Lo scorso 4 marzo si è tenuta in molte sedi la fase locale della gara a squadre di matematica. Noi di MaddMaths!, dopo aver seguito in diretta da Parma la Coppa Nash e aver visto i testi dei problemi coi fumetti di Tuono Pettinato, siamo andati a cercare i quattro cospiratori che hanno tramato nell’ombra per darci questa nuova variazione sul tema delle gare a squadre: Giuseppe “Pino” Rosolini, organizzatore della gara a squadre di matematica, Tuono Pettinato, autore di fumetti (anche) scientifici tra cui Enigma. La strana vita di Alan Turing, Oramai e Albert&Me: un fumetto per Einstein gli ultimi due sotto l’egida di Comic&Science, Roberto Natalini, Direttore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” del CNR e coordinatore di MaddMaths!, e Andrea Plazzi, traduttore, saggista ed editor nonché laureato in matematica che su MaddMaths! avevamo già intervistato tempo fa e che assieme a Roberto ha lanciato Comic&Science. Abbiamo fatto loro qualche domanda, per saperne di più e cercare di scoprire quali altre sorprese ci aspettano.
Pino, lo scorso hanno hai scombussolato le carte presentando i testi dei problemi come sketch teatrali, quest’anno ecco i fumetti. Come ti è venuta questa idea?
Pino Rosolini: Ero invidioso di Roberto Natalini che è amico di tutti questi fumettisti…
In effetti, l’esperienza dell’anno scorso era stata molto interessante: scrivere i testi dei problemi in modo che le informazioni fossero distribuite meglio in tutto il testo è stato molto più facile nella forma di sketch teatrale. E anche quest’anno pensavo di usare la medesima struttura.
Poi un giorno, all’incontro settimanale con i miei collaboratori per preparare i problemi, mentre due di loro erano alla lavagna a presentare un problema, è stato chiaro che bisognava farli a fumetti. Ho chiesto immediatamente a Roberto se pensava che si potesse fare e mi ha subito suggerito Tuono Pettinato. Da lì in poi è stato in discesa.
Non hai temuto di aver osato troppo?
Pino Rosolini: Solo per la questione della precisione. Preparando un testo in LaTeX, anche un giorno prima della stampa posso correggere errori di testo. Ma il lavoro di un artista non si può correggere: è così come è fatto e basta. Perciò i testi e i disegni dovevano essere totalmente precisi e certificati prima di vedere il prodotto finale. Per fortuna Tuono, oltre che immaginare la struttura del fumetto, aveva anche risolto i problemi prima di disegnarli; era dunque perfettamente consapevole dei dettagli che dovevano apparire nel fumetto e di come rappresentare il problema.
Tuono, ormai hai una certa esperienza nel “fumettare” la scienza. Com’è in particolare disegnare la matematica o addirittura problemi di matematica?
Tuono Pettinato: Una bella sfida, disegnare la matematica! Nonostante io preferisca disegnare animaletti buffi, mi diverte molto anche riuscire a tradurre in fumetto qualcosa di complesso come una formula matematica. Il fumetto ha sempre questo pregio e questo limite, l’essere vincolato alla sintesi estrema, sia nei testi, sia nell’uso di un’immagine che renda visivamente il concetto. Quando ciò accade efficacemente, è decisamente una vittoria per il fumettista (e anche per lo scienziato, perché no!).
Pino ha capito benissimo le potenzialità di questo mezzo, e nell’arco di tempo di una merenda abbiamo schematizzato un bel po’ dei problemi previsti dal questionario mateolimpionico, scartando senza troppi ripensamenti i casi in cui il disegno sarebbe stato più fuorviante che utile nel dare agli studenti un altro punto di vista, visivo e immediato, sui quesiti da affrontare.
Andrea, sei nella posizione perfetta, l’intersezione tra il mondo della matematica e quello dei fumetti, per dirci come vedi questo esperimento. Lo percepisci più come matematica che cerca di rendersi appetibile o come fumetto che ancora una volta mostra la sua estrema versatilità?
Andrea Plazzi: Come i giornalisti, che dovendo parlare di un po’ di tutto non approfondiscono nulla (sto semplificando) con una certa soddisfazione faccio di necessità virtù: con la matematica ho lavorato ma sono un dilettante da molti anni, e del fumetto non sono un autore ma un “operatore” (eufemismo abbastanza in voga per “chi fa tutto il resto, più o meno”).
Trovo che gli aspetti che citi siamo semplicemente due modi di dire quasi stessa cosa: matematica e fumetto sono (anche) linguaggi diversi e autonomi, che potrebbero restare ciascuno nel proprio giardinetto e che invece possono collaborare con grande efficacia senza snaturarsi. L’efficacia deriva proprio dalla loro autonomia, e naturalmente dal divertimento (passione) che gli autori nei rispettivi ambiti sanno suscitare.
