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Quasi sempre, chi ama la matematica – e noi partiamo dal presupposto che chi si trova a leggere questo post, su questo blog, ospitato da questo sito, ami la matematica – ama inevitabilmente anche le definizioni chiare, le parole ben precise, i concetti chiaramente delineati, e – forse ancora più di tutto il resto – la precisa delimitazione del contesto, l’insieme di esistenza. Ecco, se questo è vero siamo nei guai, perché faremo una gran fatica a spiegare come funzionano i post come questo. La difficoltà sta principalmente nel fatto che questo è un post nuovo, il primo post della sua categoria in questo blog che è peraltro esso stesso nuovo, eppure è anche la prosecuzione di una serie di post che svolgevano (altrove) la stessa funzione da sedici anni. Ne segue che è già difficile capire se questo post sia di tipo nuovo o vecchio come il cucco, perché è entrambe le cose. Sarà sperabilmente letto sia da persone che già ne conoscevano la funzione e lo scopo, sia da persone che, magari capitate qui per caso, avrebbero davvero bisogno almeno di una spiegazione di massima. E poi, tanto per complicare ulteriormente le cose, abbiamo cambiato qualche regola anche rispetto al passato – quel passato che è del tutto sconosciuto a qualche lettore, e che pertanto non se ne accorgerà neppure – e che invece potrebbe mettere in imbarazzo i vecchi lettori, abituati ad altri meccanismi. Bel disastro di definizione, vero?

Facciamola più breve e più semplice, come viene viene, che è meglio. Da più di tre lustri teniamo una rubrica sulla nota rivista Le Scienze; rubrica in cui raccontiamo sciocchezze e, nel raccontarle, infiliamo un problema di matematica. La soluzione al problema proposto viene esposta, in maniera abbastanza rapida e sintetica, nel numero successivo della rivista stessa; però veniva anche raccontata, in forma più estesa e soprattutto accessibile ai commenti dei lettori, su un blog messo a disposizione sempre da Le Scienze. Poi però quel blog è stato chiuso.

La situazione è quindi diventata la seguente: i problemi su Le Scienze (rivista cartacea) continuano ad essere pubblicati. In sostituzione del blog, Le Scienze ci ha riservato una pagina del sito in cui ogni mese pubblicheremo un articolo che mostra una soluzione più estesa e articolata di quella che si può trovare sul numero successivo della rivista cartacea. Però un articolo su un sito non consente a chi legge di commentare, e soprattutto di proporre soluzioni migliori di quelle proposte da quei tre cialtroni dei Rudi Mathematici; questo qui invece è un blog (grazie ancora, MaddMaths!) e qui si può commentare, argomentare, e prendere in giro i tre cialtroni summenzionati. Ecco a cosa servono i post di questa categoria.

Tutto chiaro? Siamo sicuri di no. Quindi poche storie: come nelle migliori tradizioni delle lezioni liceali di trigonometria, a una confusa spiegazione occorre far seguire subito un esercizio, e lo facciamo subito. Nel caso siate colpevolmente ignari del problema che abbiamo proposto nel numero di Ottobre di Le Scienze, ecco di seguito un breve riassunto, senza tutta la magnifica sceneggiatura che ci inventiamo ogni mese:

Partendo da un poligono regolare, definiamo come “punti notevoli” i vertici e i punti medi dei lati. Si deve quindi scegliere un solo “punto notevole” per lato; insomma o il punto mediano o un vertice, mai entrambi, girando attorno al poligono in senso orario. Una volta scelti i punti, si deve unirli uno dopo l’altro, generando così un nuovo poligono, ovviamente meno esteso del poligono di partenza. Stabilire quante sono le diverse possibili configurazioni “poligonali” che si possono ottenere procedendo in questo modo.

Certo, se vi foste dati la pena di leggere la rubrica vera e propria, avreste avuto qualche difficoltà in più, perché siamo soliti scrivere i problemi in maniera così astrusa e nebbiosa che il lavoro maggiore per i bravi solutori è capire cosa caspita stiamo chiedendo. Ma a parte queste amenità, il problema del mese di Ottobre è questo qua sopra. Cosa ne volete fare, adesso?

Beh, potreste volerlo risolvere proprio adesso, magari. O magari non vi importa di sforzarvi, e volete sapere subito quale sia la soluzione, e come ci si arriva. O forse lo avete già risolto, perché avete letto a inizio mese il problema e lo avete risolto già da quattro settimane. Se non lo avete risolto, il nostro inevitabile consiglio è quello di provarci: siamo famosi per rompere le scatole al prossimo con problemini di matematica ricreativa, se voi non provate a risolverne nessuno, noi finiamo disoccupati in un battibaleno. Ma la libertà innanzitutto, diciamo noi; e quindi, visto che questi post della serie “I Problemi di Le Scienze” usciranno sempre dopo che è stato pubblicato sul sito di Le Scienze l’articolo in cui raccontiamo la nostra versione della soluzione (“nostra” per modo di dire… la copiamo sempre da qualcuno più bravo), qui trovate il link all’articolo in cui raccontiamo cosa ne pensiamo noi:

la soluzione del problema secondo i Rudi Mathematici è pubblicata qui.

E adesso? Beh, adesso è tutto da decidere, no? Potreste non voler andare a leggere la soluzione, ma essere curiosi di mostrare al mondo cosa avete trovato voi: bene, qua sotto c’è lo spazio per i commenti, postate la vostra soluzione. Oppure avete risolto il problema, avete letto la soluzione, e vi pare che la vostra maniera di risoluzione sia più semplice, o più bella, o diversa; bene, scrivetela. Oppure vi serve un chiarimento, nel problema o nella soluzione: bene, chiedetela, lo spazio dei commenti è fatto apposta. Oppure oppure oppure…

I lettori che ci conoscono già noteranno una certa differenza tra questo modo d’agire e quello che usavamo prima. Questo perché prima preparavamo un post (un lungo, complicato, laboriosissimo post, a dire il vero) in cui mettevamo insieme alcune delle soluzioni ricevute. Ma questo comporta che noi ci si debba eleggere a giudici, in qualche modo, e la cosa non ci piace tanto. E ormai, con la tecnologia abbastanza diversa da quella di tre lustri fa, siamo certi che i solutori sanno come postare le loro soluzioni. E anche i commenti, le discussioni, le osservazioni.

Su, vediamo come funziona, via…

 

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