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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo di Daniele Gouthier contenente alcune riflessioni sulla comunicazione della matematica e il suo rapporto con la società. A questo è seguito un intervento ricco di spunti di Nicola Ciccoli. Adesso interviene nel dibattito Domingo Paola, che presenta il punto di vista di chi fa ricerca in didattica della matematica.

Daniele Gouthier e Nicola Ciccoli sono intervenuti su MaddMaths! sugli intrecci tra matematica, comunicazione e divulgazione, un tema di grande importanza culturale e sociale, affrontandolo, come è ovvio, da prospettive diverse, legate alle loro sensibilità e competenze professionali. Vorrei proporre alcune riflessioni da un punto di vista che, per diversi motivi, mi è congeniale e che non mi pare sia stato sufficientemente approfondito negli interessanti e ben argomentati interventi di Gouthier e Ciccoli: quello dell’insegnante interessato alla e coinvolto attivamente nella ricerca in educazione matematica.

Innanzitutto vorrei precisare che queste mie riflessioni sono legate esclusivamente al tema della comunicazione (della matematica) e non a quello della divulgazione: il fatto stesso che Daniele Gouthier abbia sentito l’esigenza di ricordare che tra divulgazione e comunicazione c’è un’essenziale distinzione, suggerisce che sia bene precisare che cosa io intenda, con comunicazione della matematica. Nella prospettiva che caratterizza queste brevi riflessioni comunicare vuol dire attivare conoscenze, metodologie e strategie che possano essere efficaci ed efficienti per favorire la comprensione e l’apprendimento di conoscenze matematiche presso un determinato pubblico.

Daniele Gouthier propone, per affrontare il problema della comunicazione della matematica, di “formare i futuri matematici con corsi di comunicazione trasversali a tutte le scienze e interdisciplinari, che facciano parte del curriculum di studio di ogni studente o dottorando in matematica”. Nicola Ciccoli, invece, si mostra perplesso su questa soluzione sia a causa di alcune esperienze personali ben poco gratificanti, legate a corsi di didattica della comunicazione, sia perché ritiene che “quella alla comunicazione sia una direzione che vada perseguita da chi la sceglie in maniera consapevole, non da tutti”.
A me pare che ci sia già un campo di studi e una comunità che si occupa in modo specifico e approfondito dei problemi di carattere epistemologico, cognitivo e didattico legati all’apprendimento della matematica e quindi anche alla comunicazione della matematica, almeno di quella pre-universitaria e, anche se forse in modo meno diffuso, dei corsi universitari di base. Si tratta della ricerca in educazione matematica e della comunità dei ricercatori in educazione matematica[1 ]Si veda, per esempio, questo documento che presenta i contenuti della scuola estiva di dottorato del 2015 organizzata dall’AIRDM (Associazione Italiana di Ricerca in Didattica della Matematica).

Molti risultati delle ricerche in educazione matematica suggeriscono, a mio avviso, che il problema della comunicazione della matematica, cioè di trovare strategie efficaci ed efficienti per favorire l’apprendimento e la diffusione della conoscenza matematica non si possa affrontare, né tanto più risolvere, con la proposta a tutti i futuri laureati in matematica di corsi di comunicazione. Al tempo stesso, pur condividendo l’importante invito di Nicola Ciccoli ad ascoltare e a “parlare tra noi di che cosa abbiamo fatto, di cosa ha funzionato, di cosa ha fallito, delle emozioni che abbiamo suscitato”, penso che sia possibile rendere più operativo questo confronto riconoscendo nella ricerca in educazione matematica (ovviamente al di là del diverso valore e importanza delle varie ricerche) l’area entro la quale dovrebbe più propriamente svolgersi il dibattito sul tema della comunicazione della matematica.

Nell’articolo On proof and progress in mathematics, pubblicato nel 1994 nel bollettino dell’American Mathematical Society[2 ]Che potete leggere e scaricare da questo link, una lettura fortemente consigliata a chiunque si interessi di comunicazione della matematica, William Thurston, discutendo le tesi neo-empiriste di Jaffe e Quinn sulle caratteristiche dell’evoluzione della conoscenza matematica, proponeva di considerare come fondamentale e fondante la domanda: come fanno le persone a capire la matematica? Questo articolo, che ebbe grande risonanza, anche al di fuori dell’ambiente dei matematici professionisti, metteva al centro il problema del trovare strategie efficaci di comunicazione per favorire la diffusione della conoscenza matematica. Quindi ben venga l’invito ad aprire un confronto sul tema della comunicazione della matematica, anche se a me sembra che molte risposte, soprattutto per quel che riguarda la matematica nella scuola pre-universitaria e nei corsi di base universitari, possano trovarsi in tante attività di ricerca in educazione matematica.

Domingo Paola

Immagine di copertina: Preply.com Images  Attribution (CC BY 2.0)

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Note e riferimenti

Note e riferimenti
1 Si veda, per esempio, questo documento che presenta i contenuti della scuola estiva di dottorato del 2015 organizzata dall’AIRDM (Associazione Italiana di Ricerca in Didattica della Matematica)
2 Che potete leggere e scaricare da questo link, una lettura fortemente consigliata a chiunque si interessi di comunicazione della matematica
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