Pochi giorni fa, il 19 maggio, aveva ricevuto a Oslo il Premio Abel 2015 insieme a Louis Nirenberg, per i suoi studi nel campo delle nel campo delle equazioni differenziali alle derivate parziali. Sabato, mentre ritornavano dal viaggio in Norvegia, John e Alice Nash (86 e 82 anni) sono rimasti vittima di un incidente d’auto, quando il tassista che li stava riportando a casa a Princeton, percorrendo la New Jersey Turnpike, ha perso il controllo del veicolo tentando un sorpasso di un auto nella corsia centrale, e schiantandosi contro il guard rail.
Stando a quanto dichiarato dal sergente Gregory Williams, sembra che la coppia non indossasse le cinture di sicurezza e che sia stata catapultata all’esterno dall’impatto, trovando la morte sul colpo. Il tassista, Tark Girgis, di 46 anni, è stato estratto dal veicolo e trasportato al Robert Wood Johnson Hospital ma non ha riportato ferite che lo rendono in pericolo di vita. Anche l’automobile che il taxi stava tentando di superare è stata coinvolta nell’incidente, ma ci sono stati solo lievi danni al naso per un passeggero.
Nash era nato a Bluefield, in West Virgina, il 13 giugno 1928. Nel 1994 aveva ricevuto il Premio Nobel in Economia per il suo contributo nella Teoria dei giochi (in particolare, per la sua tesi di dottorato e i risultati ottenuti negli anni Cinquanta sui Giochi non cooperativi). Matematico eccezionale, raggiunse la grande popolarità nel 2001 con il film “A Beautiful Mind”, liberamente ispirato alla sua vita, che fu drammaticamente segnata dalla schizofrenia paranoide. In quel film, tratto dal libro di Sylvia Nasar “A beautiful mind” che fu anche finalista al Premio Pulitzer, Nash è stato interpretato da Russell Crowe, che è stato anche tra i primi a manifestare cordoglio alla notizia della scomparsa di John e Alice, scrivendo su twitter: “Stunned…my heart goes out to John & Alicia & family. An amazing partnership. Beautiful minds, beautiful hearts.”
John Nash si era laureato al Carnegie Institue of Technology (ora Carnegie Mellon University) e aveva conseguito il dottorato in matematica a Princeton nel 1950. Nominato dalla rivista Fortune, agli inizi della sua carriera, come uno dei matematici più promettenti al mondo, Nash è considerato uno dei più grandi matematici del XX secolo. Le sue ricerche degli anni Cinquanta hanno posto le basi della moderna Teoria dei Giochi, accrescendo la sua fama durante il periodo passato alla Princeton University e al Massachusetts Institute of Technology dove incontrò Alicia Larde, fisica nativa di San Salvador, che sposò nel 1957.
Nash era smilzo, eccentrico, spesso accompagnato da un sorriso sornione. Verso la fine del 1957, il suo disturbo neurologico ha cominciato a manifestarsi in modo evidente. Nella sua biografia, Sylvia Nasar ricorda che Nash accusò un matematico di essere entrato nel suo ufficio per rubare le sue idee e iniziò a dire di sentire messaggi alieni. In seguito, rifiutò una prestigiosa cattedra all’Università di Chicago perché aveva intenzione di “diventare imperatore dell’Antartide”. Fu internato diverse volte contro la sua volontà da Alicia al Trenton Psychiatric Hospital e nella Carrier Clinic, e questo creò una frattura tra i due che culminò nel divorzio nel 1962.
Nonostante la sua malattia, Nash continuò con i suoi studi e si riavvicinò, negli anni Settanta, alla ex moglie e al figlio. Alla fine degli anni Settanta, con l’avanzare dell’età, le voci che sentiva nella sua testa si fecero sempre meno insistenti. Alicia è rimasta accanto a lui anche durante il combattimento per sconfiggere la sua malattia mentale e i due si sono risposati nel 2001. Negli anni successivi, i due hanno dato grande sostegno alla cura delle malattie mentali in New Jersey, dopo che anche il figlio John ha ricevuto una diagnoosi di schizofrenia. I vicini – viveva con Alicia in una casa a due piani a Princeton Junction – ricordano Nash come un uomo modesto nonostante la sua indubbia grandezza. L’ultima volta che era stato visto a Princeton è stata a fine marzo, quando l’università ha tenuto una celebrazione dopo l’annuncio che aveva vinto il premio Abel con Nirenberg. “Il Premio Abel è di alto livello tra i premi matematici”, ha detto Nash con voce morbida alla manifestazione, secondo quanto riportato dall’ufficio stampa dell’università “Non c’è davvero niente di meglio”.
Per noi, arriva il ricordo di Roberto Lucchetti, professore Ordinario di Analisi Matematica al Politecnico di Milano: “Oggi ci è giunta, come fulmine a ciel sereno, la notizia che John F. Nash è morto in un assurdo incidente stradale, assieme a sua moglie Alicia. Sono senza parole. Ho conosciuto il suo nome studiando Teoria dei Giochi, l’ho conosciuto meglio leggendo i libri di Nasar e Kuhn Nazar, l’ho incontrato e gli ho parlato in un paio di occasioni. L’ultima, tenerissimo ricordo: mi hanno fatto entrare in una camera, c’era con loro Odifreddi, e quando Piergiogio si è rivolto a lui per presentarmi, John Nash si è alzato per darmi la mano. Mi ricordo che ho pensato: ‘ma dove sono? Nash che si alza per salutarmi?’ È morta una persona che ha suscitato un fascino enorme in me.
Nash è stato un personaggio incredibilmente originale, in tutto. Genio matematico (la sua reccomendation letter per entrare a Princeton diceva semplicemente “This man is a genius”) ma anche personalità incredibilmente complessa, tutto in lui è stato speciale, compresa l’assegnazione del Premio Nobel, che è stata parecchio contrastata, ma meritatissima, per le incredibili ricadute che la sua tesi di dottorato ha portato in economia e in altre scienze applicate. La sua vita non è stata mai banale, segnata da una malattia devastante che ha completamente condizionato il suo lavoro e l’esistenza della sua famiglia. Ma segnata anche da un ritorno a una vita di relazione che è stata una sorpresa per tutti. Un personaggio incredibilmente affascinante, e forse per ricordarlo brevemente, basta riportare la risposta che un giorno ha dato a un giornalista che gli chiedeva se vedesse qualche John Nash all’orizzonte. Lui rispose, più o meno, così: ‘Ho conosciuto un J.F. Nash, ma ora non c’è più. Era mio padre. Conosco un altro John Nash, ma non J.F. Nash, lui è J.F. Nash. E’ mio figlio. Non mi viene in mente nessun altro’. Certo, J. Nash non è un nome comune, come potrebbe essere J. Smith. Infine, una parola sulla sua splendida moglie, sempre accanto a lui nonostante la malattia, nonostante il divorzio chiesto per proteggere il figlio, nonostante la malattia stessa del figlio. Una donna assolutamente splendida e coraggiosa, una presenza affettuosa e continua che gli ha salvato la vita”.
Qui è possibile leggere un’intervista di Roberto Lucchetti a John Nash.
[a cura di Stefano Pisani]
Vidi John Nash per la prima volta a Roma all’Auditorium Parco della Musica in occasione del Festival della Matematica 2007 mentre assisteva alla Lectio Magistralis di Emma Castelnuovo!
Una grande mente!!!