Pin It

Capita di vedere affiancati numeri relativi a grandezze diverse. In questo caso c’è il rischio di giungere a sbagliate correlazioni. È il caso dell’indice del rossetto. Ce ne parla Marco Menale.

Siamo quotidianamente bombardati da dati: dalla società all’economia, dai gusti ai costumi, solo per citarne una minima parte. Con social e smartphone hanno anche un bell’impatto visivo. Non passa giornata senza leggere numeri o grafici di qualche fenomeno. Capita di trovare vicino più grandezze, così da confrontarle tra loro. È in questi casi che si rischia di giungere a rapide conclusioni di correlazione, con le conseguenze che questo può comportare. È famoso il caso dell’indice del rossetto.

L’indice del rossetto (lipstick index, in inglese) è un indice inventato da Leonard Alan Lauder nel corso della recessione dei primi anni duemila. Lauder è un miliardario e filantropo americano, proprietario della multinazionale di cosmetici Estée Lauder Companies; e questo già comincia a spiegare il nome dell’indice.

Prima un passo indietro. In statistica, due grandezze  si dicono correlate se esiste una relazione tra loro tale che a una variazione dell’una segue una variazione dell’altra, secondo qualche regolarità. La correlazione può essere positiva o negativa. Nel primo caso le due grandezze crescono o diminuiscono assieme. Nel secondo, invece, se la prima cresce la seconda diminuisce, o viceversa. Tuttavia, correlazione non è causalità, ossia la correlazione non implica un necessario rapporto di causa-effetto.

Torniamo all’indice.

Agli inizi degli anni 2000 una grande recessione investe Stati Uniti ed Europa. L’economia frena e, con essa, le prospettiva future. In quello stesso periodo Lauder osserva un aumento degli acquisti di rossetto. Conclude, non senza una certa fretta, che le due grandezze sono correlate, in questo caso negativamente. La tesi è pronta: durante i periodi di crisi economica cresce la vendita dei rossetti. Oltre l’osservazione dei grafici, Lauder propone anche una spiegazione. A suo dire durante i periodi di crisi economica le donne tendono ad aumentare la spesa in rossetti, limitando quella in abiti e scarpe, prodotti nettamente più costosi. Lauder pensa all’indice del rossetto come un nuovo indice economico capace di misurare la situazione economica, e forse anche di prevedere crisi future.

Tuttavia, questa correlazione è presto messa in discussione. Durante la recessione del 2008 non si registra alcun aumento nell’acquisto di rossetti; anzi, c’è una riduzione generale per l’intero settore cosmetico. In questo caso le due grandezze,(situazione economica e acquisto di rossetti, decrescono assieme: altro che correlazione negativa. L’indice viene presto dismesso, così come la correlazione vista da Lauder, sebbene qualche altro vano tentativo negli anni a venire come l’indice dello smalto per le unghie negli anni dieci del duemila.

Questa storia mostra il rischio di vedere frettolose correlazioni laddove non ce ne sono. E in questo periodo di numeri e grafici il rischio è amplificato, con conseguenze difficile da gestire, anche per la rapidità con cui circolano le informazioni sulla rete. Con l’ulteriore rischio, sempre presente, che le correlazioni vengano considerate erroneamente rapporti di causa-effetto.

 

 

Marco Menale

Pin It
This website uses the awesome plugin.