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Per la notte dei Ricercatori a Milano, il Politecnico ha dato vita ad un laboratorio a base di numeri, cucina e divertimento. Si chiamava Hard Math Cafè. Vediamo come è andata.

 

Milano, 28 settembre 2012, sotto un grande tendone nella cornice dei giardini di Porta Venezia, bambini, adolescenti ed adulti entrano nel mondo perfetto della matematica per scoprire che coloro che tutti i giorni lo frequentano sono in realtà persone normali a cui piace godersi la vita… anche se a modo loro! Degustano cocktail ma scegliendo a caso gli ingredienti, impastano torte ma invece del cucchiaio usano un subwoofer alla massima potenza, sono golosi di M&M’s ma ancora di più di equazioni per decidere quanti mangiarne, fanno biscotti ma dalle forme più assurde.

Questo è l’Hard Math Cafè, la faccia rock della matematica, o meglio le facce degli “animati ricercatori” del Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano che per una speciale occasione si sono trasformati in “ricercati animatori” di una giornata all’insegna della divulgazione scientifica. L’iniziativa è una delle tante della Notte dei Ricercatori (MeetMeTonight ), un evento finanziato dall’Unione Europea che ha avuto luogo nello stesso in giorno in varie città d’Europa e che nella sola Regione Lombardia ha coinvolto 150 eventi a Milano,Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova e Pavia. Come scritto sui manifesti pubblicitari, lo scopo dell’iniziativa è quello di proporre al grande pubblico un “Faccia a Faccia con la Ricerca” che riveli come dietro a questo mondo apparentemente austero e asettico ci siano migliaia di persone coi loro volti, le loro idee e le loro emozioni, e che amano irrazionalmente questo mondo del razionale!

Per l’occasione i matematici del Politecnico di Milano si sono riscoperti bartender dell’Hard Math Cafè e si sono raccontati alla città nascondendo, all’insaputa degli “ignari degustatori”, pillole di matematica nei cibi e nelle bevande a loro offerti. Cosa c’è di meglio della degustazione di un cocktail con ingredienti casuali per spiegare come invertendo un opportuno modello probabilistico sia possibile stimare grandezze non direttamente misurabili? Cosa c’è di meglio dell’osservare una miscela di acqua e amido di mais rimbalzare come una pallina di gomma sopra un subwoofer per poi sciogliersi all’istante non appena la musica viene interrotta per spiegare che un opportuno modello differenziale è in grado di descrivere dinamiche così complesse? Cosa c’è di meglio che vedere quanti M&M’s sferici e quanti M&M’s ellissoidali stanno dentro un cilindro per capire che la fisica dello stato solido è tutta una questione di geometria e simmetrie? Cosa c’è di meglio che trasformare un biscotto rotondo in uno poligonale per capire che un cerchio e un triangolo sono topologicamente equivalenti?

Se vi siete persi quest’apertura non disperate, l’Hard Math Cafè riaprirà per altre occasioni nelle quali potrete rincontrare le vere “facce” della matematica.

 

Simone Vantini

Ricercatore al Politecnico di Milano

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