Circola la notizia del sistema trovato da un gruppo di ragazzi per sbancare al lotto. Ha i tratti di storie già sentite, con tutte le storture e i bias del caso. Tra numeri ritardati, ricorrenti e probabilità, ce ne parla Marco Menale.
A volte ritornano: i metodi matematici per vincere soldi a qualche lotteria. In questo caso si tratta del gioco del lotto. Le regole sono poche. Ci sono un certo numero di ruote, che hanno i nomi di città italiane, e su ciascuna si estraggono cinque numeri, da \(1\) a \(90\). E dato che i tempi cambiano, alla matematica si è aggiunta la protagonista di quest’ultimo periodo: l’intelligenza artificiale (con tutte le sue declinazioni). La storia è a tratti diversa, ma restano alcuni elementi caratteristici.
Partiamo dai fatti. Un gruppo di studenti dell’Università del Salento ha vinto circa \(50.000\) euro grazie all’intelligenza artificiale; almeno questi i titoli sensazionali dei maggiori quotidiani nazionali. Stando alla cronaca, gli studenti avrebbero sviluppato un sistema di intelligenza artificiale (qualsiasi cosa voglia dire) per vincere al gioco del Lotto. La soluzione? Hanno usato la probabilità delle serie storiche sulle uscite di alcuni numeri. E con questo sistema hanno vinto delle cifre significative. Inoltre, pare che il titolare della ricevitoria sia stato l’artefice dei consigli. Secondo un quotidiano nazionale, il “tabaccaio salentino” avrebbe dichiarato: “Ho suggerito ai ragazzi che, per quella che è la mia esperienza, poteva essere più proficuo giocare i numeri che vengono sorteggiati più frequentemente su una ruota (…). Ogni numero ha un ciclo ben definito, che dura all’incirca venti estrazioni. I ragazzi sono riusciti a estrapolare dei numeri proprio in considerazione di questo ciclo”.
A questo punto, ci sono due possibili scenari.
Il primo, e forse più preoccupante: i tre studenti, nonostante pare frequentino un’ottima università, credono davvero che la probabilità di uscita di un numero sia condizionata dalle precedenti estrazioni. Questo è un bias pericoloso, per quelli che vengono presentati come “studenti di matematica e fisica”. L’estrazione di un numero non è condizionata da quanto successo in precedenza, supposto un meccanismo casuale, ossia per cui ogni numero all’inizio ha probabilità di \(\frac{1}{90}\) di essere estratto. In questo caso si tratterebbe solo di una botta di fortuna dei protagonisti della vicenda (sempre a dar credito alla versione riportata, avessero giocato \(300.000\) euro vincendone \(50.000\), la storia sarebbe molto diversa).
Il secondo scenario sposta il problema sul banco. Se vogliamo fidarci della versione del tabaccaio, con i suoi miracolosi consigli, e degli studenti, la conclusione non potrebbe che essere una: le estrazioni, in questa versione, non sarebbero eque. Ossia, ci sarebbe un qualche condizionamento sulle estrazioni da quanto successo in passato: palline non identiche o problemi della macchina che estrae. Se così fosse, potrebbero certamente funzionare meccanismi di Machine Learning per individuare gruppi di numeri più probabili. Ma in questo caso dovremmo supporre che lo Stato, ossia il banco del gioco del lotto, abbia un problema di non equità del gioco.
In definitiva, le strade sono due, perché o c’è equità e non interazione tra le estrazioni, e allora il metodo non funziona, oppure no, e allora è il gestore del gioco, ossia l’Ispettorato Generale per il Lotto e le Lotterie presso il Ministero dell’economia e delle finanze, che dovrebbe farsi qualche domanda. Questa seconda ipotesi a noi sembra francamente improbabile, ma sembra strano che nessun giornale, e tanto meno i cosiddetti studenti, si siano accorti dell’implicazione della loro tesi.
Forse però esiste una terza strada, che passa per i titoli dei giornali con cui catturare l’attenzione degli ignari naviganti. Ma qui ci fermiamo…