Il settimo racconto della rubrica “Storie che contano” parte da un divano abbandonato nel cuore di Brindisi, trasformando la città in uno scenario di indagine tra geometria urbana, teoremi mancanti e misteri quotidiani.
Giuseppe Giorgio Colabufo, “Il mistero del divano teorematico: ordine e caos in città”
Brindisi, giugno 2025 – Un indizio inaspettato per scuotere la routine cittadina
In questa calda mattina estiva, un lettore segnala alla nostra redazione una scena inaspettata: nel cuore di Brindisi, mentre incominciava il consueto trambusto salentino, un vecchio divano abbandonato – corredato di un semplice cartello con la scritta “Theorema” – ha catturato l’attenzione della comunità. Ciò che, a prima vista, sembrava solo un curioso caso di abbandono, è rapidamente diventato il centro di una vera e propria indagine. Qualcuno ha suggerito una eccentrica trovata artistica, ma altri hanno supposto che ci sia dell’altro. Il nostro lettore, appassionato di enigmi matematici, ci ha chiesto di aiutarlo a risolvere il mistero.
L’apparente incongruenza tra un comune mobile e uno dei più importanti costrutti della matematica ha acceso la curiosità non solo degli abitanti del quartiere, ma anche del mondo scientifico: sarebbe possibile che dietro quel messaggio criptico si celi un ragionamento più profondo? Le linee rette degli edifici, le curve dei vicoli e persino la disposizione delle piazze si prestano a interpretazioni matematiche, così come la famigerata “dimostrazione” di un enunciato che, in questo caso, tuttavia, non è mai stato formalizzato.
Le ipotesi dell’enigma
Il divano, posizionato in modo strategico in un angolo trafficato del centro storico, sembra essere parte di un elaborato scherzo — o di un design urbanistico segreto.
La nostra redazione ha iniziato a raccogliere ipotesi per decifrare il significato nascosto di questo enigma. Tra le considerazioni iniziali spiccano:
- Il contesto urbano: il divano è stato posizionato in un’area di passaggio, dove l’architettura e la disposizione degli spazi pubblici suggeriscono un ordine geometrico. Ci si domanda se le linee degli edifici o la forma delle strade non nascondano, in questo contesto, una sorta di “dimostrazione” matematica codificata.
- Indizi nascosti nel quotidiano: oltre alla struttura del divano, altre tracce disseminate tra graffiti e segnaletica potrebbero essere frammenti di un discorso più ampio.
Per fare chiarezza su questo enigma, la redazione ha contattato il Prof. Riccardo Bianchi, docente di matematica e appassionato risolutore di enigmi, noto per il suo approccio non convenzionale alla risoluzione di problemi complessi.
Redazione: Professore, cosa pensa che significhi questo Theorema apparso sul divano?
Professor Bianchi: In matematica un teorema parte da ipotesi chiare e si conclude con una tesi dimostrata. Qui, però, mancano sia l’ipotesi che la tesi, rendendo l’enigma triplice: quali sono i presupposti? Qual è la tesi da provare? E quale sarebbe la dimostrazione?
R: Se invece ci spostassimo in un’ottica più artistica, il divano – un oggetto di relax e quotidianità – contrapposto all’austerità di un teorema, potrebbe essere visto come una fusione tra l’ordinario e l’astratto. Forse chi ha posizionato il mobile intendeva ricordarci che, anche nel caos apparente della vita, si celano ordini sottili e nascosti, tanto matematici quanto poetici. In questo senso, il “Theorema” non sarebbe un mero enunciato astratto, bensì un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a cercare il rigore e la logica anche nei luoghi più inaspettati.
Prof. Bianchi: Esattamente. La disposizione geometrica del divano potrebbe, in realtà, essere il punto di partenza per ricostruire una serie di schemi e correlazioni tra il mobile e gli elementi urbani circostanti. Non è chiaro però se basti guardare una mappa del quartiere o se invece ci sia la necessità di analizzarlo nella sua concretezza in 3D. Sarebbe certamente una buona sceneggiatura per un film, tuttavia il rimando potrebbe essere più semplice e sottile.
