Una delle tecniche utilizzate per indagare le proprietà di un materiale – anche biologico – è studiare le increspature che si formano sulla sua superficie nel momento in cui viene appiattito. Alcune ricerche hanno già dimostrato che comprendere queste “regole delle rughe” è complicato per quasi tutti i materiali a causa delle troppe variabili coinvolte. Ora, come si legge sulla rivista Nature Physics, un gruppo di scienziati ha condotto esperimenti in ambiente controllato per capire ulteriormente come funziona il processo del corrugamento.
I ricercatori hanno voluto testare le idee di Ian Tabasco, un matematico dell’Università dell’Illinois a Chicago che ha sviluppato una teoria sui costi energetici di un materiale che si raggrinzisce. Inizialmente, il team dell’Università dell’Illinois a Chicago, della Syracuse University e dell’Università della Pennsylvania ha cercato di muoversi in ambiente simulato al computer ma ha ben presto scoperto che questa strada non era praticabile. Dunque, ha deciso di portare avanti i suoi test in uno scenario nel mondo reale utilizzando minuscoli pezzettini di plastica. Questi ultimi, sottili e piatti, sono stati posizionati su una superficie di vetro che era stata curvata, fino ad aderire completamente. Successivamente, i pezzettini, disposti secondo la forma del vetro piegato, sono stati posti su una superficie bagnata, mentre gli scienziati osservavano il modo in cui le forze di tensione dell’acqua inducevano la plastica a raggrinzirsi. I dati raccolti dopo la formazione di queste rughe sono stati elaborati e ripetutamente immessi in una simulazione computazionale, scoprendo che, in questo modo, si riuscivano a generare regole che descrivevano il modo in cui comparivano e si formavano le increspature. Per esempio, i ricercatori hanno capito che le rughe che si formano sul bordo di un frammento dipendevano dalla forma che aveva immediatamente prima della loro comparsa. Inoltre, gli scienziati si sono dimostrati in grado di prevedere dove sarebbero apparse le rughe in un dato pezzo di plastica. In generale, comunque, i test hanno portato alla conferma della validità delle teorie di Tabasco, i cui calcoli potrebbero effettivamente essere usati per descrivere i tipi di increspature che potrebbero comparire su un dato materiale.