Questa estate sono stato docente di un corso al Campus di Matematica, Fisica e Sport che si è tenuto a Bardonecchia.
Nella mia decennale attività di divulgatore della matematica mi è capitato di parlare di fronte ai pubblici più diversi, ma mai mi era capitata una platea tanto interessata, curiosa e competente come i 16 ragazzi che hanno seguito le nove ore del mio corso sulle Geometrie non Euclidee. L’entusiasmo dei ragazzi era palpabile e —come è inevitabile che accada— questo ha reso il corso molto più vivace e interessante di quanto lo sarebbe stato in un’altra situazione.
Penso che questo sia dovuto a caratteristiche specifiche di questo Campus che, a priori e prese singolarmente, tendo a considerare negative, ma che hanno invece alla prova dei fatti avuto un ottimo effetto.
Innanzitutto, diversamente da molti stages offerti da varie università, solitamente sfruttando i fondi del PLS, era uno stage a pagamento. Indubbiamente il viaggio da Torino, il vitto e alloggio e la grande offerta di corsi e di attività sportive giustificano il prezzo. Un’organizzazione di tale livello comporta moltissime spese e il contributo dei partecipanti è necessario.
Inoltre, il programma giornaliero è il manifesto dell’horror vacui: la mattina quattro ore di lezione (tutte dello stesso corso), il pomeriggio tre ore di lezione (di un corso diverso) e due ore di sport intensivo, la sera un seminario, una gara di giochi matematici, una gita all’osservatorio astronomico o un film scientifico. Le attività iniziano alle 8:30 del mattino, per terminare alle 23 (o anche più tardi, alcuni giorni). Insomma: un massacro senza tregua, per 7 giorni consecutivi.
In definitiva, i ragazzi che seguono i corsi sono interessatissimi a quello che i docenti hanno da raccontare perché solo chi è estremamente motivato è disposto a pagare per essere stremato da circa 50 ore di matematica, fisica et similia in una settimana.
Pertanto, se vi capita di essere invitati come docenti a questo Campus, accettate senza remore: vi attende un’esperienza foriera di grandi soddisfazioni.
E dal punto di vista dei ragazzi? Ormai sono passati quasi vent’anni dal mio esame di maturità e temo di iniziare ad avere qualche difficoltà nell’immedesimarmi negli studenti delle scuole superiori, ma penso di non sbagliare affermando che l’Alberto liceale degli anni Novanta sarebbe stato entusiasta di partecipare ad un simile Campus.
Ogni ragazzo può scegliere 4 corsi (di matematica, fisica, meteorologia, geologia, divulgazione scientifica…) a scelta fra oltre 20. I corsi sono di vari livelli di difficoltà (tendenzialmente divisi in corsi per studenti del biennio e del triennio), estremamente variegati in quanto a temi e sono tenuti da docenti universitari o altri esperti.
La grande varietà di scelta fa sì che nessuno sia obbligato a seguire un corso a cui non è interessato.
Completano l’offerta vari altri seminari e attività che si svolgono per tutti i 200 studenti insieme.
La full immersion in corsi interessanti di matematica, fisica, astronomia e altre scienze, tenuti da docenti universitari ed esperti del settore, insieme alla condivisione con altri ragazzi appassionati provenienti da tutta Italia, ne fanno un’esperienza indimenticabile. I commenti che ho potuto personalmente sentire dai ragazzi partecipanti non sono stati mai meno che entusiastici.
Il Campus di Matematica, Fisica e Sport, organizzato dalla Scuola di formazione scientifica Luigi Lagrange in collaborazione coi Dipartimenti di Matematica e di Fisica dell’Università degli Studi di Torino, è attivo da oltre 10 anni (la prima edizione è stata nel 2005 al villaggio olimpico di Sansicario (TO)) e ultimamente propone attività in vari periodi dell’anno, anche con soggiorni più brevi, campus per studenti delle scuole medie e stages di formazione per insegnanti.
La descrizione fatta sopra si riferisce al campus di 7 giorni di luglio a cui ho partecipato. In ogni caso tutti i vari stage hanno dei funzionamenti simili a quello descritto.
