L’editore Ponte alle Grazie ha pubblicato Incompletezza: una storia di Kurt Gödel, un libro di Deborah Gambetta. Lo ha letto e ce ne parla Nicola Ciccoli.
Finalmente. E’ questa la sensazione. Lo posso dire?
Finalmente una scrittrice, una letterata, scopre che attorno alla matematica e a un matematico si cela un mondo affascinante da raccontare e… e lo fa davvero.
Cosa vuol dire che lo fa davvero? Vuol dire che non si occupa solo di narrare aneddoti e storielle ma si rimbocca le maniche e cerca di capire la matematica che c’è dietro, si dispone a provare in prima persona l’emozione che da questa disciplina, sia quella feroce del non capire, del faticare, del confondersi, che quella esaltante, potente, dello svelamento di un mistero, del superare una prova iniziatica, della conquista di una vetta. Studia. Scopre che si possono passare giornate a pensare alle proprietà degli insiemi infiniti, che si può provare una vertigine davanti alla circolarità di certe riflessioni, arriva a sognare di matematica e con la matematica. Un’operazione simile a quella tentata da David Foster Wallace con il suo “Tutto e di più” ma che – non spaventi il paragone – in questo caso mi pare ancora più riuscita.
Ci sono imprecisioni nella matematica contenuta in questo libro? Sì. Ci sono imprecisioni, poche comunque, ma voglio dire per sgomberare subito il campo. Sono trascurabili. Parliamo di un libro, autrice una letterata, che presenta in dettaglio la linea dimostrativa dei teoremi di incompletezza di Gödel, e che ha la pretesa di chiarire anche alcuni passaggi della soluzione di Gödel delle equazioni di Einstein. Probabilmente accetteremmo qualche imprecisione anche da un matematico professionista. Occuparsi solo di qualche piccola sbavatura sarebbe un approccio veramente riduttivo al libro.
Facciamo un passo indietro.
Gödel è una delle figure più misteriose, controverse, complesse della matematica del ‘900. Forse una di quelle che è stata più raccontata. Sia perché i suoi teoremi di incompletezza sono intrecciati con alcuni passaggi chiave della storia della scienza del XX secolo, ma anche perché la sua figura umana si presta particolarmente ad essere trasportata su carta..
Amico personale di Einstein, asceta, autore di una dimostrazione matematica della esistenza di Dio, morto essenzialmente di anoressia, esule. Le chiavi di lettura possibili della sua vita sono tante. E tante hanno attirato la stesura di biografie più o meno romanzate che vedevano nel loro soggetto, per dirla con il DFW di Rhetoric and the Math melodrama, una figura prometeica il cui genio non poteva che portare alla caduta fatale. Bello, eh? Ma dopo che l’avete visto fare una ventina di volte, grazie, no, di un’altra storia di genio maledetto penso che non ne sentiamo il bisogno.
Per fortuna qui l’operazione è diversa. Gambetta scrive un libro che si propone di capire il perché di alcune ossessioni. Quella di Gödel per la logica e in parallelo la sua, la fascinazione della autrice per Gödel. Non dovendo raccontare la storia di un cavaliere solitario non ha bisogno di nascondere cose, di inventare scorciatoie. Certo, traccia paralleli: tra la sua vita e quella di Gödel (nella quale finalmente illumina la figura della moglie Adele), tra le sue vicende personali di oggi e quelle di un logico austriaco nell’Europa degli anni ’30 o negli USA degli anni ’50. Ma è proprio questa operazione a dare al libro una profondità che altrimenti perderebbe. Non è solo il resoconto dello studio della logica matematica da parte di una scrittrice, non è semplicemente il resoconto romanzato della biografia di uno scienziato. E’ una storia carica di umanità in cui la matematica assume finalmente la sua vera dimensione umana: curiosità della conoscenza e balsamo di sofferenza psicologica, rifugio ed esaltante campo dove dispiegare una sorprendente onnipotenza. E’ una storia che si intreccia con la matematica di Gödel e con i tentativi di Gambetta di capirla. Un racconto basato sui documenti, su una lettura scrupolosa dell’abbondante carteggio conservato, su testimonianze ormai fatalmente di seconda mano. All’interno di questa vicenda umana spicca, a mio parere, l’amicizia tra il logico e Einstein: il legame tra due uomini diversissimi e pure accomunati dall’uguale destino di essere resi monumenti in vita e poi quasi mal tollerati all’interno della loro stessa comunità scientifica.
Finalmente un libro che porta la matematica nel campo della cultura e finalmente un libro che restituisce alla matematica la sua dimensione umana. Per me un libro prezioso, la lettura delle sue quasi 600 pagine mi è volata via, mi ha provocato risate e momenti emozionanti, e la irrefrenabile voglia, come Morgenstern, di intervenire e salvare Gödel dai suoi fantasmi, quando ormai non si poteva più.
Nicola Ciccoli
Incompletezza – una storia di Kurt Gödel
Deborah Gambetta
Ponte alle Grazie, 2024
pagine 624
ISBN 9788833319230
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