Dal 2 al 7 maggio (in parziale sovrapposizione con le Finali Nazionali delle Olimpiadi di Matematica a Cesenatico) si è svolta a Ohrid (Macedonia) la trentaquattresima edizione delle Balkan Mathematical Olympiad. Le BMO sono una competizione internazionale alla quale l’Italia è ormai da vari anni invitata come nazione ospite. Quest’anno la nostra partecipazione è stata coronata da un grande successo: tutti i membri della nostra delegazione hanno ottenuto una medaglia, e Fabio Pruneri, di classe quarta, ha ottenuto la medaglia d’oro con il massimo del punteggio, 40/40. Gli altri componenti della squadra italiana hanno riportato in patria due medaglie d’argento (Saro Passaro, con 37 punti, e Cesare Straffelini, con 31) e tre medaglie di bronzo (Andrea Ciprietti, con 30 punti, Bernardo Tarini, con 28 punti e Maria Chiara Ricciuti, con 21 punti). Questo notevole risultato trova riscontro anche nella classifica a squadre, che vede l’Italia in un’eccezionale terza posizione (su 20), dietro soltanto a Bulgaria e Serbia.
Complimenti ai nostri brillanti ragazzi!
A seguire la prima parte del Diario Olimpico, curato ancora una volta da Davide Lombardo. Pur sapendo già i risultati, ci sono anche questa volta molti retroscena da scoprire.
Personaggi ed Interpreti
ITA1 Andrea Ciprietti
ITA2 Saro Passaro
ITA3 Fabio Pruneri
ITA4 Maria Chiara Ricciuti
ITA5 Cesare Straffelini
ITA6 Bernardo Tarini
ITA7 Alessandra Caraceni “Team Leader”
ITA8 Davide Lombardo “Deputy Leader”
ITA9 Marco Trevisiol “Observer”
Capitolo I: Introduzione
La storia inizia quando sei dei nostri eroi si trovano senza difficoltà (“Ma dove sei?” – “Poco fuori!!”) e senza ritardo (“Il treno Intercity 564 arriverà con un ritardo di 40 minuti per PIOGGIA”) a Milano Centrale. Da lì, il trasferimento al Moxy Hotel fila praticamente liscio, salvo che ITA6 scatena l’ilarità del guidatore del Malpensa Shuttle non essendo in grado di chiudere un ombrello.
All’hotel si presenta un problema inaspettato: apparentemente, in preda ad un attacco di schizofrenia, l’organizzazione ha prenotato quattro camere singole e due doppie per un totale di sei persone! Gli ineffabili accompagnatori non sono persuasi da questa versione dei fatti, e dopo una lunga contrattazione ed un paio di cocktail riconducono la receptionist a più miti consigli.
Segue un appassionante torneo di biliardino, durante il quale ITA4 (detta “autoaggiunta”) rivela tutto il suo potenziale di mitragliatrice umana, senza però riuscire a strappare la vittoria ai seppur attempati accompagnatori.
Dopo una breve puntata in camera, il piano prevede di andare a cenare in uno dei ristoranti che rispondano alle tre condizioni di essere (a) aperti, (b) raggiungibili e (c) non pieni per il primo maggio. Visto che l’insieme in questione sembra costituito da un solo elemento, la compagnia si mette in viaggio sotto l’infallibile guida combinata di Google Maps e degli accompagnatori, il che la porta inevitabilmente a sperdersi per la campagna lombarda nel disperato tentativo di raggiungere il ristorante. Dopo aver circumnavigato un’area militare, una pista di atterraggio e i Campi di Celembrant i Nostri arrivano finalmente al ristorante (dal nome particolarmente adeguato di “La Brughiera”): la cena è breve ma intensa, e il confortante pensiero che l’indomani NON voleremo Aeroflot si rivela estremamente utile per risollevare il morale del gruppo, un po’ sfiancato dall’attraversamento delle Paludi Morte.
