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Quando Papa Francesco è morto il Lunedì dell’Angelo, il 21 aprile 2025, il mondo si è raccolto nel dolore. Due settimane dopo, 133 cardinali si sono ritrovati nella Cappella Sistina per scegliere il suo successore. Durante quei giorni di isolamento, analisti, scommettitori e modelli di intelligenza artificiale si affannavano a prevedere chi si sarebbe affacciato dal balcone di San Pietro. Nessuno è riuscito a indovinare il nome di Robert Prevost. Quasi, nessuno.

Un gruppo di ricercatori dell’Università Bocconi aveva infatti individuato un indizio nascosto nei numeri. Come si legge in questo paper Giuseppe Soda, Alessandro Iorio e Leonardo Rizzo hanno applicato alla “rete dei cardinali” la stessa logica matematica che ha fatto la fortuna di Google. Ricostruendo una mappa delle relazioni personali e professionali all’interno del collegio cardinalizio – chi ha lavorato con chi, chi ha ordinato chi, chi è amico di chi – sono riusciti a creare una sorta di “LinkedIn del Vaticano”.

Su questa rete hanno poi considerato tre indici di influenza: status, mediazione e capacità di creare coalizioni. Prevost, considerato da tutti un outsider, risultava primo nella categoria “status”, che misura quanto un individuo è connesso a persone già influenti. È il principio della “eigenvector centrality”, che assegna punteggi proporzionali all’importanza dei propri contatti. In parole povere: contano non solo le tue relazioni, ma anche le relazioni dei tuoi amici. Su questa stessa idea si basa PageRank, l’algoritmo che genera i risultati di Google durante una ricerca: un sito risulta importante se è linkato da altri siti importanti; allo stesso modo, un cardinale ha un notevole peso se è ben visto da altri cardinali di peso. Come scrivono i ricercatori, il lavoro dimostra che la teoria delle reti possa rivelare i presupposti strutturali per il consenso. Non solo, ma ogni analisi dei futuri conclavi – o analoghi processi decisionali d’élite – secondo gli scienziati dovrebbe iniziare proprio tracciando gli spazi relazionali di influenza di tutti i coinvolti.

E lo Spirito Santo? Qual è lo spazio per la sua ispirazione, in questo contesto? Forse anche Lui ha studiato matematica, come Papa Prevost.

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