Sono usciti i dati dell’edizione 2022 della rilevazione PISA – Programme for International Student Assessment, un’indagine internazionale promossa dall’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Questa indagine riguarda studenti di 15 anni di tutto il mondo e rileva in che misura questi abbiano acquisito conoscenze e competenze fondamentali per partecipare pienamente alla vita sociale ed economica. Da diversi anni queste rilevazioni costituiscono la più estesa indagine internazionale nel campo dell’educazione; all’indagine PISA 2022 hanno partecipato quasi 700.000 studenti provenienti da più di 80 Paesi ed economie, che rappresentano 29 milioni di studenti in tutto il mondo. Un commento di Federica Ferretti.
L’interesse per queste prove in Italia è nato fin dalle prime rilevazioni del 2003 quando gli studenti italiani hanno ottenuto punteggi inferiori alla media OCSE, ed è andato via via crescendo mano a mano che le indagini affinavano gli strumenti di rilevazione e fornivano informazioni sempre più specifiche e dettagliate. Nelle rilevazioni PISA 2022, per la prima volta, l’Italia ha ottenuto nell’ambito principale di rilevazione di questa tornata, la Matematica, punteggi in linea con la media OCSE e in Lettura addirittura superiori. Nonostante questi risultati, le testate giornalistiche nazionali stanno riportando notizie catastrofiche. Come mai? Per poter comprendere la situazione è necessario approfondire i dati, analizzati e commentati nel Rapporto Nazionale steso dal gruppo di lavoro Area Indagini Internazionali INVALSI.
Una prima risposta alla domanda possiamo ritrovarla nelle parole di Paolo Sestito (già Commissario Straordinario e Presidente dell’INVALSI) nella “Giornata di presentazione dell’indagine internazionale OCSE” organizzata da INVALSI il 5 dicembre: “non siamo stati noi ad avere raggiunto l’OCSE ma è l’OCSE che ha raggiunto l’Italia”. Effettivamente, ad esempio, nel 2003 – prima rilevazione in cui la Matematica ha costituito l’ambito principale – la media OCSE fu stabilita a 500; media che nel 2012 è scesa a 494 e nel 2022 a 472. Il grande interesse mediatico che sta divampando in questi giorni è però focalizzato su un altro aspetto messo in luce da questa indagine: le forti iniquità presenti nel sistema italiano. La situazione è davvero così drammatica?
L’attenzione delle indagini PISA non è rivolta alla padronanza dei contenuti curriculari ma il focus è sulla capacità di affrontare e risolvere i problemi della vita quotidiana (problem solving) e sulla capacità di continuare ad apprendere in futuro (lifelong learning). Queste rilevazioni non intendono limitarsi a verificare se gli studenti siano in grado di riprodurre ciò che hanno appreso, ma hanno l’ambizione di esaminare anche la capacità degli studenti di attingere da ciò che hanno imparato e applicarlo in situazioni realistiche. Le prove PISA 2022 hanno riguardato tre ambiti – Matematica (ambito principale), Lettura e Scienze; in Italia, in questa tornata, sono state effettuate rilevazioni anche nell’ambito innovativo Pensiero Creativo (Creative Thinking) e in Financial Literacy, una opzione internazionale facoltativa a cui l’Italia ha partecipato per la quarta volta.
Per garantire la comparabilità della popolazione target dei Paesi partecipanti e allo stesso tempo svincolarsi dalle differenze delle strutture educative tra i diversi Paesi, la definizione della popolazione target è basata sull’età. Gli studenti che partecipano alla rilevazione hanno un’età compresa tra i 15 anni e 3 mesi e i 16 anni e 2 mesi, devono avere completato almeno 6 anni di istruzione formale e devono essere ancora scolarizzati. Il campione italiano che ha partecipato alle rilevazioni PISA 2022 è formato da 10.552 studenti, rappresentativo di circa 500.000 studenti quindicenni italiani, distribuiti nelle cinque macro-aree geografiche italiane e in cinque tipologie di istruzione (Licei, Istituti Tecnici, Istituti Professionali, Scuole Secondarie di 1° grado e Istruzione e formazione professionale).
