzionale e uno più innovativo e promettente su cui tutt’oggi diversi matematici, tra cui Edoardo Provenzi, stanno continuando a lavorare applicando nuovi approcci, tra cui la teoria quantistica.

Chissà se, nel mio piccolo, potrò dare un contributo a questa ricerca… di certo me ne sono appassionata a tal punto che ho deciso di approfondire ancora meglio questo argomento attraverso la tesi magistrale. Intanto posso essere soddisfatta di aver studiato e approfondito ad una tematica che mette in risalto un lato inaspettato della matematica che influenza la vita di tutti i giorni.

Chiara Biguzzi

Immagine di copertina generata da Bing Copilot con tecnologia DALL-E 3

 

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Note e riferimenti

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