La Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana (CIIM) propone un documento sulla questione dell’esame di Stato. Quest’anno molti credono che l’esame potrebbe vertere (per la prima volta nella storia del Liceo scientifico di ordinamento) sulla fisica invece che sulla matematica. Questo ha scatenato svariate reazioni nelle comunità vicine al mondo della scuola. Come MaddMaths! intendiamo dare spazio alla vicenda, alle varie opinioni in merito, agli sviluppi, ecc. partendo dal documento della CIIM, elaborato nei giorni scorsi. Vi chiediamo di commentare su questa pagina o mandarci interventi completi che esamineremo e in caso provvederemo a pubblicare separatamente. Come al solito, contiamo sulla vostra partecipazione anche nella diffusione di questi punti di vista.
DOCUMENTO DELLA CIIM SULLA SECONDA PROVA DELL’ESAME DI STATO
In accordo con quanto riportato sull’home page del MIUR: “L’Esame di Stato, che si svolge al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione, è un traguardo fondamentale del percorso scolastico dello studente ed è finalizzato a valutare le competenze acquisite dagli studenti al termine del ciclo”, l’UMI e la CIIM seguono con attenzione le preoccupazioni, il disorientamento e il disagio manifestati da numerosi insegnanti di Matematica e Fisica mediante petizioni collettive, lettere inviate al MIUR da parte di associazioni, interventi in rete, riguardo le criticità relative alla novità dell’alternanza tra Fisica e Matematica nella seconda prova dell’Esame di Stato.
La CIIM considera positivamente la centralità della Matematica nel nostro ordinamento scolastico e la lunga e consolidata tradizione riguardo alla prova di Matematica. Ritiene altresì che una prova di Fisica ben concepita e strutturata possa essere un valido strumento per valutare la maturità dei candidati all’Esame di Stato, non solo per quanto riguarda le loro conoscenze e competenze in Fisica, ma anche nel padroneggiare i relativi e indispensabili strumenti matematici. Pertanto la CIIM ritiene ragionevole che una prova di Fisica possa essere proposta all’Esame di Stato e che essa, così come del resto la prova di Matematica, sia fondata sulla risoluzione di problemi, strutturati in quesiti che siano quanto più possibile indipendenti fra loro.
D’altra parte il ruolo dell’Esame di Stato, la delicatezza e la complessità della valutazione delle competenze, impongono una particolare attenzione nella costruzione delle prove scritte, soprattutto quando non esiste la tradizione e l’esperienza con cui potersi confrontare.
A questo proposito destano sicuramente preoccupazione le simulazioni della prova scritta di Fisica finora proposte dal MIUR: da una parte molti insegnanti hanno sottolineato come queste prove appaiano non in linea con i livelli di apprendimento che oggi si registrano mediamente nei licei italiani; dall’altra le prove diffuse – in contrasto con i diversi documenti del MIUR sulle modalità di valutazione delle competenze – appaiono calibrate per verificare solo i livelli di competenza alti, senza quella gradualità di complessità necessaria per certificare competenze (e conoscenze) ai diversi livelli, e possono quindi provocare seri problemi di valutazione ai docenti che faranno parte delle commissioni d’esame.
L’iniziativa delle conferenze di servizio messa in atto dal MIUR per aiutare i docenti a preparare i propri studenti alla prova scritta di Fisica è sicuramente encomiabile; per conseguire gli obiettivi che si è prefissata, però, richiede non solo tempi medio–lunghi, ma anche una condivisione, tra esperti del MIUR, esperti delle società scientifiche e associazioni di categoria e docenti, della strada da percorrere. In particolare occorre riflettere insieme su come si possa costruire una prova che tenga conto dei livelli di insegnamento-apprendimento che oggi si registrano nei licei italiani, del fatto che la Fisica insegnata nei licei scientifici ha un quadro orario sensibilmente diverso da quello della Matematica, e del fatto che l’Esame di Stato al termine del secondo ciclo deve consentire di valutare gli studenti su tutto lo spettro delle competenze e delle conoscenze e non solo su quelle di livello medio alto.
