Quest’estate ha avuto molto risalto la notizia che il numero 42 si può scrivere come somma di tre cubi. Alessandro Zaccagnini ci spiega perché questo problema era difficile (e qual è il prossimo da risolvere) e ci accompagna in un piccolo giro tra i problemi chiamati “additivi”.
I fan di Douglas Adams e quelli di Lewis Carroll non hanno bisogno di spiegazioni: è chiaro che 42 è un numero decisamente interessante, e basta. Rimando alle pagine di Wikipedia per un elenco dettagliato di proprietà di 42, non solo matematiche, che lo rendono molto popolare. Io aggiungo l’osservazione, a quanto pare tanto originale quanto futile, che 10! secondi sono esattamente 42 giorni; Alberto Saracco, che i lettori di MaddMaths! conoscono bene e ha letto una prima bozza di questo articolo, ha immediatamente replicato che 5! secondi sono solo 2 minuti, e questo dà un’idea della rapida crescita del fattoriale.
Ma veniamo subito al motivo per cui 42 è salito alla ribalta quest’estate, quando A. Booker (Bristol) & A. Sutherland (MIT) hanno annunciato di aver risolto l’equazione 42 = x^3 + y^3 + z^3
Fino a questo momento, ma solo per pochi mesi, 42 era il piú piccolo intero positivo n per cui non si sapeva se l’equazione n = x^3 + y^3 + z^3
Osserviamo subito una cosa importante che riprenderemo piú avanti negli altri casi che discuteremo. Ci sono alcuni interi, un’infinità in effetti, per cui possiamo dire a priori, e quasi senza fare calcoli, che questa equazione non ha soluzione, per quanto grandi possano essere scelti x, y o z. Il piú piccolo intero positivo per cui questa equazione non ha soluzione è 4, e il successivo è 5; poi ci sono 13 e 14, 22 e 23, 31 e 32, 40 e 41, …In generale, se n è della forma \pm 4 + 9 k, dove k è un numero intero, l’equazione qui sopra non può avere soluzione perché c’è un ostacolo, un’ostruzione di natura aritmetica; la spiegazione è questa: se consideriamo i possibili valori di x^3 modulo 9, troviamo solo 0, 1, 8, o, piú brevemente, 0, \pm 1. Lo stesso vale, evidentemente, per i valori di y^3 e z^3; provando tutte le 27 combinazioni possibili, si scopre che il valore di x^3 + y^3 + z^3 modulo 9 non è mai \pm 4. Il matematico britannico Roger Heath-Brown, che ha dato importantissimi contributi alla Teoria dei Numeri, ha congetturato che per ogni intero positivo n, escludendo i valori appena indicati, l’equazione qui sopra ha infinite soluzioni. Notiamo incidentalmente che per n = 0 l’equazione diventa quella di Fermat, e sappiamo che non ha soluzione, anche se la dimostrazione, dovuta a Eulero e Legendre, è piuttosto sofisticata; la si può trovare nel paragrafo 13.4 del famoso libro di Hardy & Wright [1 ]G. H. Hardy and E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sixth ed., Oxford University Press, Oxford, 2008.
L’idea di base dell’algoritmo scoperto da Booker per risolvere il caso n = 33 è quella di scrivere l’equazione qui sopra nella forma alternativa n – z^3 = x^3 + y^3 = (x + y) (x^2 – x y + y^2)
Per inciso, notiamo l’enorme differenza che intercorre tra la dimostrazione o scoperta di un fatto matematico e la sua, pur doverosa, verifica. In questo caso, la ricerca ha richiesto molti milioni di ore, mentre per la verifica basta una frazione di secondo, anche su un portatile commerciale, purché dotato di software adatto al calcolo esatto.
