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La matematica Ingrid Daubechies è diventata la prima donna a vincere il prestigioso Premio Wolf in matematica, riconoscimento assegnato dal 1978 dalla Fondazione Wolf a scienziati e artisti viventi che si sono distinti per il bene dell’umanità e dei rapporti fra i popoli.
Il Premio Wolf è considerato, in ordine di importanza, subito dopo la Medaglia Fields e il Premio Abel, che è stato istituito nel 2003. Daubechies, di origine belga, è professoressa di Matematica e Ingegneria Computazionale ed Elettronica alla Duke University, ed è considerata come la “madrina delle immagini digitali” a causa dei suoi lavori pionieristici nel campo della “elaborazione dei segnali”, che ha ricadute che vanno dalla ricostruzione delle immagini di telescopi spaziali come Hubble alla compressione dei suoni nel formato mp3. Il premio è stato conferito per la sua teoria delle “wavelet”: le sue “ondine”, in particolare quelle biortogonali, sono alla base del sistema di codifica e compressione delle immagini JPEG 2000.
La notizia della vittoria del Premio Wolf è stata, per alcuni aspetti, inattesa. Prima di tutto perché non è frequente che un matematico applicato si aggiudichi uno dei più prestigiosi riconoscimenti della matematica e, in secondo luogo, per il percorso compiuto dalla Daubechies, che ha iniziato come fisico, con specializzazione in fisica matematica, per poi diventare (parole sue) una “stravagante matematica” e poi essere considerata una matematica… quando ha iniziato a collaborare con gli ingegneri. “Ho sempre pensato che avrei potuto trarre motivazione da cose diverse dalla fisica; mentre parlavo con gli ingegneri e mi sono resa conto che all’improvviso stavo facendo le loro stesse cose, ma poiché erano applicate all’ingegneria, ora ero diventata un matematico applicato, piuttosto che un fisico matematico”, ricorda Daubechies “e per me andava bene”. Quando Daubechies iniziò il suo lavoro sulle wavelet, erano già state condotte alcune ricerche di matematica pura che avevano scoperto alcuni “bellissimi algoritmi”. Ma queste proprietà così belle erano cadute di fronte ai vincoli pratici e computazionali necessari per applicarle in modo significativo. Daubchies ha quindi voluto costruire qualcosa di applicabile che “si adattasse a quella bellissima teoria”, lavorando a ritroso dall’applicazione per trovare una potenziale soluzione funzionale, e verificando se le stesse proprietà degli algoritmi originali fossero valide.

Il prossimo 12 maggio, Ingrid Daubechies riceverà un dottorato honoris causa in Matematica alla Sapienza Università di Roma. Qui il link al video “Arte e matematica: interconnesse in molteplici modi”: durante l’isolamento causato dalla pandemia, la Daubecheis ha dedicato parte del suo tempo alla realizzazione, insieme ad altri 23 matematici e artisti, di un’installazione artistica che cerca di comunicare la meraviglia, la bellezza e la stravaganza della matematica chiamata “Mathemalchemy” , realizzata in collaborazione con l’artista Dominique Ehrmann.

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