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Flavio Ubaldini, meglio conosciuto in rete come Dioniso del blog Pitagora e dintorni, ha pubblicato nel 2017 il suo terzo libro (il primo cartaceo, gli altri li trovate qui), questa volta dedicato alla musica e ai numeri e appena pubblicato da scienza express. Lo ha letto per noi Elena Toscano.

Il mistero del suono senza numero è un libro ‘delicato’ e ‘potente’ al tempo stesso. Delicato nelle descrizioni dei luoghi e dei costumi della Magna Grecia. Sembra di vederla la Crotone di Pitagora con i suoi scorci paesaggistici, i suoni e i sapori: il mare, il porto, la Scuola, il vento freddo e quello soffocante, le botteghe operose, i dedali di stradine gremite in occasione delle feste cittadine, il ciceone e la maza appena sfornata.

Delicato nella tipizzazione dei personaggi, così prevedibile ma così rassicurante (Pitagora a tratti sembra proprio lo stereotipato Talete-che-cadde-nel-fosso). Delicato, in generale, nella prosa scorrevole ed efficace.

Ed è potente, dicevo, perché è un libro d’amore. Di amori, anzi. Amori umani e non.

Umani come quello romantico tra Muia e Ippaso – rispettivamente, la talentuosa figlia di Pitagora e l’allievo più brillante ma meno imbrigliabile – e come l’amore tormentato e problematico che lega i pitagorici tra di loro e col Maestro stesso e che assume, fino a un certo punto, le forme della stima e della fiducia reciproche, del rispetto, del sentirsi uniti e accomunati dalla ricerca di un unico bene: il sapere. L’Amore per la matematica, la filosofia e il sapere in generale – e la sua ricerca in particolare – è infatti il vero filo conduttore di quest’opera.

L’autore (matematico di formazione, informatico di professione e musicista per diletto) dissemina il libro di domande.

Alcune delle domande che il coro di personaggi che anima le pagine del libro (eh sì, perché, in omaggio alla migliore tradizione del teatro greco, Il mistero del suono senza numero è anche un libro ad impianto corale) si pone hanno carattere prettamente matematico: davvero panta arithmós esti (tutto è numero)? e qual è la natura del numero? è astratto o concreto? come usare la matematica per interpretare e descrivere i fenomeni del mondo? che relazione sussiste, in particolare, tra i suoni e i numeri? E poi, la catastrofica e inconcepibile scoperta di quegli strani numeri né interi né razionali – proprio come la diagonale del quadrato – che entreranno a pieno titolo nell’insieme dei numeri solo «dopo cento reincarnazioni e oltre duemila quattrocento anni di peregrinazioni [del]l’anima di Pitagora».

Altre domande, che sembrano essere poste direttamente al lettore perché possa trarne beneficio, riguardano il metodo scientifico e l’apparato logico-deduttivo della matematica. Così, per esempio, un intero capitolo è dedicato alla minuziosa descrizione degli esperimenti con corde, pesi e dischi messi a punto al fine di indagare i rapporti tra musica e numeri e, ancora, in un passo Eratocle illustra il senso e il potere della dimostrazione: «Chi ci garantisce che non possa saltar fuori un caso, che finora non abbiamo previsto, in cui la formula non sia valida? […] Ecco a che cosa serve la dimostrazione. A mostrare con passaggi logici che quella formula ha un valore universale».

In altri passi ci si interroga sull’integrità e la coerenza di chi si professa scienziato: «[…] mantenere segreta la scoperta significherebbe continuare a insegnare e a diffondere una dottrina falsa! Non è stato il maestro a insegnarci che noi siamo filosofi? Che siamo coloro che amano la sapienza? … Che amanti saremmo se la tradissimo alla prima occasione?».

E, infine, vengono poste questioni eterne ed estremamente attuali come quelle relative alla condivisione, alla circolazione e all’accessibilità del sapere alle cui risposte si lavora ancora oggi nell’ambito del serrato dibattito in atto in seno alla comunità scientifica: il sapere è veramente democratico? il sapere è gender-free? Non per nulla, credo, la scuola pitagorica è descritta proprio nel momento in cui è in atto la rivoluzione che, da un lato, porterà gli allievi a essere divisi nei due gruppi di acusmatici e matematici e, dall’altro, aprirà le porte alle prime allieve donne non senza forti perplessità e opposizioni: «Le donne? – esplose Milone – «Sarebbe… contro ogni logica… contro il senso comune… contro la tradizione […] Tutto quello che serve per la loro vita di mogli e di madri lo imparano in casa. Potrebbe essere pericoloso renderle partecipi di conoscenze più profonde […] avranno le qualità razionali adeguate? Riusciranno a dominare le loro emozioni?».

Questa rivoluzione, per certi versi, è tutt’altro che conclusa. Quante reincarnazioni ancora dovremo aspettare?

Elena Toscano

 

Flavio Ubaldini
Il mistero del suono senza numero. Pitagora e la musica dell’universo
Scienza Express edizioni, Trieste, marzo 2017
pp. 144, euro 14,00
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