I risultati di Creative Thinking e Financial Literacy saranno rilasciati nel 2024; rispetto ai risultati ottenuti negli altri tre ambiti, uno degli aspetti più rilevanti che è emerso riguarda la tanto discussa “equità” – misurata in termini di impatto del contesto di provenienza e differenze di genere.
L’in-equità del sistema scolastico italiano messa in luce dai risultati PISA 2022 e possibili piste d’intervento
Per comprendere appieno il forte impatto che queste rilevazioni hanno non solo a livello educativo, ma anche sociale e politico è necessario approfondirne il disegno di rilevazione e le basi su cui poggia. I dati sulle performance di apprendimento degli studenti sono collegati con i dati sul loro background socio-economico, sui loro atteggiamenti verso l’apprendimento e sugli aspetti chiave che influenzano il loro apprendimento, sia dentro sia fuori la scuola.
Nel framework delle rilevazioni PISA per “equità nell’istruzione” si intende che tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background, abbiano la possibilità di raggiungere almeno il livello base di competenze (Livello 2) in Matematica, Lettura e Scienze. Il concetto di equità è quindi strettamente collegato a quello di inclusione: in termini PISA un sistema educativo è considerato inclusivo quando tutti gli studenti possono accedere a un’istruzione di buona qualità e raggiungere almeno il livello base di competenze in Matematica, Lettura e Scienze. In Italia, gli studenti che raggiungono il Livello 2 e superiori sono il 70% per Matematica (media OCSE: 69%); 79% per Lettura (media OCSE: 74%); 76% per Scienze (media OCSE: 76%). Le problematiche emergono se si analizza la situazione suddivisa per macro-aree geografiche: al Nord-Ovest e al Nord-Est hanno raggiunto o superato il Livello 2 più dell’80% degli studenti mentre al Sud e Sud-Isole le percentuali scendono drasticamente, arrivando, ad esempio in Matematica ad avere solamente il 55% degli studenti che si è collocato al Livello 2 e superiori.
Focalizzando l’attenzione sul legame tra background socio-economico e performance, a livello internazionale gli studenti socio-economicamente avvantaggiati hanno ottenuto in media 93 punti in più in matematica rispetto agli studenti svantaggiati; gli studenti svantaggiati dei paesi OCSE hanno in media probabilità sette volte maggiori di non raggiungere le competenze di base in Matematica e in Scienze rispetto agli studenti avvantaggiati (le probabilità diventano cinque volte maggiori in Lettura).
Esistono situazioni particolari che potrebbero fornire indicazioni preziose per impostare interventi migliorativi in questa direzione e sono quelle dei cosiddetti studenti “accademicamente resilienti”, studenti svantaggiati che ottengono comunque risultati elevati. In Italia, più del 10% degli studenti con un background socio-economico svantaggiato (l’11% in Matematica e Scienze e il 12% in Lettura) ottiene risultati che si collocano nel quartile superiore.
Un altro dato interessante che si potrebbe tenere in considerazione è che relativamente alle diverse macro-aree geografiche, non sono emerse differenze sostanziali né per quanto riguarda la differenza tra studenti svantaggiati e studenti avvantaggiati né per quanto riguarda il background familiare.
I dati forniscono anche altre informazioni che possono diventare preziose per l’implementazione di possibili azioni di miglioramento anche per quanto riguarda gli investimenti dal punto di vista economico. Sia il PIL pro-capite sia la spesa per studente rappresentano (in termini di varianza) di più del 50% del divario nei risultati medi tra i vari Paesi ma il rendimento medio di un Paese aumenta con l’aumentare della spesa per studente solo fino a un certo punto: al di sopra dei 75.000 dollari per studente non c’è più un legame. Come leggiamo nel Rapporto Nazionale, i Paesi che hanno ottenuto i migliori risultati differiscono notevolmente nella spesa per studente, dimostrando che a quel punto è più importante il “come” del “quanto”.
