Non è vero che chi fa ricerca non deve occuparsi troppo di divulgazione. Da Galileo a Darwin, a Einstein e più recentemente da Timothy Gowers a Terence Tao, tutti i grandi scienziati sono stati in prima linea nel raccontare le loro idee ad un pubblico più vasto dei loro stretti colleghi. In questi tre mesi di avvio abbiamo cercato di trovare una nostra voce e un nostro pubblico e non sappiamo ancora se ci stiamo riuscendo. Oltre 2500 accessi (utenti unici) ci confortano che qualcuno legge quel che scriviamo…
Oramai divulgare la Matematica non è poi una cosa così originale. A parte “Lettera Matematica Pristem”, pioniera (e maestra…) in questo settore, si assiste un po’ ovunque ad una copiosa fioritura di cento (e più) fiori matematici tra articoli, letteratura, film, mostre, teatro e… telefilm (mi sto guardando le vecchie puntate della serie Numb3ers e le trovo anche fatte bene; chi lo avrebbe mai detto?). Tutto molto interessante. E allora perché, tra tutte queste attività, la SIMAI (Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale) si è presa la briga di partire con una nuova iniziativa, il gruppo di Divulgazione, e il sito MADDMATHS!? (N.B.: il punto esclamativo fa parte del nome del sito, quello interrogativo no).
Per quanto riguarda la SIMAI, diciamo che questa iniziativa è proprio una delle sue ragioni d’essere. Una cosa declinata in modo diverso a secondo delle persone che vi si dedicano ma sempre al centro della sua missione. Nel caso specifico si tratta di parlare di quella Matematica applicata che, a volte, non viene apprezzata come dovrebbe.
Utile ma insomma una Matematica quasi di serie B dove non si scopre più nulla, limitandosi ad applicare, senza troppo rigore, teorie sofisticate elaborate da altri (tranquilli, non vi tedierò dimostrandovi che così non è, lo so che lo sapete…). Non che alcune cose non fossero già state realizzate, come la bellissima brochure su Matematica&Industria realizzata nel 2006 sotto la direzione di Fausto Saleri ma insomma era tempo di dare continuità e massa critica a queste iniziative.
Per parte mia, devo dire che vi sono due cose che mi hanno spinto ad impegnarmi in questo progetto: un ragionamento di fondo e una decisione semi-epifanica. Di fondo, da un certo punto in poi (ma non da sempre), ho capito che la divulgazione è indispensabile, una parte necessaria del lavoro di un qualsiasi scienziato. Perché se poi alla fine la persone, specie i giovani, non riescono a capire nulla di quello che facciamo, e in particolare (nel nostro caso) del perché la Matematica sia così importante e ci prendono per una banda di fannulloni previlegiati, allora siamo una specie condannata all’estinzione. Destinati ad essere rimpiazzati dall’innovazione tecnologica (di corto respiro perché poi senza ricerca, a lungo termine, non c’è nessuna innovazione), come già in parte sta accadendo. Per la cosa istantanea, direi che un giorno ho capito che dovevo semplicemente “smetterla di arricciare il naso”, trovando un sacco di difetti in quelli che alcuni colleghi facevano faticosamente.
Non è vero che chi fa ricerca non deve occuparsi troppo di divulgazione. Da Galileo a Darwin, ad Einstein e più recentemente da Timothy Gowers a Terence Tao (e non riesco a non dire che questi ultimi due sono recenti vincitori della medaglia Fields e anche animatori appassionati di iniziative di divulgazione che troverete semplicemente googolando i loro nomi), tutti i grandi scienziati sono stati in prima linea nel raccontare le loro idee ad un pubblico più vasto dei loro stretti colleghi. Mostrando insomma che bisogna sporcarsi le mani. Provarci e anche sbagliare, se capita. Non aspettare che sia qualcun’altro a farlo perché ci sono delle buone possibilità che chi fa le cose sia anche colui che le racconta meglio (ovviamente lavorandoci un po’…).
Così ci siamo riuniti, formando il gruppo SIMAI-DMA (DMA=Divulgazione Matematica Applicata – ehm, lo so, non molto fantasioso). L’idea di fondo di questo gruppo è quella di stabilire un contatto con il mondo dei non-matematici. Un contatto vero, che sia spettacolo, ma non solo, che sia notizia e cultura, anche divertimento, ma insomma anche e soprattutto un superamento di certi stereotipi. Non è vero che la Matematica non si possa raccontare a chiunque, non è vero che la Matematica non sia interessante. Soprattutto non è vero che, per parlare di Matematica, si debba rinunciare a essere circostanziati e non si possa parlare di ricerche attuali. Ci siamo messi infatti di lavorare sul linguaggio e per questo ci avvaliamo della collaborazione di Stefano Pisani (giornalista scientifico) e di Chiara Valerio (scrittrice). Tutti e due sono laureati in Matematica e ci aiutano attivamente nella stesura dei nostri testi, comunicati stampa, interventi pubblici (ma su questo articolo giuro che non metteranno mano…). Allla redazione partecipano anche alcuni giovani promesse della Matematica applicata italiana (dottorandi e post-doc).
Ma parliamo ora dell’ultimo aggornamento di MADDMATHS! (giugno 2009, cerchiamo di aggiornare le rubriche più importanti una volta al mese, e le news una volta a settimana). Trovate allora un editoriale sulle prospettive dell’innovazione e della Matematica interdisciplinare del Presidente della SIMAI Nicola Bellomo. Il presidente dell’UMI Franco Brezzi e il poeta Carlo Carabba si sono cimentati nel celebre test di Proust (opportunamente declinato per il matematico). Poi Gian-Italo Bischi ci parla di una qualità spesso dimenticata dei matematici, la pigrizia; Federico Massaioli del nuovo motore di ricerca Wolphram. E ancora: recensioni (Il teorema del pappagallo), i luoghi della Matematica (Oberwolfach) e poi le news (dalla crescita intelligente di fibre nervose alla Matematica dell’hockey) e la fake-news (notizie bufala riprese dai vari media, leggere per credere…). E nessuno vi impedisce di dare un’occhiata ai contenuti precedenti…
Insomma, tanti argomenti e contributi per un sito giovane che sta cercando un suo spazio. In questi tre mesi di avvio abbiamo cercato di trovare una nostra voce e un nostro pubblico e non sappiamo ancora se ci stiamo riuscendo. Oltre 2500 accessi (utenti unici) ci confortano che qualcuno legge quel che scriviamo (alcuni si connettono da posti incredibili: il secondo paese per accessi è misteriosamente l’Ungheria ma c’e’ chi si è connesso dal Mali o dalla Repubblica Domenicana…). Però è difficile. E per questo abbiamo bisogno di voi.
Insomma veniteci a trovare spesso e fateci conoscere agli amici (sperando di non deludervi…).
Roberto Natalini