Sugli scaffali delle librerie, troviamo La funzione del mondo – Una storia di Vito Volterra, una storia a fumetti di Alessandro Bilotta e Dario Grillotti, edita da Feltrinelli Comics in collaborazione con Cnr Edizioni. In quest’altro articolo trovate altre informazioni su questo libro (tutte le informazioni sono qui). Di seguito trovare la recensione della nostra Sandra Lucente.
Immaginate che vi raccontino la storia di un bambino che a fine ottocento, orfano di padre, da famiglia molto povera, abbia un gran talento per la matematica e diventi senatore per meriti scientifici. Magari bisognerebbe farci un film, con una storia così. Immaginate che vi dicano che questa storia è vera, che quel ragazzo mescolava la lettura dei grandi matematici con le avventure di Verne e che divenne professore universitario e fondatore di una nuova idea di ricerca che tenesse insieme più discipline. Magari bisognerebbe dedicargli un romanzo, con una storia così. Immaginate che vi dicano che la storia invece è stata dimenticata perché il senatore-professore disse no al partito fascista e perse ogni ruolo, senza smettere di preparare un modello per il mondo futuro. Allora bisogna fare un fumetto con una storia così. Perché ci vogliono i colori per rinnovare la memoria e le parole da leggere piano per sentire l’emozione del vissuto.
“La funzione del mondo” disegnata da Dario Grillotti con testi di Alessandro Bilotta è, come recita il sottotitolo, “una” storia di Vito Volterra. Quante sono le storie del grande fisico matematico che attraversò con passione e rigore i primi ottanta anni della Italia unita? A lui dobbiamo brillanti risultati di analisi funzionale, ma, soprattutto, l’affermazione dei modelli matematici per la biologia, oggi così protagonisti del nostro quotidiano.
Volterra non creò solo nuovi modelli, ma soprattutto indagò sul concetto di modello, su come si debba cercare un nocciolo di motivazioni trascurando altre influenze. Le tavole di questo fumetto seguono esse stesse questa idea. Non c’è una narrazione didascalica, in ogni capitolo del libro c’è il centro dei singoli episodi della vita di Volterra. Di qui il lettore comprende la complessità di una esistenza fatta di intuizioni da realizzare in un contesto forse non sempre pronto ad accoglierle. La tecnica di queste tavole, con riproposizione dei frame più importanti, si raccorda sia alla iterazione in matematica sia alla perseveranza di Volterra nel conseguire alcuni obiettivi. Quello che tutti conosciamo, ma che in pochi sanno attribuirgli, è la fondazione del CNR come luogo di rapporto tra scienziati e territorio, studio e sviluppo. Sono forse parole moderne, ma da quelle analoghe che pronunciava Volterra che ne fu il primo presidente, non ci separa il linguaggio, casomai ci separa la titubanza. Volterra era coraggioso assertore della unità del sapere e il libro vuol indurci ad un siffatto coraggio proprio con le parole del grande matematico. Alessandro Bilotta riporta frasi della prolusione di Volterra per l’inaugurazione del primo anno accademico del novecento, costringendoci ad asserire che tutt’oggi “dalle matematiche alcuni si aspettano troppo poco, ed altri troppo”. Il connubio parola e grafica è intenso sia nelle scene familiari che in quelle del matematico che più solitario si immerge in acqua o in cielo, realizzando così una storia anche liquida, assolutamente da non perdere. Una storia. Meglio, alcune storie.
La lineare e limpida prefazione di Massimo Inguscio, attuale successore di Volterra alla presidenza del CNR, riunisce tutti gli interessi del matematico e lo stile di visione dei grandi matematici. Volterra pose attenzione alla biologia, all’astronomia, alla geometria di traiettorie, alla fisica dei solidi e dei fluidi, e ogni studente di analisi funzionale lo citerà per risultati di integrazione. Ma integrazione è una parola che riporta al mettere insieme le idee e i racconti. Integrare non sempre è però possibile, non si integra qualcosa di contrario alla propria essenza. L’antifascismo di Volterra è fermezza, rivelato nel libro dalle espressioni del volto disegnato e nelle frasi nette nei dialoghi sull’argomento. La liberazione è cercata mediante la conoscenza.
Conclude il testo un testo biografico di Roberto Natalini che si chiama infatti “il coraggio di conoscere”. Coraggiosi anche Roberto Natalini e Andrea Plazzi, che, nella supervisione editoriale e scientifica del libro, hanno lasciato tutto lo spazio al lettore per immaginare di incontrare Volterra oltre l’oblio.
Sandra Lucente
[Leggi la scheda editoriale e trova gli appuntamenti di presentazione del libro qui]
Recensione molto bella e accattivante!