Prossimi stage organizzati.
Campus invernale, prima sessione. 15-17 dicembre 2017. Iscrizioni aperte.
Campus invernale, seconda sessione. 19-21 gennaio 2018. Iscrizioni aperte.
Campus di matematica moderna. Aprile 2018. 3 giorni
Campus di fisica moderna. Aprile 2018. 3 giorni
Campus per le scuole medie, prima sessione. Aprile 2018. 3 giorni
Stage aggiornamento docenti (medie). Aprile 2018. 3 giorni
Campus per le scuole medie, seconda sessione. Maggio 2018. 4 giorni
Stage aggiornamento docenti (superiori). Maggio 2018. 3 giorni
Campus estivo. Luglio 2018. 7 giorni
Campus di robotica. Luglio 2018. 7 giorni
Campus di astrofisica. Agosto 2018. 7 giorni
Quota di iscrizione. Variabile, dipende dalla tipologia e dalla durata dello stage. Per lo stage a cui ho partecipato a luglio, di 7 giorni, era di 495 euro, per i prossimi stage invernali di dicembre e gennaio, di 3 giorni, è di 225 euro.
Borse di studio. Grazie alla collaborazione dell’INdAM (Istituto Nazionale di Alta Matematica), per lo stage del 19-21 gennaio 2018 sono previste 6 borse a copertura dei costi di iscrizioni. La scadenza del bando è il 15 dicembre 2017.
Ho preso parte come docente a numerosi campus di MFS e, come per Alberto Saracco e Susanna Terracini, la mia impressione è decisamente positiva. Nonostante il programma molto intenso – o forse proprio per questo – il clima che si instaura è molto stimolante. Gli studenti hanno sempre mostrato interesse ed entusiasmo davvero ammirevoli e le lezioni – frontali, tante e non facili proprio perché su argomenti interessanti e tutt’altro che banali – sono vissute in modo estremamente attivo: nei 25 anni della mia docenza universitaria in nessun corso ho mai avuto così tante domande, osservazioni e richieste di materiale di approfondimento. Un grazie all’INdAM per le borse, ed è un vero peccato che l’iniziativa non abbia un maggior sostegno finanziario in modo da poterne ridurre il costo, peraltro più che misurato rispetto al servizio offerto. Anche la formula studio + sport mi sembra ben azzeccata, e la prova di tutto ciò è che non sono rari i casi di partecipanti che tornano ad iscriversi. Infine mi pare un’ovvietà lapalissiana che a nessuna (e nessuno) venga imposto di prendere parte a esercizi ginnici che per un qualsiasi motivo non si senta di fare. Anzi, la presenza al campus di un medico 24 ore su 24 tutela dal punto di vista sanitario meglio che a casa. Tantomeno ho poi mai sentito parlare di bullismo nelle attività sportive di gruppo che, da quanto mi risulta, sono sempre stati momenti di aggregazione e non di esclusione. In definitiva sono convinto che l’iniziativa sia un ottimo contributo per avvicinare gli studenti al mondo scientifico e spero possa continuare nella sua impostazione che mi pare più che valida.
Anch’io, come Alberto Saracco, ho partecipato ad un campus, tenendovi una sola lezione e ne ho avuto un’ottima impressione. Ho visto tantissimo entusiasmo ed interesse da parte degli studenti. Diversi di loro si sono poi iscritti a matematica. Tanto di cappello a questi ragazzi che rinunciano ad una parte delle loro vacanze per dedicarsi, con molto impegno, ad imparare cose nuove facendo anche un bel po’ di sport. Non so se l’avrei fatto alla loro età, ma per fortuna non siamo tutti uguali. Da docente è stata una bella esperienza, estremamente motivante così come lo è stato partecipare alle settimane di orientamento della scuola normale di Pisa, che hanno un approccio tutto diverso. Il prezzo è molto ragionevole rispetto alla durata e alla qualità dei corsi erogati ed il livello dei docenti coinvolti. Ottimo che l’INdAM sponsorizzi alcune borse di studio. Spero che anche altri enti o fondazioni possano fare altrettanto nel futuro.
