Come si fa a ‘interpretare’ lo stile di una squadra di calcio, attraverso le statistiche? Con un metodo che sfrutta la teoria dei grafi…
Il calcio è da sempre sport allergico alle statistiche. A differenza del basket, in cui il gioco delle squadre e dei singoli giocatori è abitualmente quantificato da una serie di dati, nel calcio generalmente non si va molto al di là del numero di goal segnati (nonostante la Fifa registri statistiche molto precise). Del resto, in uno sport dove un preciso tiro in porta può rovesciare una partita in cui la squadra avversaria aveva dominato per un’ora e mezzo senza mai segnare, le statistiche significano poco.
Non sono di questa opinione Javier López Peña e Hugo Touchette, due ricercatori di matematica dell’Università di Londra, appassionati di calcio, che si sono chiesti se non ci fosse un modo per analizzare le squadre da un punto di vista statistico.
I due ricercatori hanno sviluppato un metodo che sfrutta la teoria dei grafi per quantificare lo stile di gioco di una squadra. Il metodo può essere usato per stabilire quali siano i punti forti e deboli e l’importanza dei singoli giocatori. Grazie a questo sistema, López Peña, durante la presentazione della ricerca, si era spinto addirittura a prevedere la vittoria della Spagna nei campionati europei (non che ci volesse granché…). Un grafo è un insieme di punti, detti nodi, collegati da linee dette archi. Quando gli archi hanno una direzione, il grafo si dice orientato. I due ricercatori hanno rappresentato ciascuna squadra con un grafo orientato, chiamato rete dei passaggi, in cui ogni giocatore è un nodo, e la sua posizione dipende dal ruolo giocato. Il giocatore è collegato a ogni altro da due frecce che rappresentano i passaggi nei due sensi, il cui spessore rappresenta la frequenza dei passaggi. Questa rappresentazione permette già da sola di valutare immediatamente se il gioco della squadra è “bilanciato” o se ci sono delle aree in cui è carente. Tuttavia, con questa schematizzazione, è possibile fare valutazioni anche più accurate. Per esempio, calcolando un invariante detto “edge connectivity”, che corrisponde al numero minimo di frecce che è necessario togliere perché nel grafo ci siano dei nodi che non sono più raggiungibili da altri, si ottiene una valutazione sulla coesione del gioco della squadra. Se infatti il valore di questa quantità è basso, significa che basta intercettare pochi passaggi (ovvero cancellare alcune frecce) per spezzare il gioco.
López Peña e Touchette hanno valutato poi alcune partite dei mondiali di due anni fa, mostrando come la loro rappresentazione permetta di effettuare analisi in accordo con quello che è stato il gioco effettivo. I due sottolineano che il loro metodo non è esaustivo e che può essere approfondito, per esempio aggiungendo un nodo in più per rappresentare i tiri in porta o tenendo in considerazione anche l’accuratezza dei passaggi. Già così, comunque, il metodo può essere utile ad allenatori e giornalisti per affinare le loro valutazioni. Certo, l’utilizzo di questa tecnica presuppone che studino la teoria dei grafi… ma magari la passione calcistica può fare questo e altro!
A cura di Alice Sepe