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Continuiamo qui il diario delle EGMO 2017 (per la prima parte seguire questo link). Il Diario è stato scritto in tempo (quasi) reale dalle concorrenti italiane a Zurigo: Linda Friso, Maria Chiara Ricciuti, Francesca Rizzo e Veronica Sacchi.

Diario Olimpico – Giorno 4

Come se la tensione accumulata per il day 2 non potesse bastare, i terribili svizzeri organizzano una “piaceVole camminata” sull’Uetimberg, una collina che a giudicare dalla pendenza potrebbe sembrare l’Everest. Le prodi sono costrette a scalarla sotto il sole e da valle a cima.
Durante la passeggiatina, la Guida Vale si è improvvisata la personal trainer delle italiane sostenendo che dopo aver camminato per appEna 20 minuti è possibile proseguire all’infinito senza alcuno sforzo.
Grazie a queati consigli, le fiduciose, riposaNdosi ogni 3 secondi, riescono a raggiungere la vetta arrivando addirittura prima delle russe.
Il premio per questa straordinaria impresa si rIvela essere un ottimo gelato offerto dall’organizzazione.
Calata la notte, abbandonata ITA4 ad una dance class, le tre rimanenti fuggono dall’ostello verso ITA5,6,7, che fanno attendeRe le contestants nei malfamati bassifondi di Zurigo.
La sera la troppa stanchezza non permette di scrivEre il diario e le contestants crollano.

Diario Olimpico – Giorno 5

Con il solito ritardo che contranddistingue la squadra italiana, ITA1, ITA2 e ITA3 arrivano all’appuntamEnto clandestino mattutino con la Guida Vale: ITA4 è riuscita a corromperla con un macaron per evitare il controllo della severissima guida e scappare in centro (questa è pur sempre la squadra italiana).
Sempre di nascosto il team si riconGiunge ed esce allo scoperto al molo del lago di Zurigo. Il giro in barca dura poco e dà al team italiano la possibilità di iMparare giusto due o tre parole in tedesco.
Subito dopo ci si reca tutti quanti allo Zurich Zooh ed è qui che il team dà il meglio di sé. In ordine decrescente di QI le avventure sOno state le seguenti: fissare 20 minuti una vasca piena d’acqua sperando che ci entri un elefante; fingersi 12enni per salire su uno scivolo; imitare il verso del pavone e fargli i complimenti per cercare di fargli fare la ruota; passare 1h30 al negozio di souvenirs a farsi foto coi peluches.
Si torna in alb2ergo e si aspettano per 3 ore in agonia i cut-off (i punteggi che discriminano tra le varie medaglie, NdR): i punteggi delle polacche non sembrano volersi aggiornare. Finalmente alle 21 dopo 3 ore di angoscia i polacchi si decidono ed escono i cut off; leader e contestants si riuniscono dun0que per sbocciare nella movimentata vita notturna di Zurigo e finiscono in un locale sulla Langstrasse, una zona che la guida aveva fortemente raccomandato di evitare.
Come se la stanchezza non bastasse, alle raga1zze viene consegnato un puzzle 3d della chiesa di Santa Maria del Fiore a Firenze (Saint Mary of the Flower in una traduzione letterale): l’impresa si rivela decisamente più ardua del previsto e le ragazze insieme alla deputy impiegano più di un’ora a realizz8are l’opera d’arte.
Accortesi di avere ben 4 ore di sonno davanti, l’EGMOdiario viene ancora una volta posticipato.

Diario Olimpico – Giorno 6

Eccoci giunti all’ultima puntata dell’EGMOdiario, ancora una volta in ritardo causa stanchezza accumulata ma questa volta pIeno di perle.
In programma c’era una faticosa, lunga e stancante gita al monte Rigi, che le contestants avrebbero dovuto in parte scalare; fortunatamente il tempo era brutto e le ragazze scampano la scarpinata. Si va allora su col treNo per contemplare la meravigliosa vista dall’alto, anche questa però nascosta dalla nebbia.
Non potendo godersi il panorama, le ragazze si dedicano ad un book fotografico su un gIrello, cosa che poi viene spudoratamente copiata da altri team.
Già alle 11.30 viene scodellato il pranzo, caratterizzato da piatti tipici svizzeri quali gli spaghetti scotti al pomodoro, non davvero apprezzati dalla squadra italiana nonosTante la fame.
Dopo una dormita nel viaggio di ritorno le italiane si improvvisano investigatrici per cercare di risolvere il mistero delle borracce sparite: nel giro di un’ora, al team sono sparite in modo del tutto inspiegabile 2 borracce fornite dall’organizzazione; tuttavia questo rimane un caso ancora aperto.
Gli intensi prepArativi per la cerimonia di chiusura coinvolgono anche la Deputy, che viene vestita e truccata da stiliste speciali.
Anche alla premiazione il team italiano si distingue ancora una volta: la bandiera viene brutaLmente sequestrata ad ITA2 dagli organizzatori e ITA4 dev’essere chiamata due volte prima di accorgersi di dover andare a ritirare la medaglia, nonostante i segnali del resto della squadra.

Le medaglie della squadra italiana, davanti alla bandiera EGMO

La cerimonia si chiude con la presentazione delle EGMO2018 in Italia: il discorso della nostra Leader viene accolto tra le rIsate e la platea, dopo aver visto una foto di Firenze, è già pronta per il prossimo anno.

Prima della cena di gala, ITA4 pensa ancora una volta di infittire la rete sociale della squadra chiamando per una foto un coordinator che si convince così inspiegabilmente di essere stato eletto “the hottest coordinator” (premio non così difficile da ottenere considerata l’età media dei coordinators e l’esigua percentuale mAschile).
La cena è allietata dalla conoscenza del Deputy della Repubblica Ceca, che a quanto pare conosce buona parte dei vip dell’UMI ed in particolare chiede di Filippo Filiberto, ovviamente il presidente dell’UMI.
Il party si rivela interessante per tutto il team: ITA4 approfondisce in modo molesto la sua conoscenza con il mitico “hottest coordinator” mentre ITA1, ITA2 e ITA3 monopolizzano la macchinetta per far foto posta dall’organizzazione svizzera e, dopo aver convinto il dj a mettere “Andiamo a comandare”, ballano scatenate.

La squadra italiana (con guida) alla cerimonia di chiusura.


Alle 23.30 il party finisce e le ragazze tornano all’ostello per cominciare a fare le valigie, che riescono a chiudersi solo dopo un lungo combattimento.
Per quest’anno è tutto da Zürich, se ne riparlerà il prossimo aprile in Italia, a Firenze!

Luigi Amedeo Bianchi

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