Io non andrò mai a insegnare in un campo del genere, e non ci manderei mai i miei figli.
Primo, a pelle, perché lo sport *organizzato e di gruppo* è un’attività che per me è sempre stata fonte di scherno e bullismo. Che poi se una quella settimana ha il ciclo cosa fa? Lo so che ci sono tante donne che stanno benissimo; io invece da ragazza avevo dei crampi tremendi (dolore come a partorire). Altro che sport.
Poi, ragionando, perché partecipa solo chi se lo può permettere. No, non va bene, non ci siamo proprio.
Infine, perché questo sistema dalle 8:30 alle 23 mi sembra pazzesco. Che messaggio vogliamo far passare ai ragazzi? Che una vita equilibrata è da evitare?
Io sono andata al campo estivo (gratuito!) della Scuola Normale 35 anni fa. C’erano poche ore di lezione al giorno, e tanto tempo per chiacchierare fra studenti o con i docenti. E’ stato bellissimo, ha cambiato il corso della mia vita. Quindici ore al giorno non le avrei mai potute reggere.
PS Un grazie di cuore all’INDAM per le borse. Meno male che c’è qualcuno che, almeno un po’, ragiona.
Cara Barbara,
nel 2005, da Perfezionando SNS, ho tenuto un seminario ad uno dei campi estivi della Scuola Normale, quello di Rovereto (TN), in collaborazione con l’Università di Trento.
Anche lì c’è stato un ottimo clima e mi sono trovato benissimo, con ragazzi entusiasti. I ragazzi sono selezionati per quei campus sull’esclusiva base del merito (media scolastica in tutte le materie), sono gratuiti e trattano tutti i campi dello scibile umano. Sono indubbiamente delle belle esperienze, da docente e da studente. Ma non sono specificamente di matematica.
Anche io in generale sono molto più favorevole alle attività gratuite e per merito, rispetto a quelle a pagamento. E in generale ho sempre pensato che le attività più rilassanti e meno intensive funzionino meglio. Come appunto ho dichiarato nella mia recensione: “caratteristiche specifiche di questo Campus che, a priori e prese singolarmente, tendo a considerare negative”. Per contro, dopo l’esperienza personale a Bardonecchia, devo ammettere che “hanno invece alla prova dei fatti avuto un ottimo effetto”.
Per quanto riguarda lo sport, anche ai campus targati SNS era previsto. Io ho un bellissimo ricordo di una gara in canoa (equipaggi da 12).
Specifico meglio poi la questione delle attività. Le uniche attività “obbligatorie” (e lo sono solo ai fini di una certificazione per l’Alternanza Scuola Lavoro) sono i 4 corsi scelti (due la mattina e due il pomeriggio) nel campus lungo, 2 nel campus corto, e alcuni seminari rivolti a tutti, per un totale di 40 ore in una settimana. Lo sport, i cineforum, i giochi matematici, l’osservatorio astronomico e le conferenze serali sono un extra offerto ai ragazzi.
In definitiva, avendoli provati entrambi da docente o da tutor, ritengo entrambi gli stages molto belli anche se molto diversi tra loro.
Aggiungo due osservazioni che mi ha fatto Michele Maoret, presidente della fondazione Lagrange che organizza gli stage:
1) C’è un “nostro continuo impegno per avere dei contributi dalle Istituzioni Pubbliche e Private come le Fondazioni bancarie, in modo da abbassare le quote di partecipazione, e nella migliore delle ipotesi per rendere totalmente gratuita la partecipazione degli studenti.”
2) “Non penso che il campus sia un tour de force ma un momento di alta formazione scientifica, ed essendo intensivo, le attività si susseguono in modo serrato, ma gli studenti stanno molto bene e cerchiamo di fare di tutto sul piano organizzativo per rendere coinvolgente il loro soggiorno.”
In ogni caso, grazie per il tuo commento, Barbara.
E’ sempre utile confrontare punti di vista diversi, anche se sospetto che in realtà i nostri non siano poi così diversi quanto pensi.
Ti consiglierei di provare l’esperienza della docenza in questo campus, prima di giudicarlo così negativamente.