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Giovedì 17 febbraio alle 18.30 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel quadro della rassegna Tre Stazioni per Arte-Scienza, si tiene un incontro in cui Elena Bonetti, matematica e ministra delle Pari Opportunità, Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza, e Cristiana Pulcinelli, giornalista scientifica e scrittrice, riflettono sul tema Donne e Scienza; ce lo presenta Chiara de Fabritiis (coordinatrice del Comitato Pari opportunità dell’UMI).

Ormai è noto a (quasi) tutti/e che l’11 febbraio si festeggia la Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza, istituita dall’ONU nel 2015 allo scopo di raggiungere accesso pieno ed egualitario alla scienza per donne e ragazze, attuando quindi il quarto (istruzione di qualità) e quinto (parità di genere) obbiettivo per lo sviluppo sostenibile dell’agenda ONU 2030. 

Raccogliendo lo spunto suscitato da questa ricorrenza, la rassegna “Tre Stazioni per Arte-Scienza”, che si sta svolgendo al Palazzo delle Esposizioni a Roma dal 12 ottobre scorso e si concluderà il prossimo 27 febbraio, di cui abbiamo parlato qui, ospita giovedì prossimo, 17 febbraio, alle ore 18.30, un evento di grande interesse sul tema Donne e Scienza. L’incontro si svolgerà in presenza alla rotonda del Palazzo delle Esposizioni di Roma (ingresso a partire dalle 18 fino a esaurimento dei posti disponibili, entrata in via Nazionale 194, costo del biglietto 4e). La registrazione sarà poi resa disponibile sul sito e sul canale youtube del Palazzo delle Esposizioni.

Le tre ospiti sono tutte di grande richiamo: Elena Bonetti, matematica prestata alla politica, è Ministra per le Pari opportunità e la famiglia dal 2019 e si è impegnata con grande vigore sul tema dell’empowerment femminile, coordinando la prima conferenza G20 sull’argomento (ne abbiamo parlato qui).  

Antonella Polimeni, ordinaria di malattie odontostomatologiche, è stata la prima donna a diventare, nel 2020, rettrice della Sapienza Università  di Roma  negli oltre 700 anni di storia dell’ateneo romano. A questo traguardo è arrivata dopo essere stata preside della facoltà di medicina e avere coordinato un dottorato di ricerca e una scuola di specializzazione. 

La terza oratrice è Cristiana Pulcinelli, giornalista scientifica che ha lavorato per molti anni al quotidiano “L’Unità”, dirigendone il settore scientifico e culturale, e per oltre un decennio ha insegnato il corso di giornalismo scientifico al master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste. Tra i libri che ha pubblicato, due sono comparsi nella collana “Donne nella scienza”: “Alla ricerca del primo uomo” che narra la storia della paleontropologa Mary Leakey e “Pannocchie da Nobel”, biografia della genetista Barbara McClintock.     

Si tratta quindi di tre voci qualificatissime per ragionare sulle difficoltà che le donne incontrano nell’affrontare percorsi di formazione e di carriera a indirizzo scientifico. Del resto, fino alla metà dell’Ottocento inoltrata, alle donne non era concessa l’iscrizione formale all’università: il primo ateneo ad ammettere iscritte regolari fu nel 1863 l’Università di Lione, seguita nel 1867 da quella di Parigi e dal Politecnico di Zurigo, anche se casi sporadici di donne laureate in materie scientifiche (Laura Bassi e Cristina Roccati) si erano avuti negli atenei di Bologna e Pavia già nel Settecento. Ad oggi, le opportunità di studiare per bambine e ragazze sono molto diverse a seconda dei vari paesi: se in Afghanistan o in Sud Sudan la condizione femminile è difficilissima, anche paesi come il nostro dove a livello legislativo le donne godono di totale parità di diritti, in pratica i pregiudizi nei confronti delle donne scienziate sono ancora molto presenti (qui trovate il report del progetto Gender Gap in Science di cui abbiamo parlato più volte).  

Quella di giovedì prossimo è quindi un’ottima occasione per ragionare su un tema che è, purtroppo, ancora di grande attualità, come del resto provano i recentissimi risultati del primo Rapporto tematico di genere AlmaLaurea, dal titolo “Laureate e Laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali” presentato a fine gennaio. A fronte di migliori performance universitarie, infatti, l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro risulta più difficile e connotato da un netto svantaggio retributivo (che si aggira intorno al 20% a 5 anni dalla laurea).

Con incontri di questo livello manteniamo alta l’attenzione su questi temi.

Chiara de Fabritiis

 

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