Problemi additivi
Prendiamo lo spunto da questa recentissima scoperta per parlare in generale di problemi additivi in Teoria dei Numeri. Passeremo subito a descrivere esempi concreti, ma cominciamo enunciando in astratto il nostro obiettivo. Abbiamo a disposizione un certo numero di insiemi di numeri interi (positivi o negativi) A_1, A_2, …, A_k e vogliamo sapere per quali interi n l’equazione n = a_1 + a_2 + \cdots + a_k
Passiamo senz’altro a qualche esempio concreto, non prima di un’ultima osservazione: se tutti gli insiemi A che consideriamo sono sottoinsiemi di \mathbf{N}, in un certo senso il nostro è un problema di conteggio, perché l’equazione che vogliamo risolvere ha certamente un numero finito di soluzioni; è il caso del problema di Goldbach, per esempio. Invece, se qualcuno degli insiemi contiene infiniti interi positivi e un altro contiene infiniti interi negativi, l’equazione potrebbe avere infinite soluzioni e si pone il problema di “contarle” adeguatamente; rimanendo ai casi famosi, il problema dei primi “gemelli” rientra in questo tipo.
Problemi additivi con potenze perfette
Somme di due quadrati
Cominciamo da uno dei problemi piú eleganti e basilari di questa sezione: quali interi n si possono rappresentare come somma di due quadrati perfetti? Per quali interi positivi n l’equazione n = x^2 + y^2
Una cosa semplice che si può notare subito è che tra i numeri n per cui l’equazione è risolubile, non ce n’è neppure uno per cui n \equiv 3 \bmod 4. La spiegazione è la stessa vista sopra, anche se questo caso è decisamente piú semplice: x^2 assume solo i valori 0 ed 1 modulo 4, e quindi x^2 + y^2 assume solo i valori 0, 1 o 2 modulo 4, cioè x^2 + y^2 “evita” la classe 3 \bmod 4. In particolare, nessuno fra i numeri primi p \equiv 3 \bmod 4 è nella lista degli n per cui c’è una soluzione. Viceversa, Fermat ha osservato che tutti i numeri primi p \equiv 1 \bmod 4 sono nella lista degli n per cui c’è una soluzione, dando anche una dimostrazione che usa il suo metodo della discesa, una specie di induzione al contrario. Ma perché ci interessano tanto i numeri primi per cui questa equazione è o non è risolubile? Una proprietà estremamente interessante delle somme di quadrati è la formula di “composizione”: partiamo dall’identità tra numeri complessi (a + i b) (c + i d)
=
(a c – b d) + i (a d + b c).
Questo spiega l’interesse per i numeri primi “rappresentabili.” Abbiamo osservato sopra che se p \equiv 3 \bmod 4 allora non è rappresentabile come somma di quadrati, ma p^2 = 0^2 + p^2 lo è. Aggiungiamo anche il fatto banale che 2 = 1^2+ 1^2. Usando tante volte la formula di composizione, se ne conclude che una condizione sufficiente affinché un intero n sia rappresentabile come somma di quadrati, cioè che l’equazione n = x^2 + y^2 abbia soluzioni intere x, y, è che nella scomposizione in fattori primi di n, eventuali fattori primi p \equiv 3 \bmod 4 compaiano con esponente pari. Non è molto difficile dimostrare che la condizione è anche necessaria, utilizzando il Piccolo Teorema di Fermat per vedere che la congruenza x^2 \equiv -1 \bmod p non ha soluzione se p \equiv 3 \bmod 4.
Usando questa condizione necessaria e sufficiente, è possibile dimostrare il Teorema di Landau-Ramanujan: la “maggior parte” degli interi positivi non sono rappresentabili come somma di due quadrati. In una versione leggermente indebolita, \lim_{N \to \infty}
\frac{\vert \{ n \le N \colon
\text{ l’equazione $n = x^2 + y^2$ \`e risolubile } \} \vert}N
=
0.
La seconda osservazione è che per capire bene la formula di composizione nel caso della somma di due quadrati passiamo attraverso i numeri complessi, che apparentemente nulla hanno a che fare con gli interi. Ricordiamo però che per dimostrare che l’equazione di Fermat x^3 + y^3 + z^3 = 0 non ha soluzioni in interi positivi o negativi, tranne quelle in cui una variabile vale 0, è necessario considerare numeri complessi della forma x + \omega y dove \omega = (1 + i \sqrt{3}) / 2 ed x, y sono numeri interi. Dunque, queste contaminazioni fra parti apparentemente diverse della matematica si rivelano spesso molto feconde. Notiamo per esempio che, per capire a fondo come sono distribuiti i numeri primi, è necessario passare attraverso l’analisi complessa.
