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Brevi consigli per letture matematiche. “Com’è bella la matematica: Lettere a una giovane amica” di Ian Stewart, consigliato da Alice Raffaele.

Com’è bella la matematica: Lettere a una giovane amica” di Ian Stewart, celebre matematico e scrittore britannico, è un libro a metà tra un memoir e un manuale, edito Bollati Boringhieri. Scritto in forma epistolare, è rivolto a Meg, un’ipotetica ricevente, prima bambina, poi adolescente, studentessa universitaria e infine adulta, dottoranda e infine ricercatrice.

Il libro è una raccolta di lettere in un certo senso, e purtroppo, “a metà”: abbiamo l’occasione di leggere solo gli scritti dell’autore, il celebre matematico scrittore e divulgatore Ian Stewart, e non le risposte di Meg, i suoi punti di vista, i suoi dubbi e i suoi racconti. Tutto questo dobbiamo immaginarlo a partire dalle frasi di Stewart, che ci fa intuire la crescita dal punto di vista anagrafico della ragazza, così come le nuove sfide scolastiche e formative, sempre matematiche, che le si pongono davanti.

 

Cosa vuol dire fare ricerca in matematica

Stewart presenta la professione della persona ricercatrice in matematica approfondendo varie dimensioni, dalla scelta dell’argomento al valore dei teoremi e delle dimostrazioni, dalla matematica pura a quella applicata e alla inutilità di ritenere queste distinte. Afferma anche come questo libro possa essere visto come un “aggiornamento” della “Apologia di un matematico” di Godfrey H. Hardy (recensito qualche tempo fa qui). Pensando a Meg, inoltre, si può considerare anche il problema della disparità di genere e del soffitto di cristallo in ambito accademico (di cui, per esempio, ce ne avevano parlato tempo fa alcune ricercatrici di ricerca operativa).

Com’è bella la matematica: Lettere a una giovane amica” è un libro per tutti: non è indicato solo a chi la matematica la mastica tutti i giorni, ma anche a coloro che si occupano di tutt’altro e sono incuriositi dalla materia, dal come studiarla e dal come viverla come un lavoro. Nel testo si parla di alcuni teoremi e dimostrazioni ma non appaiono formule, tuttavia c’è qualche refuso (come segnala Maurizio Codogno qui).

 

L’aspetto più importante della ricerca

C’è un aspetto che ritengo essere il più importante, o almeno, è quello che ha toccato me maggiormente: è il capitolo 14, intitolato “I gradini della carriera”, dove Stewart parla di quello che è l’ingrediente chiave per la crescita accademica, ovvero il fattore umano. E non penso che mi abbia colpito solo per il periodo instabile degli ultimi mesi, tipico di chi ha finito il dottorato da poco e si è messo a cercare una futura posizione in università, ma perché è fondamentale, non solo nella ricerca.

Qui sta il paradosso del nostro mestiere: pur essendo un’attività solitaria, a volte persino erimitica, l’aspetto più importante della ricerca non è il campo che scegli, o i problemi che decidi di affrontare, ma i rapporti che intrattieni con chi ti circonda.” – Pag. 102

Stewart sottolinea che è importante identificare il proprio ruolo all’interno della tribù. Penso che questo processo possa svolgersi con l’avvio del dottorato, quando si potrebbe avere la non sempre garantita facoltà di scegliere il proprio supervisore. Oppure ciò potrebbe avvenire anche in seguito, però ci si augura sia comunque il prima possibile. Tuttavia, penso anche che sia – che dovrebbe essere – un’attività che continui a ripetersi a ogni nuovo inizio.

 

Sul titolo italiano

Infine, una piccola osservazione sul titolo italiano dell’opera. Il libro fa parte di una serie di libri chiamata “Art of mentoring”, pubblicata tra il 2001 e il 2008 dalla casa editrice  americana. Tutti i titoli dei volumi della serie iniziano con “Lettera a un/una giovane...” e proseguono con una professione (come “avvocato” o “giornalista”), anche religiosa (come “cattolico/a”), ispirandosi alle “Lettere a un giovane poeta” di Rainer Maria Rilke.

Anche il titolo originale del libro di Stewart è soltanto “Letters to a young mathematician”, ma nella traduzione italiana è stata aggiunta la frase “Com’è bella la matematica” e quella che doveva essere la principale è diventata un sottotitolo, dove inoltre la professione è stata rimpiazzata dalla parola “amica”. Ritengo sarebbe stato più efficace adottare un approccio completamente letterale. Così, personalmente, l’ho trovato un po’ sminuente nei confronti del libro e di Stewart stesso, perché si perde proprio il messaggio significativo che l’autore voleva mandare: tutte le persone, anche le donne, possono essere matematiche.

 

Copertina di “Com'è bella la matematica” di Ian Stewart

Com’è bella la matematica:
Lettere a una giovane amica
Ian Stewart
Editore: Bollati Boringhieri
Anno edizione: 2006
Pagine: 157 p.

 

 

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