La CIIM propone quindi:
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che venga costituita al più presto una commissione mista formata da esperti di didattica della Fisica e della Matematica, da docenti di Matematica e Fisica e da ispettori ministeriali;
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che questa commissione discuta sulle simulazioni fin qui proposte e concordi sulle azioni da fare per renderle adatte a un Esame di Stato e offrirsi ai commissari d’esame come un adeguato strumento di valutazione di tutti i candidati.
Naturalmente la CIIM offre la sua completa disponibilità a partecipare ai lavori di una commissione di questo tipo.
La Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana
Leggi anche il commento di Claudio Bernardi a questa posizione della CIIM
Condivido :le simulazioni di fisica contengono problemi troppo impegnativi per risolvere i quali occorrerebbe una riforma che dia più spazio alla fisica :il programma è troppo vasto e le ore a disposizione per poterlo svolgere tutto e bene sono poche.
Vorrei suggerire una alternativa : inserire anche la fisica assegnando per esempio problemi di matematica e problemi di fisica, quesiti di matematica e quesiti di fisica
Purtroppo ci sono alcune inesattezze sia nella premessa che nella proposta dell’UMI.
La prima è legata al fatto che il “liceo scientifico di ordinamento” non esiste più, dall’avvio della riforma, anche se molti (pure tra gli esperti) continuano a parlarne. Il percorso previsto è sostanzialmente identico a quello della vecchia sperimentazione di scientifico e tecnologico Brocca.
La seconda è legata al fatto che per diversi anni c’è stato uno storico di prove di fisica (vd. gli esami dello scientifico e tecnologico Brocca e delle maxisperimentazioni precedenti). Visto che funzionava davvero bene, sarebbe bastato che al MIUR si uniformassero a questo, piuttosto che decidere di stravolgere tutto di nuovo. Qui mi fermo, perchè non voglio scatenare altre polemiche oltre a quelle che – giustamente – stanno già circolando in rete.
Dopodichè… è chiaro che le simulazioni sono eccessive per i ragazzi (sul fatto che contengano alcuni errori di impianto, dal punto di vista fisico, come accadeva anche per quelle di matematica, non ho visto nessuno esprimersi)! Non è giusto che siano gli studenti a pagare il prezzo di tanto pressapochismo.
Riguardo la prima inesattezza, credo che la dicitura “liceo scientifico di ordinamento” indichi il Liceo Scientifico, senza opzioni e sezioni. Infatti, come saprai, di Licei scientifici ce ne sono 3: il Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate, il Liceo Scientifico sezione Sportiva e il Liceo Scientifico (di ordinamento?).
Per la seconda inesattezza, sono perfettamente d’accordo con te.
Veramente sono d’accordo anche sul resto.
Io condivido assolutamente il testo quando parla di livelli richiesti troppo alti e prove non adatte per verificare i diversi livelli di competenze. L’opinione che gira fra molto insegnanti è che le simulazioni di fisica uscite sono troppo difficili per una “normale classe”. Se le si confronta con le prove di fisica che uscivano al Brocca (indirizzo sperimentale ora chiuso in cui si facevano ancora più ore di matematica e di fisica) queste risultano molto più semplici (e soprattutto più standard) rispetto a queste nuove simulazioni proposte.
concordo… sarebbe bastato mantenere l’impianto degli esami del Brocca… si sarebbe ottenuto un esame “abbordabile” dagli studenti!
Perché non provare a pensare ad una prova con problemi di una materia e quesiti dell’altra, ad anni alterni? In questo modo si valorizzerebbe la preparazione in entrambe le discipline e si potrebbero calibrare meglio i contenuti.
sarebbe carino, ma non è contemplato nella normativa vigente, che prevede, per la seconda prova, un’unica materia
È quanto mi ha risposto Anna Brancaccio quando le ho scritto proponendole questa soluzione, ma la normativa non è scritta nella pietra!