Il ritorno in albergo è assai più facile dell’andata, e dopo un ulteriore rapido torneo di biliardino ci dirigiamo nelle rispettive camere (quattro, non sei) per goderci quasi sei ore di sonno.
La mattina non ci regala eccessive emozioni fino al momento del check-in: l’inamovibile impiegata di Austrian Airlines non vuole farci salire sull’aereo, lamentando la presenza di svariati minorenni! Ma ITA8 è preparato: millantando fantomatiche relazioni diplomatiche con la Macedonia, convince la Custode dei Boarding Pass che non ci sia bisogno di autorizzazioni dei genitori. Per essere sinceri l’Austriana non è forse convinta al 100%, ma decide di adottare la tecnica più antica del mondo: sbolognare il problema a qualcun altro. “Va beh, andate: tanto al massimo vi bloccheranno alla frontiera macedone…”
Atterrati a Vienna c’è il tempo, come d’altro canto previsto nella Lettera Ufficiale, di una breve visita alla città – il treno per il centro prende solo un quarto d’ora – e di discutere di torte Sacher aspettando il prossimo aereo, che ovviamente è in ritardo (altro tempo per vedere Vienna!). Arrivati a Skopje veniamo accolti da uno pseudo-guido fermamente convinto che ITA8 voglia truffare gli altri membri della spedizione – cosa vera, d’altra parte – e abbandonati in un bar nell’attesa della delegazione inglese che dovrebbe arrivare, auspicabilmente, accompagnata da ITA7.
Arriverà il nostro Inglesissimo Leader? Quanto durerà il viaggio verso Ohrid? Il pranzo sarà ancora aperto alle cinque, come sostiene lo pseudo-guido? E soprattutto, quanto valgono i denari macedoni al momento truffaldinamente in possesso di ITA8? Tutto questo, e molto altro, nella prossima imperdibile puntata del Diario Olimpico™!
Capitolo 2: Le Attività Organizzate
La storia riprende all’aeroporto di Skopje, dove la maggior parte della squadra approfitta della scusa di dover aspettare ITA7 per mettere qualcosa sotto i denti. Una volta arrivati gli inglesi, accompagnati dall’imprescindibile Leader, l’ITATeam si mette finalmente in viaggio verso Ohrid. Il tragitto in autobus richiede “due, forse tre, anzi quattro” ore, rese ulteriormente più lunghe dal fatto che i macedoni si sentono in dovere di deliziarci con una lunga visita ad una discarica locale. In ogni caso tutto fila piuttosto liscio e, una volta arrivati a Ohrid, gli ITATutti \ {7} vengono accompagnati al loro hotel, mentre ITA7 viene rapita per essere rinchiusa in un albergo separato “in un’altra nazione, ad un’ora da qui”. Siccome non ci sono attività programmate per la serata, i Nostri si danno alla scacchistica fino a quando non cadono, stremati, nelle braccia di Morfeo – con qualche inquietudine da parte di ITA5 e 6, la cui stanza è afflitta da vari problemi, fra cui il fantasma di un concorrente kazako che, fra le altre cose, ha rubato la chiave.
Mercoledì trascorre invece piuttosto sonnolento; l’unica attività prevista per la giornata è la cerimonia di apertura alle 18, per cui i membri del team scelgono i modi più disparati per far passare il tempo: c’è chi fa amicizia con le libellule, chi con i sassi, e chi tenta di accoppare ITA6. C’è anche chi dorme per un numero quasi offensivo di ore.
Nel pomeriggio facciamo rifornimento di cibarie (e palloni da beach volley…) per la gara di domani e ci preparariamo psicologicamente per la cerimonia di apertura. Inspiegabilmente, però, la maggior parte del team non viene ammessa nell’aula della cerimonia: nonostante il fatto che siamo lì prima delle sei, ci viene detto che i leader se ne stanno già andando. Il buon ITA9, che è riuscito ad imbucarsi, riporta che in effetti l’intera faccenda è durata cinque minuti, versione che viene confermata anche da un’amica di ITA4.
