Ho già letto il libro da più di una settimana, ma non sono ancora riuscito a decidere come etichettarlo: matematica per tutti, storia della matematica, matematica divertente, fantascienza, fantastoria, fantamatematica…
Sono disperato!
Già gli autori ci si mettono a complicare la situazione inventando un titolo che riesce ad avere almeno nove significati (tutti interessanti, almeno per un matematico!), poi aggiungendo un sottotitolo solleticante come “Problemi immaginari per matematici reali”…
Chi riesce a fare questo tipo di giochi con le parole deve per forza scrivere qualcosa che vale la pena di conoscere! Per questo ho iniziato a leggere il libro, l’ho finito e, finalmente, ora mi metto a scrivere alcuni appunti di quello che ne penso.
È meglio che dichiari subito che è mia convinzione certa che chi è arrivato, navigando attraverso internet, a questa pagina, apprezzerà moltissimo la lettura di “Storie che contano” (altrimenti non sarebbe arrivato qui!); perciò eviterò in tutti i modi di inserire possibili spoiler nelle mie parole.
Non scrivo quante storie (rac)contano, non scrivo chi sono i personaggi nelle storie, non scrivo i risultati dei problemi proposti nel testo, né tantomeno le soluzioni (accipicchia: da queste due dichiarazioni di intenti si capisce però che ci sono problemi matematici… forse la redazione lo cancellerà). Questo mi porta già verso la conclusione dei miei appunti perché non resta più molto da aggiungere.
Posso descrivere il piacere che ho avuto nella lettura come matematico e come lettore. Ogni storia è raccontata con delicatezza e la lettura scorre chiara e leggera ANCHE quando diventa tecnica discutendo la soluzione del problema che la storia propone. I problemi sono molto interessanti e ce ne sono di tutti i tipi: geometria, analisi, combinatoria, logica,… Si incastrano con la narrazione in modo naturale che quasi te l’aspetti (la soluzione te l’aspetti un po’ meno).
Ma c’è di più: ogni storia è in parte necessariamente anche fandonia (uno dei tre significati di “storia” con cui interpretare il titolo del libro) e ho trovato molto divertente cercare di indovinare, mentre scorrevo il testo, chi fossero i personaggi reali che via via entravano nello sviluppo del racconto. Mi divertivo così tanto che ho fatto un grave errore: la prima storia mi è piaciuta così tanto che, appena finita, ho subito iniziato la seconda. Mi ero divertito così tanto a leggere la prima che non mi sarei aspettato che mi sarebbe capitato la stesa cosa con la seconda. Invece è stato ancora così e il processo è stato induttivo (mi rendo conto che qui sto passando implicitamente l’informazione che ci sono almeno tre storie nel libro). L’errore è che ho già terminato il libro e ora non ho altre storie che contano da leggere.
Però sono sicuro che il successo del libro sarà tale che i Rudi Mathematici ne scriveranno presto un altro. Infatti di storie matematiche che (rac)contano la matematica e le vite dei matematici su cui loro potranno scatenare le loro fantastiche intuizioni ce ne sono fortunatamente ancora a bizzeffe.
Giuseppe Rosolini
Storie che contano. Problemi immaginari per matematici reali
di Rudi Mathematici
Editore: Codice
Data di Pubblicazione: maggio 2017
EAN: 9788875786724
ISBN: 8875786720
Pagine: 164
Formato: brossura