Roberto, secondo te come possiamo raggiungere ancora più persone e convincerle che la matematica è bella e divertente?
Roberto Natalini: I fumetti si stanno dimostrando un grandissimo mezzo per parlare di matematica in modo coinvolgente e appassionante. Nei prossimi mesi sono in arrivo diverse iniziative editoriali sulla matematica, alcune molto popolari e ancora una volta i fumetti saranno protagonisti. Ma soprattutto, per avvicinare il grande pubblico alla matematica bisogna raccontare delle storie, creare una connessione che non sia solamente intellettuale, ma emotiva ed estetica. E nonostante le presentazioni accattivanti, bisogna sempre ricordare che in primo luogo la matematica è “importante”. È importante nelle nostre vite di cittadini consapevoli di una civiltà tecnologica, in cui il “senso matematico-quantitativo” è sempre più fondamentale. È importante come punto di vista privilegiato sulla realtà.
Torniamo un attimo al testo della gara. Oltre alla presentazione a fumetti abbiamo anche un’ambientazione: Firefly. Creata da Joss Whedon come serie televisiva, cancellata (purtroppo) dopo una sola stagione, rinata come film (Serenity), ma anche serie a fumetti, gioco di ruolo e gioco da tavolo. Ha molti fan molto entusiasti, catturati da un’intrigante ricetta che mescola viaggi spaziali e vita di frontiera. Pino, come mai l’hai scelta?
Pino Rosolini: Visto che c’erano i fumetti mi sembrava che non ci fosse bisogno di nessun’altra ambientazione. Poi, quando ho iniziato a scrivere i testi definitivi, mi sono accorto che, con 12 problemi disegnati da Tuono, ne restavano 12 senza fumetti; inoltre trovavo noioso scriverli “da problemi”. E mi sono ricordato di una proposta fatta da uno dei collaboratori, Matteo Bobbio. Mi aveva suggerito, se non si riusciva a fare la gara a fumetti, di ambientare i 24 problemi riferendomi alla serie televisiva Firefly e al film Serenity.
Devo ammettere che, quando me l’aveva detto, ero rimasto molto sorpreso: non tanto per la proposta in sè, ma perché, pur conoscendo Firefly, credevo di essere uno dei pochissimi in Italia. Matteo mi ha come accecato con quella proposta. E mi sono accorto che le molte situazioni solitarie che capitano nella serie televisiva mi permettevano con poca fatica di dare un’ambientazione ai problemi che restavano senza fumetti.
E se la matematica facesse come Firefly e dopo essere passata ai fumetti arrivasse ai giochi? Roberto, dici che dopo aver avuto una gara di matematica a fumetti possiamo aspettarci un Comic&Science&Games?
Roberto Natalini: In realtà è già un po’ che stiamo pensando a giochi da tavolo in cui si potrebbe parlare di matematica. Ma come al solito l’elemento fondamentale dovrà essere la qualità artistica della realizzazione. Per i fumetti ci siamo affidati ad artisti del calibro di Leo Ortolani o Tuono Pettinato, ed è in uscita un fumetto della serie Comics&Science disegnato da Silver, su sceneggiatura di Artibani. Insomma, è solo questione di tempo e di trovare le persone giuste.
Pino, quale nuovo medium possiamo aspettarci invece per la prossima gara a squadre?
Pino Rosolini: Non te lo direi nemmeno se lo sapessi.
E per finire, Tuono, com’è stato essere presente alla gara di matematica? Ti aspettavi qualcosa del genere?
Tuono Pettinato: Pino e Andrea mi avevano anticipato come sarebbe stato assistere ad un evento così sentito, ma solo trovandomici immerso mi sono reso conto di quanto fosse appassionante. Quando al liceo avevo partecipato alle Olimpiadi della Matematica (silurato al primo turno!), il quiz non aveva la forma di gioco di squadra che ha assunto da qualche anno a questa parte, somigliava più ad un normale compito di matematica da svolgere in solitario. A Genova, alla prima selezione del gioco, si percepiva tutt’un’altra atmosfera, di divertimento, tensione, spirito di squadra e grande energia, con persino una colonna sonora vivace e rocchettara. per me è stato come assistere ad un’ora di matematica e di ginnastica simultaneamente!
Al di là del fascino della complessità del gioco, con le sue fasi e le sue strategie che sicuramente non avrò capito del tutto, l’immagine per me più emblematica della giornata, e che conserverò con più affetto, è quella dei banchi a fine gioco, quando ormai squadre e supporters stavano lasciando il palazzetto: tavoli ricoperti di fogli scarabocchiati, pieni di tentativi di soluzioni, errori, fatica, ripensamenti e giuste intuizioni, mescolati con avanzi di cibarie, panini, merende, bibite, buste di caramelle gommose. E lì nel mezzo, i miei fumettini!
[a cura di Luigi Amedeo Bianchi]