Il prossimo Carnevale della Matematica si terrà il 14 aprile e avrà come tema l’orgoglio matematico. Francesca Carfora ci racconta il suo.
Ho sempre pensato che il mio fosse il mestiere più bello del mondo: una matematica, e per giunta una matematica applicata!
Un popolare detto ci ricorda che “Se uno ha solo un martello, tutto gli sembra un chiodo”.
Ecco, una matematica (ma anche un matematico, eh!) è la fortunata proprietaria di un fantastico strumento multifunzione, capace di rendersi utile nelle situazioni più diverse: la modellazione di fenomeni fisici o biologici, la descrizione di reti sociali, la progettazione di strutture, l’analisi e il riconoscimento di segnali e immagini in tanti ambiti, dalla medicina all’osservazione da satellite…
Non c’è bisogno di continuare:
Saper leggere il libro del mondo
Con parole cangianti …
significa, per me, allenarsi a riconoscere connessioni, analogie nella descrizione di questi fenomeni e collaborare con esperti di discipline diverse per contribuire a far crescere la conoscenza. Tutto questo sotto la spinta di una fortissima curiosità verso la matematica che sta “sotto” problemi che arrivano da ambiti molto diversi e che richiedono la fatica di trovare un linguaggio comune.
Finora ho usato quel po’ di matematica che conosco per modellare la circolazione atmosferica, per ricostruire la distribuzione di inquinanti, per identificare le differenti regioni in immagini di risonanza magnetica e per riconoscere nubi o campi coltivati in immagini satellitari, per simulare i flussi in un bioreattore o la migrazione di cellule nei tessuti, per rappresentare la trasmissione di informazioni nelle reti di neuroni, per descrivere la diffusione di popolazioni o di epidemie…
Chissà a cos’altro ancora potrò applicare questo fantastico utensile multifunzione che è la matematica!
Inoltre, una parte bellissima di questo mestiere sta nel trasmettere questa conoscenza, sia ai ragazzi e ai giovani che abbiamo la fortuna di incontrare nelle scuole che ai curiosi che affollano… (diciamo affollavano, e affolleranno ancora!) i festival e le manifestazioni di diffusione della cultura scientifica. L’entusiasmo e l’emozione che tocchiamo ogni volta che, con un gruppo di studenti, riscopriamo leggi, inventiamo procedure, intuiamo soluzioni e poi le verifichiamo; lo sguardo stupito e poi la scintilla che ritroviamo nell’adulto che si è sempre creduto “negato” per la matematica e che in un laboratorio improvvisato in piazza si scopre interessato e capace sono, per noi “comunicatori”, i più bei risultati, da custodire nel nostro curriculum accanto a quelli più comunemente apprezzati dalla comunità scientifica.
Francesca Carfora
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