Pubblichiamo un documento a cura dell’Unione Matematica Italiana che ha lo scopo di informare la comunità matematica della modalità con cui la commissione europea e le riviste commerciali stanno operando, per realizzare un modello di accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche. Oltre a descrivere alcuni dettagli tecnici, si mettono in risalto quali sono i rischi che a breve termine (gennaio 2020) potranno investire i ricercatori e le istituzioni scientifiche.
Redattori del documento: Piermarco Cannarsa, Vittorio Coti Zelati, Nicola Fusco, Pierangelo Marcati, Barbara Nelli, Giorgio Patrizio.
Commento introduttivo: Barbara Nelli
Le nuove opportunità di pubblicazione e scambio di informazioni offerte da internet fanno intravedere alla comunità scientifica la possibilità di avere a disposizione la letteratura scientifica in tempi rapidissimi e a costi limitati. Da un lato, l’accesso aperto alla letteratura scientifica, ovvero quella a cui si può accedere al testo senza barriere economiche, legali o tecniche, presenta molteplici aspetti positivi. Dall’altro, per sostenere i costi dell’accesso aperto il modello di business prevalente presso gli editori commerciali è attualmente quello in cui l’autore o la sua istituzione paga per poter pubblicare e la rivista consente il download libero del PDF dell’articolo. Risulta quindi chiaro che questo modello ha diversi aspetti molto negativi.
La commissione europea si è assunta compito di presentare un piano di sviluppo per l’Open Access entro giugno 2019, in modo da renderlo effettivo entro il 2020. Nel documento preliminare (PLAN S) è contenuta la seguente allarmante affermazione:
After 1 January 2020 scientific publications on the results from research funded by public grants provided by national and European research councils and funding bodies, must be published in compliant Open Access Journals or on compliant Open Access Platforms.
Poiché nel documento sono assenti le proposte attuative, c’è un vuoto normativo, difficilmente colmabile in tempo utile. L’impressione è che si spinga verso l’accesso aperto, lasciando al mercato il compito di trovare la soluzione più adatta, cosa che riteniamo sia un grave errore. La contrattazione nazionale con le case editrici ci sembra invece uno strumento imprescindibile per regolamentare l’applicazione del PLAN S, salvaguardando l’indipendenza della comunità scientifica.
In alcuni paesi europei, gruppi di istituzioni universitarie e di ricerca hanno tentato di trovare accordi con le case editrici, che non penalizzino la comunità scientifica, ma a nostra conoscenza, pochissimi sono andati a buon fine. Per quanto riguarda l’Italia, segnaliamo con preoccupazione che poco si è fatto. Il 21 maggio 2019 si è tenuto a Roma un convegno organizzato dalla CRUI dal titolo: L’evoluzione del mercato dell’editoria scientifica. Dagli interventi al convegno non abbiamo rilevato convincenti proposte operative a salvaguardia della comunità scientifica.
Al XXI congresso dell’Unione Matematica Italiana, che si terrà a Pavia dal 2 al l’8 settembre 2020, è prevista una tavola rotonda sul tema, in cui interverranno, tra gli altri Marco Abate, Vittorio Coti Zelati e Nicola Fusco, per fare il punto della situazione, accogliere ed elaborare proposte operative.
https://maddmaths.simai.eu/wp-content/uploads/2019/06/accesso.aperto-ter-1.pdf
A puro titolo informativo Robert Jan Smits che ha coordinato il Plan S è stato Senior Adviser for Open Access and Innovation at the European Political Strategy Centre. Dal 2010 al 2018, ha servito come Direttore-Generale per la Ricerca e L’ Innovazione (RTD) presso la Commissione Europea. Ha presentato il Plan S in eventi ufficiali come ESOF di Tolosa del 2018, essendo ancora nelle sue funzioni di DG presso la Commissione Europea.
Grazie per aver individuato l’ imprecisione contenuta nella presentazione del documento. Segnaliamo che nel documento, noi stessi parliamo della coalizione Science Europe.
Non rileviamo invece la serie di inesattezze e falsità da lei segnalata. In ogni caso pensiamo che l’ inesattezza rilevata non tocchi la sostanza del nostro messaggio.
Buonasera, difficile commentare in modo sintetico una tale serie di inesattezze e falsità.
1) “della modalità in cui la commissione europea e le riviste commerciali stanno operando”. PlanS è un documento redatto da 14 enti di finanziamento della ricerca riuniti in CoalitionS, non dalla Commissione Europea, che lo sostiene certo nelle sue finalità (rendere pubblica la ricerca pagata con fondi pubblici). S sta per speed, per velocizzare una transizione all’open access che dura da oltre 15 anni e che in questo tempo è servita solo a raddoppiare gli introiti delle grandi case editrici, il cui giro d’affari dal recente studio Eur. University Association è di oltre 700 milioni di euro di abbonamenti nella sola Europa. Fondi pubblici usati per “ricomprare” ricerca già prodotta con fodni pubblici e poi “chiusa” dietro abbonamenti carissimi.