Dal 1904, la congettura di Poincaré non ha mai trovato una conferma fino alla comparsa, sulla scena matematica internazionale, di un bizzarro scienziato russo che non crede nel denaro e che dovrà decidere se accettare il milione di dollari di premio del Clay Institute.
Lo scorso 18 marzo 2010 si è compiuto un importante atto di una storia che negli ultimi anni ha appassionato la comunità matematica. L’istituto Clay di Boston ha deciso di attribuire al matematico russo Grigory Perelman il premio di un milione di dollari per la dimostrazione della congettura di Poincaré, un fondamentale problema di topologia proposto nel 1904 e rimasto aperto da allora.
La congettura di Poincaré dice che “ogni varietà tridimensionale compatta e semplicemente connessa è omeomorfa a una sfera tridimensionale”. Per comprendere esattamente l’enunciato servono alcune conoscenze specialistiche. Intuitivamente, possiamo dire che questa riguarda un tipo di problemi che si presenta spesso in matematica quando si vogliono descrivere le possibili forme di un oggetto geometrico. In questo ambito, si cerca di classificare tutti i possibili oggetti che hanno determinate proprietà, dimostrando che devono necessariamente essere di un certo tipo noto. Nel caso in questione, si vogliono trovare proprietà di uno spazio tridimensionale sufficienti ad assicurare che lo spazio abbia la stessa forma di una sfera tridimensionale (cioè l’analogo della sfera consueta, ma in uno spazio di dimensione quattro). La congettura di Poincaré dice che è sufficiente richiedere che lo spazio sia semplicemente connesso, cioè che ogni curva chiusa contenuta nello spazio possa essere deformata gradualmente fino a diventare un punto.
Negli anni ’80 W. Thurston formulò una congettura più ampia, detta “di geometrizzazione”, che include quella di Poincaré. Egli descrisse otto tipi fondamentali di oggetti geometrici, e ipotizzò che ogni spazio tridimensionale si potesse ottenere come unione di componenti di questo tipo. Thurston dimostrò questo risultato per ampie classi di spazi, ma alcuniimportanti casi rimanevano aperti. In particolare la congettura di Poincaré, nonostante decenni di sforzi da parte di diversi matematici, continuava ad essere insoluta.
All’inizio degli anni ‘90, R. Hamilton suggerì una strategia di dimostrazione di queste congetture completamente diversa da quelle tentate fino ad allora. Nel suo approccio, si considera una varietà tridimensionale e si fa evolvere la sua metrica secondo un’equazione differenziale detta flusso di Ricci. Hamilton congetturò che mediante questa evoluzione la metrica si avvicinasse sempre di più a un limite, che corrispondeva a uno dei modelli descritti da Thurston. Una complicazione del procedimento stava nel fatto che l’evoluzione può incontrare delle singolarità, e va dimostrato che queste possono essere rimosse senza alterare la struttura della varietà. Hamilton dimostrò importanti risultati in questa direzione, ma si arrestò di fronte a delle difficoltà che non era in grado di risolvere.
Del tutto inaspettatamente, tra il 2002 e il 2003, Perelman pubblicò sul web tre articoli in cui dimostrava la congettura di Thurston(quindi in particolare quella di Poincaré) secondo l’approccio di Hamilton. Perelman era già noto per alcuni importanti risultati di geometria riemanniana, ma non aveva lavorato prima di allora sul flusso di Ricci. I tre articoli contengono alcune cruciali innovazioni nel procedimento: tra queste l’introduzione di una quantità geometrica, chiamata entropia, che nel corso dell’evoluzione è crescente. Questo consentì a Perelman di escludere la formazione di certi tipi di singolarità, perché questi implicherebbero una diminuzione dell’entropia. Nello studio delle singolarità vengono anche utilizzati risultati sulla geometria degli spazi a curvatura positiva e su un tipo di oggetti geometrici non regolari, detti spazi di Alexandrov. Il procedimento di Perelman è una geniale combinazione di tecniche analitiche e geometriche, e mostra un’abilità nello studio del flusso di Ricci che supera quella degli esperti del settore fino a quel momento.
I lavori di Perelman sono scritti in forma molto concisa e sono di difficile lettura anche per gli specialisti. Dopo uno studio di alcuni anni da parte di vari gruppi di matematici, si è arrivati alla conclusione che la dimostrazione di Perelman è completa e corretta, e ne sono state scritte versioni più dettagliate.
Nel frattempo, il comportamento di Perelman è stato insolitamente riservato e teso ad evitare la popolarità che i suoi risultati gli hanno conferito. Non ha voluto pubblicare su rivista i suoi lavori messi sul web. Dopo aver tenuto nel 2003 alcune conferenze in Europa e negli Stati Uniti, è tornato in Russia isolandosi completamente dalla comunità matematica. Nel 2006 ha suscitato grande clamore il suo rifiuto della medaglia Fields. Non ci sono ancora notizie ufficiali sulla sua reazione alla recente assegnazione del premio dell’istituto Clay, ma sembra probabile un ulteriore rifiuto. Gli istitutori del premio di un milione di dollari probabilmente non immaginavano un esito così peculiare della loro iniziativa.
di Carlo Sinestrari
Carlo Sinestrari è ordinario di Analisi Matematica all’Università di Roma “Tor Vergata”.