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Dopo la pandemia, nel novembre 2022 abbiamo avuto di nuovo Big mathsjam in presenza. Ce ne parla Giovanna Puppo.

Cos’è il MathsJam? Difficile da spiegare a chiunque non abbia partecipato prima. Su MaddMaths! ne abbiamo già parlato varie volte e forse vale la pena recuperare questo articolo, ma proviamo a rispiegarlo di nuovo. In tutto il mondo ci sono persone che amano la matematica, non solo lavoratori nel campo come insegnanti e ricercatori, ma anche semplici appassionati che si divertono con giochi, puzzle, problemi e indovinelli vari, il cui contenuto matematico è talvolta non trascurabile e per nulla banale. Ci vuole un certo sforzo per risolvere un problema matematico, o per escogitare una certa immagine con proprietà specifiche o, semplicemente, per risolvere un enigma logico o topologico, ma questo sforzo è premiato dalla gioia e sorpresa che se ne ottengono. Così, alcuni tra i più intraprendenti hanno cominciato a organizzare incontri mensili (spesso nei pub), in diverse città, dove intrattenersi con le attività descritte, ma anche condividere esperienze e punti di vista. Queste riunioni si chiamano MathsJam. Matt Parker, un noto divulgatore e umorista nonché ex insegnante di matematica di origine australiana, ha portato l’idea nel Regno Unito e anche in altri paesi, tra cui l’Italia.

Il successo di queste iniziative è aumentato gradualmente e, ad un certo punto, ci si è resi conto che non potevano rimanere circoscritte ad un ambito locale: meritavano di più. Si è quindi sviluppato un evento internazionale: THE BIG MATHJAM, ospitato in un centro congressi in Inghilterra per 2 giorni. Chiunque sia interessato può partecipare, pianificare un viaggio una volta all’anno, da diverse nazioni in Europa e non solo, e trascorrere un week-end di novembre fitto di esperienze e attività.

Ho partecipato per la prima volta nel 2021 alla versione on-line (a causa delle restrizioni anti covid che vietavano gli assembramenti), e mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di ripetere l’esperienza, questa volta in presenza, apprezzandola ancora di più in questa modalità. La cosa che più mi ha sorpreso è stata l’organizzazione eccellente: sembrava che tutto stesse accadendo magicamente nel modo giusto. I partecipanti arrivavano alla spicciolata il venerdì pomeriggio, ben accolti al parco Yarnfield, Stoke-on-Trent. Sono arrivata in treno con mio figlio e un nuovo amico, Daniele Aurelio responsabile del Mathsjam di Pavia, che ho conosciuto all’aeroporto di Milano.

Eccomi con Daniele a Malpensa.

Qui la graziosissima stazione di Stone. Fonte @Wikipedia

 

Qualche coordinata geografica, Stone si trova non troppo lontano da Stoke-on-Trent

Arrivati nella hall vediamo subito un uomo fare numeri di giocoleria, o juggling in inglese, accanto a lui troviamo Colin Wright, l’anima e la mente dell’evento, nonché matematico e giocoliere abilissimo (potete trovare informazioni su di lui qui). La gentilezza e la cordialità di Colin influenzano l’intero evento e rappresentano uno dei motivi del successo dell’iniziativa. La cena viene servita in una grande area, dove ci si siamo trattenuti chiacchierando e iniziando a dare un occhiata ad alcuni oggetti, che sarebbero stati ufficialmente presentati la sera dopo.

Mio figlio Errico alle prese con un rompicapo

Successivamente ci siamo trasferiti in un’altra zona dove abbiamo continuato a discutere e conoscerci, aiutati da uno o più drink. Altri partecipanti, tra cui ricordo Tiago e Ayliean, si sono progressivamente uniti al gruppo. Mio figlio, sebbene molto giovane (neanche diciottenne, forse il più giovane della brigata), è stato rapito dalla personalità di Adam Atkinson, spesso autore su MaddMaths!, uno dei partecipanti di più lungo corso e molto abile nell’attrarre l’attenzione e la curiosità degli ascoltatori.

