Da qualche tempo è uscito presso l’editore Zanichelli il libro “Programmi, algoritmi e coding. Le magie dell’informatica” di Pierluigi Crescenzi e Linda Pagli. Vi presentiamo la recensione di Silvia Benvenuti.
Innanzi tutto in copertina c’è una donna. Di spalle, si indovina giovane e carina. Tutto il contrario dello stereotipo che vede l’informatico (o il matematico) maschio, anziano, forse brutto e sicuramente nerd. E invece, dal momento che il libro si intitola Programmi, algoritmi e coding, la giovane donna in questione è sicuramente un’informatica o qualcosa di affine. Già dalla copertina, quindi, iniziamo a conoscere gli autori, o almeno uno di loro: Linda Pagli, infatti, ordinario di informatica presso l’Università di Pisa, vive la penuria di donne nella sua disciplina come un motivo di grande tristezza. In questa consapevolezza, gira l’Italia presentando la sua storia e quella di molte altre colleghe, a dimostrare coi fatti che l’informatica è (anche) donna. Nella stesura del libro l’affianca Pierluigi Crescenzi, matematico in origine e informatico di carriera, ordinario presso l’Università di Firenze.
Così come la copertina mira a smontare un primo stereotipo, aprendo il libro ci accorgiamo che i luoghi comuni cui gli autori danno battaglia sono molti di più. A partire da quelli riguardanti gli algoritmi, termine questo sconosciuto ai più fino a pochi anni fa, e oggi di moda nel mondo dei giornalisti, prevalentemente con connotazione negativa: Schiavi dell’algoritmo; Com’è ingiusto l’algoritmo; L’idiozia dell’algoritmo, sono solo alcuni titoli, presi di recente da periodici di grande diffusione. Ovviamente la colpa non è quasi mai dell’algoritmo, che tutt’al più è errato oppure non testato per tutte le evenienze possibili. Quindi o la colpa è del progettista che ha prodotto un algoritmo incompleto o addirittura errato, oppure l’algoritmo ubbidisce a una volontà superiore di cui è il mero esecutore, senza dubbio privo di coscienza.
Lo scopo del libro di Crescenzi e Pagli è proprio quello di fare chiarezza sul processo di risoluzione di problemi attraverso le tecnologie informatiche. Un processo che negli ultimi anni viene spesso indicato come “pensiero computazionale”, secondo il quale gli ingredienti fondamentali della soluzione di un problema sono tre: formulare il problema in modo preciso; definire un algoritmo per la sua risoluzione e codificare l’algoritmo in un programma eseguibile dal computer.
Nel libro vengono esaminate tre applicazioni utilizzate quotidianamente da milioni di persone: i motori di ricerca (come Google), i navigatori (come quelli degli smartphone) e i sistemi di raccomandazione (come quello usato da Netflix). Lo scopo è far capire cosa c’è dietro a questi sistemi veramente complicati e mostrare come una soluzione vincente dipenda da un ragionamento rigorosamente “scientifico” che consenta non solo di risolvere il problema, ma di farlo molto velocemente. Perché in fin dei conti questo è quello che ci si aspetta da un computer: che risponda in un baleno alle nostre richieste.
Il libro si conclude con un capitolo dedicato all’intelligenza artificiale e all’apprendimento automatico, argomenti di cui si parla tantissimo ma che pochi conoscono realmente e di cui è davvero difficile prevedere gli sviluppi futuri. Le reti neurali, dalle origini, cercano di imitare strategie umane, traendo ispirazione non tanto da quello che l’uomo fa, ma da come lo fa, ovvero cercando di simulare uno degli organi più importanti dell’essere umano, il cervello. Tuttavia, fino ad ora hanno funzionato maluccio, per il semplice fatto che immaginare il pensiero umano soltanto come una rete di connessioni neuronali è decisamente riduttivo. Il nostro pensiero infatti è legato alle emozioni e all’affettività e non segue una logica stringente, anzi procede a salti ed è pieno di pensieri anche contraddittori, liberamente associati tra loro. Per questo motivo l’intelligenza artificiale più recente, basata sull’apprendimento (il cosiddetto deep learning), che “impara” attraverso l’innumerevole numero di esempi tratti dal comportamento umano e registrati nella rete di internet, sta dando e darà sempre più risultati sorprendenti con cui dovremo fare i conti. Si pensa che nel corso dei prossimi anni le macchine saranno in grado di superare il famoso “test di Turing”, ovvero riusciranno a simulare il comportamento di un essere umano al punto da “ingannare” un giudice il cui compito sia proprio quello di distinguere chi, tra due interlocutori, sia l’uomo e chi la macchina. L’intento del libro è rendere accessibili concetti di base anche difficili, perché il dibattito si allarghi e la prima “macchina pensante” non ci colga impreparati: il che non è poco.
Silvia Benvenuti
Problemi, algoritmi e coding. Le magie dell’informatica
Pierluigi Crescenzi,Linda Pagli
Editore: Zanichelli
Collana: Chiavi di lettura
Anno edizione: 2017
Pagine: 192 p.
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