R: Esistono in letteratura dei riferimenti a un problema del divano?
Prof. Bianchi: Sì, un riferimento c’è. Il quesito è riuscire a trovare il più grande divano che può essere spostato in un corridoio di larghezza pari a 1 m con una curva ad angolo retto. Il problema è rimasto aperto per decenni, ma la migliore approssimazione – proposta da Gerver nel 1992 – indicava un’area di circa 2,2195 m². Proprio pochi mesi fa, però, è stata annunciata una dimostrazione che conferma questo risultato come ottimale.
R: È dunque possibile che chi ha lasciato il messaggio intendesse richiamare questo celebre problema geometrico, stimolando il pensiero critico e creativo? Pensa che la forma del divano in questione sia una dimostrazione costruttiva del quesito?
Prof. Bianchi: Beh, si potrebbe verificare facilmente, ma poiché la forma del divano è piuttosto convenzionale, lo escluderei.
R: Allora, Professore, come dovremmo interpretare questo intrigante enigma urbano? È solo uno scherzo creativo oppure contiene un invito più profondo alla riflessione?
Prof. Bianchi: Credo che il divano, anche se non fornisce una dimostrazione concreta del Moving Sofa Problem, ci solleciti a interrogare il familiare per scoprirne l’inatteso.
R: Quindi, ogni angolo della nostra città, ogni dettaglio del quotidiano, ha il potenziale di svelare segreti matematici o filosofici nascosti?
Prof. Bianchi: Esattamente. La matematica, come l’arte, è un invito a osservare con rigore e curiosità. Forse in questo caso non si tratta di dimostrare un teorema, ma di imparare a vedere il mondo come un insieme di enigmi pronti a essere risolti con occhio critico e creativo.
R: Un pensiero davvero ispirante, Professore. La ringraziamo per averci accompagnato in questa riflessione.
Prof. Bianchi: È stato un piacere. Bellezza e logica si intrecciano ovunque.
R: Grazie, Professore. Brindisini, tenete gli occhi aperti: il prossimo enigma potrebbe essere proprio dietro l’angolo!
Conclusione
Questa inchiesta, che unisce il rigore della ricerca matematica a uno sguardo poetico sulla realtà quotidiana, lascia aperte molte domande. Siamo di fronte a un messaggio lasciato, forse, da qualcuno che voleva ricordarci che ogni elemento della nostra esistenza, anche il più insignificante, può contribuire a una verità universale?
La nostra redazione continuerà a seguire gli sviluppi di questa inchiesta, chiedendosi se, in fondo, ogni cosa – per quanto apparentemente caotica – sia parte di una grande teoria matematica.
Note
- Il Problema del Divano non è solo un curioso caso di spostamento di un mobile: è un celebre problema di geometria discreta che ha sfidato matematici per decenni. Come spiegato in dettaglio nella relativa pagina Wikipedia, la problematica si concentra sul determinare la massima area di un oggetto che debba attraversare un corridoio a L, con il caso migliore noto rappresentato dalla soluzione di Joseph Gerver ottenuta nel 1992. https://it.wikipedia.org/wiki/Problema_del_divano
- Il problema è apparso anche su MaddMaths!:
L’autore
Giuseppe Giorgio Colabufo si è laureato in matematica all’Università di Pisa, completando percorso di doppio titolo con l’École Polytechnique di Parigi. Dopo esperienze nell’ottimizzazione per l’oil & gas e nell’analisi predittiva nel mercato dell’energia, oggi si occupa di modellazione statistica nel settore aeronautico. Ama le lingue straniere, la divulgazione scientifica e tutto ciò che può essere descritto con un buon modello.
Il racconto è scaricabile qui nei formati PDF, ePub e AZW3.
Anche tu scrivi racconti matematici? Clicca qui!
Per maggiori informazioni, contattare Alice Raffaele, curatrice della raccolta.