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Se chiedete a un gruppo di persone di provare a indovinare il peso di un estraneo, la media delle risposte ricevute dovrebbe essere vicina al valore corretto. L’idea alla base di questo metodo, spesso denominato ‘la saggezza della folla’, è che in un grande gruppo gli errori di giudizio dovrebbero cancellarsi l’uno con l’altro.

Ma ci sono situazioni in cui questa teoria classica fallisce. Se per esempio chiedete a un gruppo di persone se Philadelphia sia la capitale della Pennsylvania, la maggior parte risponderà erroneamente di sì. Questo perché solitamente il ragionamento seguito è questo: “Philadelphia è una città grande e le capitali sono città grandi”. Ma un gruppo più piccolo potrebbe darvi invece la risposta corretta: Harrisburg è la vera capitale.

Il numero del 25 gennaio di Nature riporta una ricerca su un nuovo algoritmo che potrebbe aiutare a estrarre la risposta corretta da una folla, anche se la risposta più popolare è quella sbagliata. Tale algoritmo è stato sviluppato da un team guidato da Dražen Prelec, studioso di scienze sociali al Massachusetts Institute of Technology a Cambridge.

I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti dello studio di rispondere a un predeterminato gruppo di domande. Successivamente, è stato chiesto loro di provare a indovinare in che modo altre persone avessero risposto alle domande precedenti. L’algoritmo cerca le risposte ‘sorprendentemente più popolari’ al secondo turno rispetto al primo (e viceversa). Nella maggior parte dei casi, le risposte corrette erano quelle che nel primo turno di risposte ricevevano più scelte rispetto al secondo turno.

Prelec e colleghi hanno testato il metodo sottoponendo diverse domande ad altri gruppi di 20-50 partecipanti. In alcuni casi si trattava di semplici domande di geografia (i nomi di capitali). In altri, un po’ più complicati, il valore di alcune opere d’arte e o l’identificare di tipologie di lesioni alla pelle (a dei dermatologi).

La maggior parte delle volte, l’algoritmo era del 21–36% più efficace a identificare la risposta corretta che non altri metodi. Tuttavia l’algoritmo si è mostrato migliore a rispondere a domande del tipo ‘Sì’/’No’, come per esempio quella su Philadelphia, che non a stimare le opere d’arte.

“Questa tecnica è molto furba e si tratta di un modo semplice di condurre sondaggi” dichiara Mark Steyvers, uno scienziato cognitivo all’Università della California a Irvine. Steyvers nota che nella vita reale, le persone chiedono l’uno all’altro quale sia il loro background e le loro conoscenze per determinare la validità delle loro informazioni. Ma per situazioni come i sondaggi anonimi il metodo di Prelec può essere un buon modo per identificare le risposte basate su conoscenze specialistiche.

Tuttavia sia Prelec che Steyvers sottolineano che questo algoritmo non sarà certo in grado di risolvere tutti i problemi difficili della vita: esso funziona soltanto su argomenti nozionistici. Le persone dovranno continuare a trovare le risposte alle questioni politiche e filosofiche nel modo tradizionale.

 

(A cura di Alice Sepe)

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