Antonio DeSimone, in forze alla Scuola Superiore S. Anna di Pisa e alla SISSA di Trieste, ha vinto il Premio per la Ricerca della Fondazione Alexander von Humboldt. DeS imone è stato nominato per il premio da Stefan Müller del Centro di Matematica “Hausdorff” dell’Università di Bonn ed entrambi, ora, intensificheranno la loro collaborazione. Il premio ha anche un valore economico di 60 mila euro.
L'”Humboldt Research Award” onora l’intera opera di scienziati stranieri che, con le loro scoperte o con nuove teorie, hanno avuto un’influenza duratura sulla propria disciplina. I vincitori del premio sono invitati a realizzare progetti di ricerca di loro scelta in Germania, in collaborazione con colleghi per un periodo massimo di un anno.
Per molti anni, DeSimone ha condiviso numerosi interessi di ricerca con gli scienziati del Centro di matematica “Hausdorff” dell’Università di Bonn. Circa 20 anni fa, ha lavorato in modo particolarmente intenso con Stefan Müller e Sergio Conti quando ancora conducevano ricerche all’Istituto di Matematica “Max Planck” di Lipsia, che portò a numerose pubblicazioni scientifiche.
“Negli ultimi dieci anni, tutti abbiamo sviluppato nuovi interessi di ricerca”, dichiara DeSimone. “Ora non vedo l’ora di lavorare nuovamente con questi due scienziati e di affrontare nuovi campi di ricerca congiunti”.
“Antonio DeSimone è noto per i suoi eccezionali risultati di ricerca nel campo della modellizzazione matematica dei fenomeni complessi nelle scienze naturali e ingegneristiche”, afferma Stefan Müller. Questi risultati includono lavori su materiali con memoria di forma, cristalli liquidi e meccanismi di locomozione nei sistemi biologici e artificiali (nell’ambito della robotica).
Nei prossimi mesi, gli scienziati hanno in programma di affrontare congiuntamente due progetti di ricerca. Uno riguarda la questione della “riduzione delle dimensioni”, ossia come si può passare da una rappresentazione tridimensionale e da un modello di un corpo (per esempio un tubo) a una bidimensionale (la superficie di un cilindro) o anche a una monodimensionale (una linea retta che rappresenta l’asse del cilindro)? “Esiste già un ampio arsenale di tecniche matematiche per questo”, spiega DeSimone. “Tuttavia, a volte si scoprono nuovi aspetti dei fenomeni fisici, quando il passaggio dal modello tridimensionale a quello bidimensionale o monodimensionale viene eseguito matematicamente”. Inoltre, gli scienziati intendono lavorare su ulteriori questioni legate alla meccanica biologica. “Vorremmo scoprire in che modo, in natura, la forma è legata alla funzione”. Negli organismi viventi, la forma delle fibre muscolari, per esempio, determina il modo in cui vengono trasmesse le forze. Studi di questo genere potrebbero poi avere ricadute nel campo delle scienze dei materiali.
Presso il SISSA-MathLab, DeSimone ha ideato e sviluppato un programma di ricerca sulla matematica e la biofisica della locomozione cellulare. L’Istituto di Biorobotica di Pisa è invece il luogo in cui DeSimone progetta di trasferire concetti rivelati dall’analisi matematica ad applicazioni e dispositivi di ingegneria biomedica. Lo scienziato ha pubblicato oltre 140 articoli, trattando, tra gli altri soggetti, la modellazione matematica delle proprietà meccaniche di nuovi materiali e tessuti biologici. DeSimone ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui quello dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica “F. Severi”, la Medaglia Keith della Royal Society of Edinburgh e il Prix La Recherche.