Differenze di due quadrati
Facciamo un piccolo cambio nell’equazione precedente: ora ci chiediamo per quali n è possibile risolvere l’equazione n = x^2 – y^2. Vedremo fra un istante che questa particolare equazione ha un numero finito di soluzioni, ma il fatto di aver cambiato un segno + in un segno - cambia la natura stessa del problema …
Invito di nuovo i lettori a fare una pausa e ad elencare gli interi fra 1 e 50 per cui l’equazione data ha soluzione. Il risultato è molto piú trasparente rispetto al caso della somma di due quadrati: si vede subito, infatti, che non sono rappresentabili come differenza di due quadrati tutti e soli gli interi n \equiv 2 \bmod 4. La spiegazione è del tutto simile alla precedente: i quadrati perfetti occupano solo le classi 0 e 1 modulo 4, ed esaminando tutti i casi possibili si vede che i numeri della forma x^2 – y^2 “evitano” la classe 2 \bmod 4.
Ricordiamo la scomposizione in fattori x^2 – y^2 = (x – y)(x + y). Ci concentriamo ora sui numeri interi dispari: in questo caso l’equazione n = x^2 – y^2 ha la soluzione “banale” in cui x – y = 1 ed x + y = n, cioè x = (n + 1) / 2, y = (n – 1) / 2. Di per sé, questa non sarebbe una cosa interessante, se non fosse per un’osservazione di Fermat, e cioè che ogni altra soluzione spezza n in due fattori non banali d ed n / d prendendo semplicemente d = x – y. Per esempio, 8051 = 90^2 – 7^2 e quindi 8051 = (90 – 7) \cdot (90 + 7), cioè d = 83.
Questa è l’idea alla base dell’algoritmo di fattorizzazione alla Fermat: in termini moderni, la versione originale di questo algoritmo ha una complessità computazionale troppo elevata, ma inserendo alcune semplici e brillanti idee su uno schema dovuto al matematico belga Maurice Kraitchik, Carl Pomerance ha inventato negli anni ’80 il crivello quadratico, uno dei migliori algoritmi di fattorizzazione oggi noti. Il migliore in assoluto è il crivello con i campi di numeri dovuto ai fratelli Arjen ed Hendrik Lenstra e Mark Manasse; anche questo usa come punto di partenza l’idea di Fermat e lo schema di Kraitchik, andando però in una direzione diversa da quella di Pomerance, usando anche idee di altri matematici come John Pollard. Consiglio il delizioso articolo di Carl Pomerance [2 ]C. Pomerance, A tale of two sieves, Notices American Mathematical Society 43 (1996), 1473–1485, nel quale racconta di essere stato sfidato a scomporre in fattori primi il numero 8051, quando era al liceo negli anni ’60, in meno di 5 minuti e senza usare una calcolatrice tascabile (per il buon motivo che nemmeno esistevano, all’epoca della sfida!). Per la cronaca ha perso la sfida e 20 anni dopo ha inventato il crivello quadratico.
Ma perché ci dovrebbero interessare tanto gli algoritmi di fattorizzazione? Perché i crittosistemi che usiamo, spesso inconsapevolmente, ogni volta che ci autentichiamo alla rete (social networks, bancomat, telefono cellulare) si basano sulla difficoltà di scomporre in fattori primi numeri di 200 o 300 cifre decimali: dunque, l’esistenza di “buoni” algoritmi è rilevante per la sicurezza dei nostri dati e la riservatezza delle nostre comunicazioni.
