L’editore Neri Pozza ha pubblicato Mathematica: un’avventura alla ricerca di noi stessi, un libro di David Bessis. Lo ha letto e ce ne parla Nicola Ciccoli.
Il libro di David Bessis è una lettura sorprendentemente innovativa. Tra i tanti libri che, ultimamente, in libreria si occupano di raccontare la matematica e la sua didattica, tramite storie di problemi o di scienziati, elenchi di aneddoti, esperienze personali e considerazioni trasversali, eccone uno che avvia una riflessione profonda e non basata sui luoghi comuni su cosa è il pensiero matematico, sul perché tante persone lo trovano così difficile e su come e perché migliorare, qualunque sia il nostro livello di conoscenza della disciplina, il nostro rapporto con essa. Per dirlo con le sue parole, non rendere la matematica facile, ma renderla accessibile.
L’autore, anzitutto. Un matematico prestigioso, con le sue ricerche sul gruppo delle trecce e le sue applicazioni alla topologia, portate avanti a Yale prima e al CNRS poi, e pubblicate sulle riviste che a noi professionisti fanno accendere la lampadina: Inventiones, Annals of Mathematics… Un genio della matematica, dunque. Ecco. Partiamo proprio da qui. Non si considera proprio tale: anzi. Se l’obiettivo dichiarato del libro può sembrare un po’ ambizioso ” cambiare il vostro modo di vedere il mondo“, di certo può contribuire a cambiare una radicata idea sul ruolo del genio, quando dichiara da subito: “quando ho iniziato non ero particolarmente bravo” e prosegue “avendola sentita crescere nel corso degli anni so per certo che la mia forza matematica non era innata“. Da queste considerazioni parte il primo tema del libro: come mai è così diffusa l’idea che la matematica sia una disciplina adatta solo a pochi eletti, esoterica e geniale? Perché accettiamo che la gran parte degli umani venga catalogata come “inadatta” e quali prove abbiamo per corroborare una convinzione così forte?
Bessis da voce alla convinzione, fortunatamente crescente, che non sia affatto così, che la matematica di livello universitario sia sostanzialmente accessibile a tutti e che l’ostacolo principale sulla strada della matematica non sia di natura genetica o biologica, ma sia la combinazione di un ostacolo emotivo (“La mia pratica di ricerca matematica mi ha insegnato che quando ci troviamo chiusi in una stanza alle prese con un problema difficile ci viene un unico desiderio – la fuga“) e di una fragile comprensione di quale processo porti il nostro cervello a diventare “bravo in matematica” e di come la prassi didattica in larga parte ignori questo processo.
La tesi di Bessis, semplificando, è che, contrariamente a quanto siamo portati a pensare, a giocare un ruolo molto importante nel miglioramento delle capacità matematiche sia l’intuizione, assai più della razionalità. Ma una intuizione particolare, applicata a oggetti di cui fatichiamo a fare una esperienza diretta. Senza questa intuizione la nostra razionalità, le nostre capacità di calcolo, ci sorreggono solo per un percorso molto breve e la nostra memoria perde velocemente il suo contenuto. È quando “sentiamo” un concetto matematico, quando lo facciamo nostro a livello intuitivo, quando siamo capaci di visualizzarlo mentalmente che, improvvisamente, le nostre capacità si dilatano. La cosa più importante è imparare a “vedere” la matematica e questa abilità si può coltivare.
Questa tesi, ovviamente semplificata in poche righe, viene da Bessis scandagliata a fondo, con un occhio alle conseguenze sulla didattica e un altro sulle modalità pratiche di sviluppo di questo “terzo occhio”, accompagnate da citazioni di Cartesio, Grothendieck, Thurston: tutti scienziati che alle loro scoperte scientifiche hanno affiancato una riflessione solida sul modo in cui hanno raggiunto queste scoperte. Lo scopo è condividere con tutti l’idea che la matematica sia uno dei modi con cui l’uomo conosce il mondo e che rafforzare le nostre capacità matematica sia un modo efficace e al tempo stesso bello di essere ancora più umani. Che a pensarlo sia un matematico professionista che ha abbandonato la ricerca matematica per dedicarsi allo sviluppo della intelligenza artificiale è motivo di ulteriore fascino.
Non è un libro per chi pensa di trovare ricette pronte, non è un manuale di auto-aiuto matematico, eppure è al tempo stesso un libro molto concreto. Leggerlo vi porterà sicuramente a rivedere alcune delle vostre idee preconcette. Se siete aperti ai suoi contenuti e insegnate o avete insegnato matematica sicuramente vi chiederete cosa potete fare da oggi per aiutare i vostri studenti. Se siete dei ricercatori professionisti vi chiederete come questo libro può integrare la vostra pratica quotidiana. Se siete solo dei curiosi forse scoprirete che la matematica è anche per voi, più di quanto non abbiate mai pensato.
David Bessis
Mathematica. Un’avventura alla ricerca di noi stessi
Neri Pozza 2023
pp. 288, € 19,00
Collana: I Colibrì
Generi: Saggi
ISBN 978-88-545-2625-9
traduzione dal francese di Raffaele Cardone