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State partendo per il mare e non avete niente da leggere? C’era quella cosa dei numeri primi gemelli che vi aveva sempre incuriosito, ma non ve la ricordate più? Ecco l’articolo che fa per voi. (Ma anche se rimanete in città va bene uguale). Di Roberto Natalini.

 

Agosto è alle porte, e forse, assieme a momenti di più o meno meritato relax, tra una passeggiata in montagna o un tuffo in mare, avrete finalmente un po’ più di tempo da dedicare a qualcuno dei vostri buoni propositi formulati durante l’anno, quegli interessi culturali che per tanto tempo avete trascurato dicendovi che avevate troppo da fare. Uno di questi vostri buoni propositi potrebbe essere magari quello di dedicare un po’ di tempo alla matematica(comunicato istantaneo di Google Analytics: qui stai già perdendo la maggior parte dei tuoi lettori), capire finalmente i numeri transfiniti o almeno uno dei sette problemi del Millenio(qui li hai persi tutti). O forse no. Nel secondo caso smettete immediatamente di leggere questo articolo (e vediamo se il bastian contrario che è in voi riuscirà a resistere a questa sfida…). Altrimenti, ecco, mettetevi tutti e due comodi, magari con carta e penna per prendere appunti, che stiamo per cominciare. [N.B.: se invece siete arrivati qui cercando un libro o un’attività per avvicinare dei bambini alla matematica, allora l’articolo che dovete assolutamente leggere è questo: Matematica per bambini tra i 5 e gli 8 anni??]

Per avvicinarsi alla matematica, avendo, uhm diciamo, una base di scuola superiore, bisognerebbe per prima cosa guardarsi dentro, farsi un breve esame di coscienza, e cercare di sapere cosa si vuole veramente. Anche se non sappiamo esattamente “cosa” cerchiamo, magari sarebbe utile anche solo capire “perché” lo cerchiamo [sì, lo so che questo è vero per il 99% delle attività umane, ma nel caso della matematica è ancora più vero, perché è astratta e forse noiosa e necessita di motivazioni. Fatemi però aggiungere a volte è anche bello trovare qualcosa che non si stava cercando, o forse semplicemente non si sapeva di cercare, ma per cui, ecco, eravamo pronti. Ma quello che sto veramente cercando di dire è che se pensate di interessarvi alla matematica solo per far tacere quel senso di colpa che vi perseguita fin dai banchi di scuola, beh, va bene, lo capisco anche, ma insomma, non è un buon modo di cominciare. Ci vuole almeno un’altra motivazione più seria]. E forse il vostro scopo è quello di cercare di trovare una versione semplificata del risultato di Wiles sul teorema di Fermat, o di aprire una breccia, nei ritagli di tempo, nell’ipotesi di Riemann. Oppure, volete solo capire una volta per tutte cosa sia la funzione esponenziale o quale sia il concetto espresso dalla parola “integrale”. O magari ancora, è l’infinito che vi ha fatto girar la testa. Ecco in ognuno di questi casi, dovrete sempre accontentarvi di capire solo un piccolissimo pezzetto. Perché la matematica è in sé un mondo di una vastità impressionante (e anche chi la pratica, vi assicuro, ne conosce solo dei pezzetti microscopici) e anche solo disegnarne una mappa vaga richiede tempo e impegno, e la mappa in sé non è chiaro che possa essere uno strumento idoneo all’esplorazione. [Chi pensa però di averne bisogno, della mappa, e abbia inoltre una discreta padronanza dell’inglese, potrebbe sempre provare a leggere The Princeton Companion to Mathematics, una specie di moderna enciclopedia della matematica, edita a cura di Timothy Gowers (già vincitore della medaglia Fields nel 1998) e pubblicata dalla Princeton University Press nel 2008. Non è proprio un punto di partenza, sono 1008 pagine, ma insomma, siete stati avvertiti].

Insomma, bisogna fare una selezione, ricordandosi però che la matematica è un insieme organizzato (dal facile al difficile) e, almeno nella sua realizzazione finale, molto molto astratto. I problemi di partenza sono sempre abbastanza concreti (misurare, contare, delimitare, trasformare), ma stranamente, una volta tradotto il problema in una formulazione matematica, è come se se ne andasse un po’ per per conto suo. Diceva Goethe: “I matematici sono come i francesi: se si parla con loro, traducono nella loro lingua, e diventa subito qualcosa di diverso.

Ehi, non è finita, la lista dei libri arriva proprio ora. Continua a leggere sul blog Dueallamenouno

 

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