Forme quadratiche
Concludiamo questo lungo paragrafo con una discussione leggermente piú generale: ci interessano le forme quadratiche, cioè espressioni del tipo \phi(x, y) = a x^2 + b x y + c y^2, dove a, b e c sono numeri interi fissati; in particolare, vogliamo sapere per quali interi n l’equazione n = \phi(x, y) ha soluzioni in numeri interi x, y. Le forme quadratiche sono suddivise in classi a seconda del discriminante d = b^2 – 4 a c. Il caso della somma di quadrati corrisponde a d = -4, quello della differenza a d = 4. In generale, conta il segno di d; quando d \ge 0 è un quadrato perfetto, il problema di risolvere n = \phi(x, y) si riduce a determinare i divisori di n, eventualmente con qualche vincolo aritmetico modulo d, perché \phi si spezza nel prodotto di fattori lineari, come abbiamo visto sopra.
Un caso particolarmente interessante riguarda la forma quadratica \phi(x, y) = x^2 – 2 y^2, che ho trattato in dettaglio nell’articolo [3 ]A. Zaccagnini, Formato A4, L’Educazione Matematica, Anno XXIV, Serie VII 1 (2003), 47–54. Qui il discriminante è positivo ma non è un quadrato perfetto, e l’equazione \phi(x, y) = 1 ha infinite soluzioni! Sapete trovarne qualcuna? Sapete dimostrare che, invece, l’equazione \phi(x, y) = 0 ha solo la soluzione (0, 0)? Usando un linguaggio piú geometrico, sull’iperbole di equazione x^2 – 2 y^2 = 1 ci sono infinite coppie di punti a coordinate intere, mentre sull’iperbole degenere di equazione x^2 – 2 y^2 = 0 c’è solo il punto (0, 0). Quando d < 0 la conica n = \phi(x, y) è un’ellisse, e i suoi punti a coordinate entrambe intere sono comunque un numero finito perché la curva è limitata.
Il problema di Waring
Concludiamo questa sezione ricordando che il matematico britannico Edward Waring, nelle sue Meditationes Algebraicae del 1770, ha posto in generale il problema della risolubilità dell’equazione n = x_1^k + x_2^k + \cdots + x_s^k,
Problemi additivi con numeri primi
Non possiamo terminare senza fare almeno un breve cenno ai piú famosi problemi additivi che coinvolgono numeri primi: il problema di Goldbach (binario e ternario) e quello dei primi gemelli. Nel problema di Goldbach binario ci chiediamo se sia vero che l’equazione n = p_1 + p_2
La congettura “coniugata” di questa è la congettura dei primi gemelli: ci chiediamo se sia vero che l’equazione n = p_1 – p_2
Conclusioni
Nei problemi additivi in cui tutti gli addendi sono numeri positivi c’è una “interazione” fra due aspetti: la densità degli insiemi che consideriamo (che è un problema di competenza dell’analisi matematica), e la presenza delle cosiddette “ostruzioni locali” (di competenza dell’aritmetica), cioè la necessità che gli interi n di sopra soddisfino opportune congruenze. In questo articolo abbiamo privilegiato gli aspetti aritmetici, legati alle congruenze, e quindi vogliamo terminare con un controesempio di natura opposta: non è vero che ogni intero si scrive come somma di al massimo 100 di potenze di 2. Lasciamo ai lettori il compito di trovare il piú piccolo intero n per cui l’equazione n = 2^{x_1} + \cdots + 2^{x_{100}}
Alessandro Zaccagnini
Note e riferimenti
⇧1 | G. H. Hardy and E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sixth ed., Oxford University Press, Oxford, 2008 |
---|---|
⇧2 | C. Pomerance, A tale of two sieves, Notices American Mathematical Society 43 (1996), 1473–1485 |
⇧3 | A. Zaccagnini, Formato A4, L’Educazione Matematica, Anno XXIV, Serie VII 1 (2003), 47–54 |
⇧4 | A. Zaccagnini, Variazioni Goldbach: problemi con numeri primi, L’Educazione Matematica, Anno XXI, Serie VI 2 (2000), 47–57 |
⇧5 | A. Zaccagnini, Il cerchio si stringe intorno ai primi “gemelli, Sito web MaddMaths! (2013) |
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