Lunedì 12 febbraio, presso la Camera dei Deputati, l’ANVUR presenta il Focus sul Rapporto 2023 dedicato all’analisi di genere. Chiara de Fabritiis ne ha parlato con Alessandra Celletti, vicepresidente ANVUR, coordinatrice del gruppo di lavoro che ha steso il Focus e matematica di vasta notorietà per le sue ricerche in meccanica celeste.
L’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) ha appena pubblicato il primo dei Focus sul Rapporto 2023 e sta svolgendo una serie di eventi mirati, in cui verranno via via analizzati gli aspetti specifici di particolare interesse e rilevanza. In questo ciclo di incontri si inquadra la presentazione del Focus sul Rapporto 2023 dedicato all’analisi di genere, appuntamento che si terrà lunedì 12 febbraio dalle 15 alle 18 nell’aula dei Gruppi Parlamentari presso la Camera dei Deputati (via di Campo Marzio 78, Roma) [Per assistere in presenza occorre registrarsi a questo link e le iscrizioni sono aperte fino alle ore 12 di domenica 11 febbraio, ingresso consentito fino a un quarto d’ora prima dell’inizio alle sole persone registrate, i signori uomini sono pregati di indossare giacca e cravatta].
La Ministra per le Pari Opportunità Eugenia Roccella, il presidente dell’ANVUR Antonio Auricchio, la rettrice di Roma Sapienza e delegata CRUI alle tematiche di Genere Antonella Polimeni e la vicepresidente ANVUR Alessandra Celletti illustreranno gli aspetti salienti del Focus, curato dalla coordinatrice Alessandra Celletti e dalle dottoresse Paola Costantini, Emilia Primeri e Sandra Romagnosi.
In vista dell’evento abbiamo chiesto ad Alessandra Celletti (professoressa Ordinaria di Fisica Matematica a Roma Tor Vergata prima del distacco all’ANVUR nel 2020) di anticiparci alcuni punti salienti dell’analisi svolta.
Chiara de Fabritiis: Quali sono le principali criticità a livello di disparità di genere che emergono dal Rapporto?
Alessandra Celletti: Il Focus ANVUR sull’analisi di genere nel mondo accademico e della ricerca italiana mostra un dato molto chiaro: le donne hanno maggiori opportunità all’inizio del percorso universitario, mentre hanno minori possibilità di realizzazione ai vertici della carriera accademica. I dati mostrano che le percentuali di donne immatricolate e iscritte sono maggiori di quelle degli uomini, si prosegue con un sostanziale equilibrio nei ruoli di dottore di ricerca e assegnista, mentre inizia una divaricazione nei ruoli di Professore Associato, ancora più marcata per il ruolo i Professore Ordinario, per terminare con una notevole differenza percentuale tra uomini e donne nel ruolo di Rettore e Rettrice.
CdF: Alcune di queste problematiche sono note da tempo, quali sono i nuovi trend che emergono? Ce ne sono di positivi?
A.C.: Certamente ci sono aspetti positivi. Ad esempio, nel decennio dal 2012 al 2022 si osserva un incremento del numero di donne tra i Professori Ordinari e Associati; questo aumento è comune a tutte le aree geografiche. Per i Professori Ordinari l’aumento è più consistente nel Sud (+8,3%), nel Nord-Est e nelle Isole (con un incremento pari a +7,4%). La situazione è in miglioramento anche nel ruolo di Professore Associato con un incremento maggiore nel Nord-Est (+8,5%), nel Centro e nel Sud (+7,5%).
CdF: Le materie STEM sono sempre state quelle dove il gap fra ragazze e ragazzi è più accentuato e sono oggetto di tanti interventi specifici per la sua riduzione: si comincia a vedere un’attenuazione di questa disparità?
A.C.: Analizzando il dato solo per le discipline STEM, si osserva che nell’anno accademico 2021/22 le donne immatricolate sono pari al 39.3% e quelle iscritte sono il 37% dell’intera popolazione. Purtroppo questo dato non è sensibilmente migliorato nell’arco di un decennio, perché dall’anno accademico 2011/12 al 2021/22 la percentuale di donne immatricolate è rimasta la stessa (39.3%) e quella di donne iscritte a corsi di studi STEM è diminuita dello 0.8% (nel 2011/12 era 37.8%).
CdF: Cosa emerge dal Focus ANVUR riguardo ai dati relativi alla Matematica?
A.C.: In termini di genere i dati non sono particolarmente confortanti. Ad esempio, se si analizza il numero di assegnisti di ricerca si vede che l’area di Scienze Matematiche e Informatiche è tra quelle con il più basso numero di donne (30% circa nel 2022). A livello di Professori Ordinari tra il 2012 e il 2022 si ha un aumento solo del 3.2%, tra i più bassi di tutte le aree CUN (maggiore solo all’area di Scienze della Terra); a livello di Professore Associato, sempre tra il 2012 e il 2022, si ha addirittura una diminuzione di donne del 4.5%. C’è ancora molto da fare, ma sono fiduciosa che la situazione migliorerà nei prossimi anni.