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L’auto-percezione di uno studente, ossia quanto si considera bravo in diversi tipi di compiti, è un buon predittore di quale sarà il suo effettivo rendimento in quei compiti. Gli studenti che ritengono di essere bravi in matematica, per esempio, hanno maggiori probabilità di esserlo davvero e di impegnarsi di più nelle lezioni di questa disciplina, nonché di iscriversio a corsi avanzati di matematica, rispetto a quelli che hanno dei dubbi sulle proprie capacità o attitudini matematiche. Sono questi i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison, dell’Università della California, di Irvine e dell’Università tecnica di Dortmund in Germania e pubblicato sulla rivista Child Development.
Si tratta di uno studio, primo nel suo genere, in cui è stato tracciato il modo in cui sono cambiate le proprie autovalutazioni di confronto (ossia risposte alla domanda “Quanto sono bravo in matematica, rispetto all’inglese?”) nel momento in cui si fa un bilancio delle proprie capacità generali, verbali e matematiche, nell’arco del percorso scolastico tra i 6 e i 18 anni.

“Il nostro studio ha esaminato se ci sono cambiamenti legati all’età nell’uso dei confronti dimensionali da parte degli studenti e se questi cambiamenti possono spiegare la crescente differenziazione della concezione matematica e verbale di sé che hanno gli studenti nel tempo”, ha spiegato Sirui Wan, dell’Università del Wisconsin-Madison. “Lo studio di queste domande è importante perché chiarisce il ruolo dei confronti dimensionali nel plasmare le autovalutazioni degli studenti nelle diverse fasi della loro carriera educativa e perché i confronti dimensionali possono influenzare in modo significativo le future scelte educative degli studenti circa le loro aree di specializzazione”.

I dati sono stati raccolti tra il 1987 e il 1999 e il campione finale comprendeva 1069 bambini (con genere quasi perfettamente equilibrato). Lo studio ha fornito prove dirette che l’uso da parte degli studenti dei confronti dimensionali nelle autovalutazioni delle capacità aumentava nel tempo: nello specifico, nel tempo si verificava una diminuzione delle correlazioni tra la concezione di sé relativa alle abilità matematiche e linguistiche quando agli studenti veniva chiesto di valutare le proprie abilità sulla base di confronti dimensionali. Tuttavia, le correlazioni tra la concezione matematica di sé e le abilità linguistiche sono rimaste costantemente positive quando agli studenti è stato chiesto di valutare le proprie abilità sulla base di confronti sociali. Questi risultati suggeriscono che l’uso da parte degli studenti dei confronti dimensionali gioca un ruolo nello spiegare il capovolgimento legato all’età nella correlazione tra i concetti di sé matematici e verbali degli studenti durante gli anni dell’adolescenza: in altre parole, lo studio dimostra che gli studenti diventano sempre più propensi a impegnarsi in confronti dimensionali per determinare se sono “persone di matematica” o una “umanisti” man mano che crescono verso i 18 anni. Questa tendenza può spiegare perché alcuni studenti maturano una sorta di “identità accademica” precisa durante le superiori. Il fenomeno probabilmente gioca un ruolo importante nelle scelte di questi studenti circa le facoltà in cui iscriversi e gli ambiti a cui dedicare tempo, con conseguenze a lungo termine per i loro percorsi educativi e professionali.
“Sembra che gli studenti sviluppino una tendenza a pensare a se stessi come a una “persona che legge” o una “persona matematica” in base alla materia in cui sono più bravi. Questa tendenza può avere un ‘lato oscuro’ perché gli studenti potrebbero disimpegnarsi da materie in cui si percepiscono relativamente deboli anche se in realtà sono abbastanza bravi, rispetto ad altri studenti”, ha continuato Wan. “Purtroppo sappiamo ancora molto poco se e come fattori contestuali, come l’ambiente scolastico, possono influenzare questa tendenza. Per aiutare potenzialmente a garantire che gli studenti non evitino carriere specifiche a causa di autovalutazioni imprecise, sono necessarie ulteriori ricerche su questo argomento”.

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