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Brevi consigli per letture matematiche. Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza di ​Ian McEwan, consigliato da Alice Raffaele.

“Per la maggior parte di noi la grandezza della scienza è più ardua da afferrare. Possiamo fare un elenco degli scienziati che, a quanto ci è stato detto, sono grandi, ma pochi di noi hanno avuto con la scienza quel genere di contatto intimo in grado di far luce sulle specifiche qualità di un qualunque specifico risultato. In parte dipende da come sono fatte le opere scientifiche: non ci invitano a entrare – tendono all’oggettività, e di conseguenza ci tengono a distanza, infestate come sono di dettagli complicati e apparentemente futili. Anche la matematica costituisce un ostacolo. Inoltre, le idee scientifiche si emancipano in fretta dai loro creatori.” – Pag. 5

Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza è una raccolta di cinque saggi brevi e o conferenze scritti tra il 2003 e il 2019. I primi due riguardano il rapporto tra letteratura e scienza e la maggiore difficoltà delle persone comuni ad afferrare quest’ultima rispetto alla comprensione della letteratura. Si percepisce una fortissima ammirazione da parte di Ian McEwan verso la scienza e la letteratura scientifica, forse anche un pizzico di invidia. McEwan ha davvero poco da invidiare agli altri scrittori, che siano di romanzi o di saggi, e ha in comune molto più di quanto pensa con quelli scientifici. Sembra quasi che McEwan abbia sempre voluto essere uno scienziato, oltre che uno scrittore; una sua aspirazione che ha provato a raggiungere non facendo ricerca scientifica ma comunque studiando e approfondendo per ogni suo libro. È infatti metodico e oggettivo, rigoroso e meticoloso. Vuole essere preciso nella sua descrizione della realtà. Che uno scienziato lo faccia con dei modelli e che lui lo faccia invece con dei periodi, in fondo, in un contesto letterario ha poca differenza. Stanno mettendo entrambi a disposizione i loro occhi e la loro mente alle altre persone; stanno usando i loro strumenti per inquadrare una piccola realtà e raccontare una storia, vera o di fantasia.

“È innegabile che si prova un piacere del tutto diverso quando uno scienziato o uno scrittore scientifico ci conduce verso la luce di un’idea potente, che a propria volta apre vie di esplorazione e scoperta che conducono nel remoto futuro, collegando tanti fenomeni diversi in tanti campi di studio diversi. Qualcuno potrebbe chiamarla verità.” – Pag. 51

Alcuni temi principali su cui si sofferma riguardano l’aspetto non tanto di competizione, ma più del detenere l’originalità di qualcosa (un’opera o una scoperta) e di quanto questo possa incidere sulla propria motivazione di portare a compimento qualcosa; su questo, illustra quanto successo a Darwin e a Einstein. McEwan valorizza inoltre anche la ricerca non negativa, in quanto consente di evitare perdite di tempo a tutti gli altri. Nonostante lo stupore e la sorpresa, comunicare la scienza non è affatto semplice.

“La tradizione letteraria scientifica è vasta, ricca e plurilinguistica. È una letteratura che dovrebbe appartenere a tutti, non solo a chi esercita una professione scientifica. È una storia di coraggio intellettuale, duro lavoro, occasionali momenti di ispirazione e ogni forma concepibile di fallimento umano. È anche un grande invito a provare meraviglia e piacere. Così come, seduti a tavola con gli amici, possiamo cantare le lodi di un programma televisivo, di una canzone o di un film anche se non siamo attori, compositori o registi, allo stesso modo dovremmo essere in grado di far nostra la tradizione scientifica e goderci questo tripudio di curiosità organizzata, questo sublime trionfo della creatività umana.” – Pag. 58

Un altro tema presente nella raccolta è la mortalità, e McEwan cita il malinconico e magnifico Philip Larkin in più punti. Un altro argomento ancora riguarda il rapporto tra scienza e religione. In particolare, McEwan riflette su quanto la scienza abbia rafforzato, anche non volendo, il pensiero apocalittico (e qui il pensiero potrebbe andare a “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia, e all’etica nelle scoperte scientifiche). Infine, l’ultimo saggio è sull’Io: si collega parzialmente alle neuroscienze, però resta più nel campo conosciuto della letteratura, ripercorrendo le opere che nella storia si sono concentrate sull’introspezione e sulla consapevolezza soggettiva. Ecco quindi Montaigne e i suoi “Saggi”, Woolf e il suo flusso di coscienza, Shakespeare e la “quintessenza di polvere” di Amleto.

“Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza” si pone quindi come una lettura “ponte” tra letteratura e scienza, per sognare le future scoperte scientifiche e le future narrazioni.

Alice Raffaele Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza Ian McEwan Traduttore: Susanna Basso, Norman Gobetti Editore: Einaudi Collana: Frontiere Einaudi Anno edizione: 2020 In commercio dal: 10 novembre 2020 Pagine: 115 p., Rilegato

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