Rimaniamo quindi un po’ perplessi dall’organizzazione macedone, ma se non altro la vicenda ci regala un’ulteriore ora libera, di cui sentivamo gravemente la mancanza vista la giornata eccessivamente movimentata; approfittando del tempo extra, ci lanciamo in timidi tentativi di risolvere problemi olimpici e in più seri tentativi di giocare a Cava Camisa, attività che è però resa più complicata dalla nostra ridotta capacità computazionale.
La giornata si conclude con un trascinante discorso pre-battaglia tenuto da ITA8 e 9, e la speranza che domattina riusciremo tutti a svegliarci in tempo per la gara.
Riuscirà ITA6 a risolvere il primo problema con lo Snake Oil Method? I kazaki, aiutati dal loro spettro di fiducia, finiranno davvero per impossessarsi di tutte le medaglie della manifestazione? Ma soprattutto, i nostri concorrenti saranno ammessi al luogo di gara, o arriveranno di nuovo “troppo tardi”? Queste e mille altre domande troveranno naturalmente risposta nella prossima, probabilmente surreale puntata del Diario Olimpico™!
Capitolo 3: La Gara (anche detta La Ciccia della Faccenda)
Con puntualità tutta macedone i formidabili ITAconcorrenti vengono fatti entrare prima delle nove nella sede di gara, dove trovano ad accoglierli sia una certa quantità di cibo fornita dall’organizzazione che una noiosa attesa di mezz’ora prima di poter iniziare la competizione vera e propria.
A gara appena iniziata la Munifica Leader ci raggiunge al nostro hotel, e insieme aspettiamo con impazienza le domande del nostro team; fortunatamente, il lavoro di traduzione si rivela di qualità sopraffina e raggiungiamo l’obiettivo bonus di non dover rispondere a nemmeno un quesito sul testo.
La mattinata è chiaramente colorata da una forte tensione emotiva, nell’attesa di notizie dall’arena di gara, ma il pathos viene un po’ rovinato dalle sempre opinabili discussioni sui marking schemes, che coinvolgono appassionanti divergenze d’opinione su temi scottanti quali “ma come si dimostra che $$(a,b)=1$$ implica $$(a+b,ab)=1$$”?
Quando finalmente arriva il termine della competizione i partecipanti che escono alla spicciolata ci consegnano versioni discordanti sul suo svolgimento: c’è chi sostiene che a metà gara “metà stanza” avesse già consegnato, e chi, più realisticamente, sostiene che “metà stanza” voglia dire solo “due dei vicini di ITA3, e comunque quando era già finito il tempo”.
Fino alle 18 restiamo in attesa dei compiti, ma da quel momento – una volta di più la puntualità macedone ci sconvolge un tantino – ITA{7,8,9} sono occupati con la rilettura degli elaborati del nostro fantastico team. Le risate scatenate da questa attività possono solo essere descritte come “maniacali”, soprattutto quando ITA6 riesce in mirabolanti imprese come il calcolo mnemonico di $$4\cdot(\frac{22}{3})^3$$ o l’elencare i suoi comodi 17 casi in rigoroso ordine sparso. L’appassionante preparazione delle coordination dell’indomani si trascina ben più di quanto sarebbe legalmente consentito, e alle 3 e mezza, logori dal dolore e dalla molta fatica, decidiamo di abbandonare il campo per prenderci almeno qualche ora di riposo.
In quali mirabolanti imprese si saranno lanciati gli Itaconcorrenti lasciati allo sbando e privi di accompagnatori? I coordinator di domani si lasceranno abbindolare dalla casistica di ITA6 e dalla captatio benevolentiae di ITA5? O saranno invece le parolacce e le dediche di ITA3 a far sciogliere gli inflessibili cuori macedoni? E infine, qual è la fattorizzazione in primi di 68800?
Come sempre, le risposte a queste domande si possono trovare solo consultando la prossima avvincente puntata di questo Diario, o, nel caso dell’ultima, ricorrendo ad una calcolatrice migliore di quella di contrabbando usata da qualcuno durante la gara…