In relazione al tema dal gender gap, i risultati di PISA 2022 non hanno evidenziato differenze di genere in media a livello internazionale. In Italia, invece, si sono riscontrate differenze in tutti e tre gli ambiti di indagine. In Scienze – ambito in cui non si sono riscontrate differenze di genere sul dato medio nazionale di performance – si sono rilevate differenze di genere significative a favore dei maschi per gli studenti che ottengono i risultati migliori ed è significativa anche la percentuale di ragazzi “top performer” rispetto a quella delle ragazze. La situazione esplode per quanto riguarda Matematica e Lettura. In Matematica in Italia è stata registrata la differenza a favore del rendimento dei maschi più elevata in assoluto tra tutti i Paesi partecipanti alla rilevazione. I dati si capovolgono per quanto riguarda Lettura: le ragazze hanno ottenuto punteggi medi superiori ai ragazzi e la differenza aumenta tra gli studenti che ottengono risultati più bassi.
Nonostante nel panorama nazionale ci si stia focalizzando prevalentemente sul gender gap a favore dei maschi, le differenze di performance tra maschi e femmine in Matematica e Lettura sono confrontabili: per quando riguarda matematica, i ragazzi hanno superato le ragazze di 21 punti (ossia uno scarto del 4,4%), viceversa, in lettura, le ragazze hanno ottenuto un punteggio superiore ai ragazzi di 19 punti (3,9%).
Il problema della Gender Inequalities in Matematica e in generale in ambito STEAM, è certamente uno dei problemi attualmente più significativi nel contesto educativo italiano attuale e le diverse azioni che si stanno intraprendendo anche a livello ministeriale per colmare questo gap ne sono una dimostrazione. Azioni che si fondano anche su evidenze messe in luce da dati emersi da queste e altre rilevazioni su larga-scala. È necessario però mettere in luce un aspetto fondamentale: questi dati mostrano un divario di genere di performance ma non spiegano le cause dietro ad esso. Ad oggi, esistono diverse ricerche sul campo che forniscono possibili lenti interpretative del fenomeno. La ricerca internazionale sul gender gap negli apprendimenti in matematica e sui molteplici fattori che vi sono connessi è molto sviluppata, e anche in Italia sono stati fatti studi significativi in proposito. Esistono diverse ricerche sia su larga scala che su situazioni locali; alcune si concentrano in particolare su atteggiamenti e comportanti di insegnanti e allievi. Ad esempio, per quanto riguarda i processi di insegnamento e apprendimento della Matematica, studi mettono in luce quanto le studentesse nella risoluzione di un problema siano più preoccupate dei maschi riguardo a cosa è stato fatto in classe in situazioni simili e di che cosa l’insegnante si aspetti da loro.
Questo aspetto fortemente caratterizzante delle valutazioni su larga-scala deve essere sempre tenuto in considerazione. Nonostante si tratti di dati raccolti mediante metodologie valide da un punto di vista statistico e su un disegno di rilevazione che si basa su un solido quadro di riferimento, affinché queste rilevazioni diventino davvero significative è necessario che questi dati vengano opportunamente interpretati. La progettazione e la realizzazione di azioni efficaci per colmare le lacune messe in luce dalle valutazioni su larga scala richiedono sempre opportune e consapevoli lenti interpretative. Ad esempio, i dati ci dicono che i fattori che incidono sulle performance degli studenti provengono sia da dentro sia da fuori la scuola: un reale miglioramento si potrà ottenere solo attraverso azioni congiunte e condivise da tutti gli attori coinvolti nel sistema educativo.
Federica Ferretti
Grazie per queste sensate considerazioni.
Sono un poco disturbato da come la stampa italiana ha generalmente accolto questi risultati (“Emergenza capre” et similia).
Abbiamo bisogno di riflettere e studiare per comprendere i fenomeni complessi.