Sabato mattina, dopo una colazione in perfetto stile british, è iniziato l’evento ufficiale, moderato anche da Katie Steckles, coordinatrice del locale mathjam di Manchester. Magari avete avuto modo di vederla in qualche clip di Numberphile, un canale youtube divulgativo che presenta in maniera accattivante vari aspetti della matematica. Numerosi matematici presenti sul quel canale si riconoscono mescolati nel gruppo. I circa 200 partecipanti hanno preso posto intorno a tavoli circolari in una sala conferenze situata al primo piano. Grandi finestre lasciavano entrare la luce di un sole insolitamente splendente per il periodo e il luogo, sui tavoli rettangolari disposti agli angoli si trovano oggetti molto interessanti. Immagini fornite.

1) Puzzles, innumerevoli varianti del cubo di Rubik, pezzi da collegare per creare noti poliedri, una strana forma costituita da sette esagoni (mi è stato permesso di averne alcuni da mostrare ai miei studenti)

2) Pile di chalk dust (letteralmente polvere di gesso), una rivista specializzata le cui copie possono essere prese liberamente dal pubblico.

3) Cakes, una parte speciale del festival riguarda il concorso per stabilire quale sia migliore: le varie torte sono giudicate da un comitato seguendo criteri speciali (gusto, bellezza, relazione con la matematica… ). Eccone alcune.

4) Problemi da risolvere nel fine settimana (piuttosto difficili): i concorrenti mettono la loro soluzione in una scatola e alla fine del festival avremo un vincitore.

L’evento si compone di blocchi di brevi discorsi chiamati TALKS (5 minuti al massimo) e pause in mezzo. I relatori parlano di diversi argomenti con un contenuto matematico, in modo molto leggero, spesso umoristico, mai scontato. Talvolta ci sono oggetti con cui giocare: ho costruito ad esempio una ocarina a forma di dodecaedro (suona davvero!). L’intervento che ho preferito riguardava l’altezza di vari sottopassaggi nel Regno Unito e le differenze che possono verificarsi quando viene utilizzato un modo diverso per segnalarla.

La Matematica non è una materia scolastica importante perché rappresenta un potente e irrinunciabile strumento in determinate professioni, ma aiuta soprattutto a sviluppare la personalità degli studenti.

Durante le pause i partecipanti hanno la possibilità di chiacchierare tra di loro bevendo una tazza di tè o raggiungere e approfondire alcune tematiche con il conferenziere che più li ha colpiti. Alcune stanze più piccole sono infatti riservate ad ospitare i relatori dopo il loro discorso. In questo modo è possibile mettere a loro disposizione un computer e la connessione internet, per consentire anche ai partecipanti da remoto di interagire con il gruppo. La partecipazione da remoto è una novità che è stata introdotta dopo l’esperienza del lock-down.

L’abitudine a riprovare dopo un fallimento dovrebbe essere il principale insegnamento che lasciamo ai nostri giovani al termine del loro percorso scolastico.

Dopo cena la parte migliore: le “Table activities”. Nella stessa sala conferenze ogni tavolo viene occupato da partecipanti che condividono oggetti o esperienze: come trucchi di carte o nodi che magicamente scompaiono dopo una sequenza di mosse, e molti altri. Gli interessati si fermano presso il tavolo che hanno scelto e provano le attività, oppure chiacchierano e commentano i discorsi ascoltati nella giornata. La notte è andata avanti nel pub al piano terra con musica e canzoni. Domenica mattina sequenza finale di “Talks”. Pranzo, corsa in stazione per raggiungere Manchester e prendere l’aereo.

Cosa ho ottenuto da quei due giorni di matematica? Un’atmosfera meravigliosa e molte idee. C’erano molti insegnanti che cercavano ispirazione per ripristinare la loro capacità di coinvolgere gli studenti. La Matematica non è una materia scolastica importante perché rappresenta un potente e irrinunciabile strumento in determinate professioni, ma aiuta soprattutto a sviluppare la personalità degli studenti. Riuscire, magari dopo qualche difficoltà, a risolvere il problema o a portare a termine correttamente una dimostrazione, restituisce una immagine positiva di sé e la fiducia nelle proprie capacità. L’abitudine a riprovare dopo un fallimento dovrebbe essere il principale insegnamento che lasciamo ai nostri giovani al termine del loro percorso scolastico.

Giovanna Puppo                             

Le Fotografie nell’articolo, se non altrimenti dichiarato, sono di proprietà di @Giovanna_Puppo2022.

Programma e materiali di questa edizione qui

Foto dei dolci di questa edizione qui

 

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