Comunicare la matematica è una sfida cruciale per l’intera comunità matematica. Ma come farlo in modo efficace? Seguendo il metodo CCDQP. Ce ne parla Marco Menale.
Aumenta presso il grande pubblico la consapevolezza dell’importanza e dell’impatto della matematica. E non solo con gli ultimi due anni di pandemia, tra grafici, bollettini ed esponenziale. È il progresso tecnologico una delle principali spinte di questa crescente consapevolezza. Pensiamo a quanto si parla di modelli matematici. E non solo epidemiologici, ma anche per lo studio e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Tuttavia questa evoluzione è possibile (anche) grazie al lavoro delle persone impegnate nella comunicazione della matematica. Non solo parole, ma anche podcast (come Fantamatematica e Maschere del Carnevale Matematico di MaddMaths!) e video (ad esempio su YouTube: il canale di Alberto Saracco, la matematica danzante di Raffaella Mulas e 3Blue1Brown).
Ma come si comunica la matematica? Come si fa a raccontare di nuovi spazi di funzioni, teoremi e corollari? Il linguaggio della matematica rappresenta la prima difficoltà. La sua astrazione rischia di allontanare rapidamente i non-addetti ai lavori (rischio che c’è anche tra i banchi di scuola). E quella stessa astrazione rende difficile comunicare l’importanza di un nuovo teorema o le sue conseguenze nell’ambito di una teoria. Ecco, a queste sfide rispondono divulgatori e divulgatrici. E qualunque sia il mezzo, scrivere di matematica è come raccontare una notizia. Così come la regola delle 5 W è alla base di un buono e accattivante articolo, qualcosa di simile deve accadere in matematica. Silvia Benvenuti e Roberto Natalini in un loro articolo la chiamano la regola CCDQP: chi, come, dove, quando, perché.
Vediamo da vicino come funzionano queste regole e quali scopi hanno.
Chi
Il Chi ha un duplice valore. Da un lato si riferisce all’oggetto della comunicazione. Può trattarsi di un nuovo teorema o di una particolare applicazione. Dall’altro alle persone che ci sono dietro quel nuovo risultato. Perché la matematica e i suoi progressi sono fatti di persone, di donne e uomini che lavorano, aggiungendo pezzettino su pezzettino a questa grande conoscenza.
Come
Il Come può aiutare a rispondere ad alcune domande ricorrenti: cosa fanno matematiche e matematici? Cosa c’è ancora da scoprire in matematica? Raccontare di un nuovo risultato significa anche spiegare come lo si è fatto, anche solo dando qualche accenno. Certo, la barriera tecnica di questa disciplina è innegabile, tuttavia nella comunicazione matematica bisogna fornire una traccia del percorso seguito. Perché semplificare non deve tradursi in banalizzare.
Dove
Il Dove assieme al Chi identifica le persone che ci sono dietro un nuovo risultato. Può trattarsi di un gruppo di persone afferenti tutte allo stesso centro di ricerca. Tuttavia negli ultimi anni è sempre più probabile che si tratti di collaborazioni a distanza tra persone di diverse provenienza. Ma individuare nello spazio matematiche e matematici aiuta l’efficacia della comunicazione.
Quando
Il Quando consente di tracciare la linea temporale delle scoperte matematiche. Purtroppo per i non-addetti ai lavori le scoperte matematiche sembrano non avere un ordine cronologico, ma solo logico. E questo succede anche nelle scuole. Con la conseguenza di non avere un quadro completo di una certa teoria e dei singoli sviluppi che ci sono stati. Sembra quasi che le teorie matematiche siano state comunicate da entità superiori o che singole persone abbiano scritto tutto. Per questo nella comunicazione matematica specificare la linea cronologica favorisce la comprensione dell’impresa matematica nella sua totalità. E, forse, aiuta ad umanizzare questa disciplina.
Perché
E infine il Perché aiuta a rispondere alla domanda delle domande: ma a cosa serve la matematica? In quest’ottica chiarire il perché di un nuovo risultato può aiutare a comprendere il quadro più ampio della teoria in cui si inserisce, ma anche l’impatto che può avere su tempi più o meno lunghi. Tuttavia in questo caso bisogna considerare anche l’aspetto relativo alla conoscenza. Sì, perché i progressi della matematica passano anche per il desiderio di ampliare la conoscenza, cercando di superare limiti e arrivando a una comprensione sempre più ampia. E non manca anche il richiamo al gusto estetico, altro elemento proprio dell’avventura matematica.
Come la regola delle 5 W non garantisce un articolo giornalistico di successo e accattivante, lo stesso accade per la regola CCDQP, perché poi ci sono le qualità di chi fa quella comunicazione. Tuttavia seguire queste regole aumenta la probabilità di ottenere un buon risultato finale. Soprattutto per la soddisfazione del pubblico.