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Il matematico Cédric Villani, direttore dell’’Institut Henri-Poincaré a Parigi e medaglia Fields 2010, racconta le sfide di questa disciplina fondamentale. Si può trovare un dossier completo sul tema nell’ultimo numero di Sciences et Avenir, in edicola a partire da giovedì 26 gennaio 2017. Traduzione a cura di Barbara Nelli.

Scienza e Futuro: Qual è stata l’evoluzione del ruolo e  dell’impatto  della matematica in questi ultimi anni? 

Cédric Villani :  L’importanza della matematica nella società  non hai mai smesso di aumentare. Questa tendenza è stata decuplicata dall’invenzione dei computers, macchine che permettono di realizzare qualunque operazione matematica e quindi di risolvere un’infinità di problemi.  Grazie ai computers, sono state digitalizzate  e rese astratte un numero sempre più grande di attività e procedure. Ciò si è realizzato principalmente in due modi: tramite la modellizazione matematica, che cerca di comprendere, riprodurre e controllare una grande varietà di meccanismi e fenomeni (pensate al cuore artificiale, buon esempio di collaborazione tra scienze matematiche, fisiche e mediche); sia  tramite l’analisi di grandi basi dati per ottenere delle leggi statistiche. Lo sviluppo astronomico dell’economia digitale sta contribuendo a far esplodere l’importanza di questi metodi, con numerose sfide di riorganizzazione per la nostra società.

 Quali sono i settori più coinvolti?

La finanza e l’industria della cultura (musica, edizioni, effetti speciali per il cinema…) sono stati i primi. Oggi, sono i settori delle assicurazioni, della sicurezza, dell’energia o dei trasporti (attraverso servizi tipo Uber o l’automobile a guida autonoma, per esempio) che sono l’inizio di un’evoluzione più ampia. E in un futuro non così lontano degli algoritmi affiancheranno o sostituiranno la medicina per stabilire delle diagnosi… Poco a poco, tutti i settori si faranno « algoritmizzare » e ricorreranno  sempre di più alla matematica – formazione del futuro,  senza alcun dubbio!

Qual è la posizione della Francia?

La ricerca matematica in Francia oggi è considerata una delle migliori al mondo. Questa preminenza è frutto di una lunga tradizione, molto forte, che risale alla prima metà del XVII secolo. All’epoca, i più grandi matematici erano francesi: Descartes, Pascal, Fermat, etc. hanno influenzato tutti e dato il « la ». E questa eccellenza si è trasmessa dal maestro all’allievo, attraverso scambi in tutto il paese, in seno alle università e poi nelle istituzioni d’élite francesi, come l’Ecole normale supérieure. Si spiega inoltre con i valori assoluti, di astrazione e di ricerca della verità tradizionalmente molto cari ai Francesi e che ben corrispondono allo « spirito » della matematica.

“Bisogna cominciare a rimotivare e a
valorizzare il lavoro dei nostri insegnanti”

Ma come spiegare  il livello appena accettabile, spesso mediocre, degli alunni delle scuole che le indagini TIMSS e OCSE-PISA hanno messo in evidenza nel 2016?

In effetti, questi risultati sono nefasti, ancor peggio dei precedenti. Non bisogna nasconderselo… Ci si può vedere un sintomo generale, il segno di una malattia che tocca l’insieme del sistema scolastico.  La matematica rappresenta forse ciò che c’è di più fragile, ciò che « fa acqua »  prima, a causa della finezza delle sue costruzioni e della difficoltà di spiegarne le sfide. Insomma, quando un sistema educativo va male, la prima cosa che cede è la matematica! I professori e i maestri si sentono abbandonati e denigrati, e ricevono ogni sorta di consigli contraddittori su quello che dovrebbero fare, o non fare… Invece  nel settore privato, oggi, un matematico non ha nessun problema a trovare lavoro con salario e condizioni di lavoro migliori che nella scuola.  Ciò provoca,  da parecchi anni, una grande difficoltà  di reclutamento di insegnanti di matematica. Affiché cambi la situazione, bisogna cominciare a rimotivare e a valorizzare il lavoro dei nostri insegnanti.

A che cosa servirà la Maison des mathématiques che aprirà le porte nel 2020 per sua iniziativa?

La maison è nel V arrondissement di Parigi, e contribuirà ad avvicinare in modo ludico, concreto ed interattivo la matematica e la società. Tutte le sfaccettature di questa disciplina saranno rappresentate: scientifica, storica, economica, culturale, geopolitica, etc. La nostra ambizione è che il luogo incarni la matematica per tutti, ma i nostri sforzi si concentreranno in particolare sui gruppi scolastici ed sugli insegnanti, per suscitare vocazioni e sui rappresentanti del mondo dell’industria, al fine di promuovere la matematica come strumento di competitività.

“La matematica sostiene il progresso tecnologico e fornisce strumenti preziosi che aiutano a riflettere e decidere”

Lei va spesso in Africa per insegnare e promuovere la matematica. Che ruolo potrebbe giocare la matematica nello sviluppo del continente africano?

L’Africa è il continente in cui le scienze  matematiche sono meno sviluppate, e di gran lunga. I settori letterari sono sovrarappresentati nelle università e la mancanza di mezzi e di infrastrutture contrasta con le enormi quantità di studenti! Ora, la matematica potrebbe giocare un ruolo importante nello sviluppo dell’Africa, perché sostiene il progresso tecnologico ed in maniera generale  fornisce strumenti preziosi che aiutano a riflettere e decidere. La matematica possiede inoltre il vantaggio di poter essere insegnata e praticata con poca spesa, senza aspettare quindi l’installazione di  un maggior numero di laboratori ad alta tecnologia.  Molte iniziative sono state lanciate a questo scopo: il « Next Einstein Forum » dell’Istituto africano di scienze matematiche, con il quale collaboro; l’ « Africa Mathematics Project »,  promosso dal miliardario americano James Simons; o  i centri di eccellenza africani finanziati dalla Banca mondiale. Anche alcune istituzioni francesi vi contribuiscono attivamente, come il Centro internazionale di matematica pura e applicata, con base a Nizza. Ma il coinvolgimento del governo, per il momento, è molto deludente… Eppure, una parte del nostro futuro economico si giocherà con i paesi africani, dove la Francia beneficia di un capitale di benevolenza molto importante. Noi dividiamo con loro forti legami storici, oltre alla lingua stessa … e loro possiedono un immenso serbatoio di studenti, una merce che si fa sempre più rara nel nostro paese!

Fonte: intervista su Science et Avenir del 26 gennaio 2017 link

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