Chiusi in casa, molti di noi si fanno due tipi di domande, che hanno a che fare con la fase 2 dell’emergenza sanitaria in modo diverso: da un lato, ci chiediamo quando potremo tornare alla ‘normalità’ e dall’altro lato ci chiediamo cosa ci succederà nel malaugurato caso in cui risultassimo positivi al tampone. Molti siti descrivono in modo molto preciso come ‘funziona’ il tampone dal punto di vista medico, però alcuni calcoli matematici possono aiutarci a comprendere meglio il significato di due concetti che ricorrono spesso nelle parole dei giornalisti e non solo: ossia, quello di ‘falsi positivi’ e ‘falsi negativi’.
Nel video che segue, Chiara Andrà e Mauro Gasparini ci danno qualche informazione in più su questo aspetto.
Bibliografia e sitografia
[1] Il mattino, 23 aprile 2020
[2] Azienda Regionale di Sanità – Toscana
[4] Quaderno di epidemiologia di Ezio Bottarelli
[5] Raccomandazioni della società italiana di ematologia
Chiara Andrà
Ricercatrice in Didattica della Matematica
Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica
Università del Piemonte Orientale
Mauro Gasparini
Professore Ordinario di Statistica
Dipartimento di Scienze Matematiche
Politecnico di Torino
In questo video (https://www.youtube.com/watch?v=suQeNTXHIrg) il medico tedesco sostiene un valore di specificità estremamente basso, inoltre dichiara di aver effettuato, in alcuni suoi pazienti, il solo tampone nei confronti del virus influenzale e, una volta risultato positivo, costoro si sono subito tranquillizzati, senza nemmeno più pretendere il test specifico per il covid-19 (anche se non si sarebbe potuta escludere una sua eventuale positività)!
Questo dimostra che i risultati ottenuti con un test riferito ad uno, o pochi virus di quel tipo, non risultano comunque affidabili nell’attribuire con certezza il legame fra un agente patogeno e la sintomatologia prodotta (al di la del discorso relativo al numero dei falsi positivi), per cui la domanda da porsi è la seguente: in presenza simultanea di più virus di quel tipo, all’interno della gola di un individuo, quale di questi sia effettivamente il responsabile dello stato di malessere che un soggetto evidenzia (cosa fondamentale al fine di poter stabilire il numero effettivo di malati a causa del covid-19 e quindi la gravità della malattia)?
Questo varrebbe nel caso in cui il covid-19 fosse l’unico virus similinfluenzale a provocare quei sintomi, mentre in realtà non è così, perché il coronavirus possiede tanti altri “fratelli” (noti e sconosciuti), in grado di generare gli stessi sintomi, per cui l’equazione vero positivo=malato di covid-19 non risulta sempre valida.
Un tampone vero positivo certifica solamente la presenza di una piccola quantità di virus (notevolmente amplificata durante la procedura del test) che si trova in quel momento nella gola di un soggetto (e anche altri tamponi, relativi ad altrettanti virus simili, lo potrebbero contemporaneamente certificare).
Per poter affermare con assoluta certezza che il covid-19 sia effettivamente responsabile di quei sintomi bisognerebbe verificare che si sia replicato e diffuso in altre parti del corpo (prendendo il sopravvento sugli altri virus presenti all’interno della gola di ognuno di noi).
A volte quei malesseri sono realmente causati dal covid-19, mentre in altre occasioni, pur in presenza del suddetto virus all’interno della gola di un individuo, tali sintomi possono essere dovuti a un’altro agente patogeno, contemporaneamente presente sia in gola, che, evidentemente, in altri distretti dell’organismo.
Come si fa, mediante l’effettuazione del solo tampone per il covid-19 (prassi utilizzata sulla maggior parte dei pazienti) a stabilire ciò e a determinare il valore della probabilità che l’eguaglianza positivo=malato a causa del covid-19 risulti vera?
Bravi.
È esattamente questo che bisogna conoscere quando si fa un test, qualsiasi test, conoscere sensibilità e specificità.purtroppo questi dati li abbiamo appresi solo durante l’epidemia.
post bellissimo e spettacoiare siete veramente bravi! grazie