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Francesca Matteucci è professoressa ordinaria dal 2000 presso l’Università degli Studi di Trieste. Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, è membro del Consiglio Tecnico Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana. Dal 2003 è socio dell’ Accademia dei Lincei per la classe di Scienze. Alessandra Celletti l’ha intervistata per MaddMaths!

1)    Parliamo delle tue ricerche: quali sono gli argomenti di studio e i risultati più  importanti che hai conseguito nella tua carriera? Quali sono gli  obiettivi futuri?

Fin dall’inizio della mia carriera ni sono occupata di evoluzione chimica delle galassie. L’evoluzione chimica studia come si sono formati e distribuiti dentro e fuori dalle galassie gli elementi chimici che conosciamo. In particolare, bisogna sapere che durante il Big Bang si formarono solo gli elementi leggeri, ovvero idrogeno, deuterio, elio e una piccolissima frazione di litio. Tutti gli altri elementi dal carbonio all’uranio e oltre sono stati fabbricati dentro le stelle, che li hanno restituiti al mezzo interstellare alla loro morte. Tra le morti più spettacolari delle stelle ci sono le supernovae, potentissime esplosioni cosmiche. Nella mia carriera mi sono occupata di modelli di evoluzione chimica della nostra Galassia e di quelle esterne. I risultati piu’ importanti che ho conseguito riguardano l’interpretazione di rapporti sulle abbondanze di elementi chimici che vengono misurati nelle atmosfere stellari e il loro utilizzo come orologi cosmici. Attraverso il confronto tra modelli dettagliati di evoluzione chimica galattica che tengono conto della storia di formazione stellare, di flussi di gas entranti e/o uscenti e naturalmente dell’evoluzione e nucleosintesi stellare, e i dati osservativi relativi alle abbondanze chimiche misurate sia nelle stelle che nel gas, sono stata in grado di derivare vincoli importanti sulla nucleosintesi e sui meccanismi di formazione ed evoluzione delle galassie ed in particolare della Via Lattea.
Gli obiettivi futuri sono di perfezionare ulteriormente la modellistica galattica cercando di introdurre nei modelli anche uno studio dettagliato della dinamica del gas e delle stelle. Questi modelli verranno poi usati per interpretare l’enorme mole di dati che si stanno accumulando dalle grandy Survey osservative volte a studiare milioni di stelle sia nella nostra galassia che in quelle vicine. Mi sto anche interessando alla mappatura delle zone di abitabilità nella nostra galassia, ovvero nell’identificare le regioni dove le condizioni sono più favorevoli alla creazione di pianeti simili alla Terra dove possa albergare la vita. Ciò viene fatto attraverso modelli di evoluzione chimica galattica che predicono le abbondanze dei più comuni elementi chimici ed il tasso di esplosione delle supernovae. Infatti, il contenuto metallico influenza la formazione di pianeti terrestri mentre le supernovae sono i killer della vita.

2)    Ritieni che il  fatto di essere donna abbia influenzato le tue ricerche? Ci sono stati dei sacrifici che hai dovuto compiere?

No, non credo che il fatto di essere donna abbia influenzato le mie ricerche anche se è singolare che l’evoluzione chimica delle galassie abbia interessato molte ricercatrici donne, a cominciare dalla prima che se occupò, Beatrice Tinsley. La scienza non è né maschio né femmina.  Certamente ho dovuto compiere sacrifici per svolgere il mio lavoro di ricercatrice ed il mio ruolo di mamma. Tutte le donne sanno che i sensi di colpa in questo caso sono sempre in agguato. Avrei potuto stare di più con mio figlio, ma devo però riconoscere che credo di essermela cavata bene. È chiaro come per una donna che voglia avere una famiglia e lavorare nel campo della scienza non sia facile conciliare le due cose, ma un partner comprensivo può risolvere la situazione

3)    Hai avuto dei modelli importanti ai quali ti sei ispirata e che possono aver contribuito alla tua decisione di occuparti di astrofisica?

Ho deciso di occuparmi di Astrofisica solo alla fine del mio ciclo di studi in Fisica. A me piaceva la Fisica che mi sembrava l’unica scienza che desse delle risposte e consentisse di costruire oggetti che ci aiutano a vivere e a svilupparci sempre di più, poi l’amore per gli astri è nato strada facendo. Non ho veramente avuto figure a cui ispirarmi, ho solo seguito il mio intuito.

Breve video di Francesca Matteucci durante la Lectio Magistralis “La formazione ed evoluzione degli elementi chimici nell’universo”, tenuta nell’ambto del “Master in Scienza e Tecnologia” dell’Univ. di Roma “Tor Vergata” il 15 Febbraio 2017
 

4)    Cosa rispondi a coloro che affermano che c’è una predisposizione diversa di uomini e donne verso la scienza?

Non so cosa voglia dire questa affermazione. Io so che ci sono molti modi per arrivare alla conoscenza e forse gli uomini hanno un modo di ragionare che può essere diverso da quello delle donne, ma so anche che le donne e gli uomini arrivano agli stessi risultati. Credo che in un gruppo di ricerca sia necessario avere sia uomini che donne poiché approcci diversi portano sempre ad un arricchimento della conoscenza. Le donne, nella mia esperienza di professore universitario, sono forse più emotive e più empatiche degli uomini, ma generalizzare è sempre sbagliato. In conclusione, anche se uomini e donne sono molto diversi tra loro, il loro contributo alla scienza ha la stessa qualità. Le donne nella storia si sono occupate meno di scienza degli uomini grazie anche a pregiudizi duri a morire, come quello che le scienze dure, come la matematica e la fisica, non siano adatti alle donne. Questi pregiudizi esistono ancora ma per fortuna stanno piano piano scomparendo.

5)    Cosa consigli alle giovani che intendono dedicarsi alla ricerca e quali azioni proponi per combattere gli stereotipi che non consentono di avere un’effettiva parità di diritti nelle carriere scientifiche?

Consiglio di ripetersi ogni mattina “yes I can” e di non farsi influenzare da stupidi pregiudizi quali il fatto che non si possa conciliare una famiglia con una carriera scientifica, e guardare a tutti gli esempi di donne scienziate famose che hanno avuto figli. Consiglio soprattutto di non essere timide, di farsi avanti, di proporsi per ruoli importanti, di responsabilità, di non pensare “io non ce la farò mai”. Le donne devono convincersi che ce la possono fare!

Intervista a cura di Alessandra Celletti

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