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In questi giorni sono in corso gli esami universitari della sessione estiva. Vorremmo dire “in aula”, ma con il perdurare delle restrizioni dovute all’emergenza COVID, i luoghi dell’esame sono piuttosto camere, giardini, cucine e uffici. Come MaddMaths! e UMI vogliamo proporre un primo momento di riflessione su questa situazione. A partire da questo post troverete una serie di iniziative che stiamo mettendo in atto. Qui proponiamo il contributo di Marco Pavone dell’Università di Palermo.

1) Nel passare agli esami a distanza avete dovuto modificare le vostre prove d’esame? Quali difficoltà avete incontrato?

Essendo una persona molto abitudinaria, apprendere lo scorso marzo che ad aprile avrei dovuto fare gli esami a distanza mi ha messo in una condizione di panico. Tra l’altro io ho concluso il mio corso interamente a primo semestre, per cui, a differenza di altri colleghi, non ho mai fatto lezione online. Quindi, in previsione degli esami di aprile, ho dovuto imparare da zero ad usare la piattaforma Microsoft Teams.

A parte questo, ho dovuto riflettere molto per capire come modificare la mia prova d’esame, che da circa 27 anni si svolge allo stesso modo, cioe’ con un compito scritto. Non era possibile per me rinunciare al compito scritto e passare all’orale, soprattutto perche’ per gli studenti sarebbe stato uno shock, visto che il mio corso e’ stato tutto orientato allo svolgimento di esercizi, per cui loro non sarebbero stati  in grado di affrontare un esame orale con domande su definizioni e dimostrazioni.

La principale difficolta’ tecnica legata all’utilizzo della piattaforma Teams stava nel fatto che, ad aprile, Teams consentiva di visualizzare soltanto 4 studenti alla volta (adesso invece se ne possono vedere 9, in una griglia 3×3), per cui dovevo organizzare turni d’esame di al piu’ 4 persone alla volta. La mia fortuna e’ stata il fatto che, avendo concluso il corso a primo semestre, a gennaio e febbraio avevo gia’ fatto la maggior parte degli esami, per cui da aprile in poi non ho avuto molti iscritti agli esami, il che mi ha consentito di svolgere gli esami online con piu’ tranquillita’.

La principale modifica che ho dovuto apportare e’ stato ridurre il numero degli esercizi del compito scritto, e anche in qualche modo la loro complessita’/difficolta’. In ogni turno d’esame ho assegnato due esercizi, con mezz’ora di tempo per esercizio. Invece nel mio compito tradizionale in aula assegnavo 4 esercizi, dando agli studenti anche 4-5 ore di tempo.

Un’altra modifica sostanziale e’ stato il fatto che in aula gli esercizi sono gli stessi per tutti (o quasi), mentre per gli esami online ho dovuto preparare esercizi diversi per tutti i turni d’esame.

Ma, soprattutto, ho dovuto riflettere molto per capire come salvaguardare la serieta’ dell’esame e ridurre al massimo le frodi da parte degli studenti. Alla fine ho elaborato una strategia di cui sono molto soddisfatto e che il Direttore del mio Dipartimento ha talmente apprezzato che l’ha condivisa con tutti i docenti di Ingegneria di Palermo.

Da un punto di vista tecnico, la piattaforma Teams ha quasi sempre funzionato bene, e tutto si e’ svolto regolarmente senza intoppi. Oggi invece (secondo appello di giugno) Teams mi si scollegava spesso e sono andato un po’ nel panico.

 

2) Le nuova modalità a distanza vi hanno portato a valutare differentemente le vostre prove di esame precedenti? Ci sono riflessioni che ritenete utili anche per quando la didattica e in particolare la valutazione tornerà a svolgersi in presenza?

L’avere semplificato le prove d’esame ha provocato un aumento della percentuale di promossi, il che non guasta. Gli studenti impreparati gli esercizi non sanno farli lo stesso, mentre lo studente medio risulta essere agevolato. Non escludo quindi di modificare le prove d’esame nel senso di una maggiore semplificazione.

Onestamente, il principale problema sta nel numero di iscritti all’esame. Io ho un corso ad Ingegneria con moltissimi immatricolati ogni anno. Gli esami che ho fatto online quest’anno ad aprile e a giugno hanno avuto pochi iscritti rispetto agli appelli a gennaio-febbraio, e onestamente per me sono stati una pacchia, perche’, per via della semplificazione dei compiti, ho perso meno tempo con gli esami online di quanto ne perdessi con gli esami in presenza, tranne nei giorni in cui ho dovuto preparare in anticipo una grande quantita’ di esercizi tutti diversi. Quindi il mio atteggiamento nei confronti degli esami online e’ passato dalla paura/panico alla accettazione.

Ben diverso e’ un appello con 120 iscritti. In quel caso, non so se fare 30 turni su Teams con 4 studenti alla volta verrebbe da me vissuto con la stessa serenita’ con cui ho fatto gli esami online in questi ultimi mesi, con un massimo di 55 studenti in un solo appello. Sarebbe anche molto piu’ difficile e stancante preparare esercizi tutti diversi per tutti questi turni.

 

3) Avete notato un atteggiamento differente rispetto alle prove d’esame da parte degli studenti? Quali difficoltà ritenete  che loro abbiano dovuto superare? Avete messo in atto delle strategie particolari per aiutarli?

L’esame online crea una maggiore complicita’ e intimita’ con gli studenti. Mentre loro lavoravano agli esercizi, potevo vedere la loro cameretta, i loro oggetti, sentire la voce della madre in sottofondo, l’abbaiare del cane, eccetera. E anche loro percepivano la mia presenza come meno ostile. Quando sono solo in aula all’esame con 120 studenti, devo necessariamente diventare un sergente di ferro per non soccombere e asssicurare un minimo di serieta’. L’esame online con 4 studenti alla volta e’ molto piu’ rilassato.

A parte questo, le strategie per aiutarli, nel mio caso, si sono ridotte sostanzialmente alla minore complessita’ degli esercizi.

 

4) Ritenete che la possibilità di comportamenti scorretti e ingannevoli costituisca un problema rilevante per la didattica a distanza?

Prima di iniziare l’esperienza degli esami a distanza, questa era una delle cose che mi preoccupavano di piu’. Ma poi, anche per merito della strategia che ho adottato, mi sono accorto che comportamenti scorretti probabilmente non ce ne sono stati. Tra l’altro un certo numero di studenti si e’ ritirato durante il compito, un altro gruppo e’ risultato insufficiente, mentre tra i promossi nessuno ha fatto un compito perfetto. Cio’ suggerisce che l’esito dei compiti e’ stato assolutamente confrontabile con cio’ che accade con gli esami in presenza.

Anzi mi sono addirittura convinto che e’ piu’ probabile che i comportamenti scorretti e ingannevoli avvengano durante gli esami in presenza. Infatti, se ci sono 100 persone nell’aula e’ quasi impossibile controllarli, anche girando tra i banchi (uno studente riuscira’, se vuole, a fare una foto al compito al momento opportuno), mentre su Teams gli studenti, 4 alla volta o 9 alla volta, hanno sempre gli occhi addosso e vengono “beccati” piu’ facilmente se fanno qualcosa di strano.

Questa considerazione mi ha molto tranquillizzato e mi ha fatto accettare con serenita’ la possibilita’ che qualche comportamento scorretto possa avvenire durante gli esami online: i casi sarebbero pochissimi, e sarebbero confrontabili o addirittura inferiori a quelli degli esami in presenza.

 

Marco Pavone, Università di Palermo

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