Continuiamo con la seconda parte il nostro racconto dietro le quinte dei Romanian Master of Mathematics, con il Diario Olimpico scritto da Andrea Bianchi, che ringraziamo moltissimo.
Diario olimpico, giorno 3 (25.02.2017)
Un caffè val bene cinque minuti di gara, così i nostri concorrenti, pur di procurarsi la ristorante bevanda allungano il percorso verso il collegio Tudor Vianu e iniziano la competizione in leggero ritardo. Per qualche ragione, tuttavia, anche la gara finisce in leggero ritardo, per cui, tutto sommato, potrebbe esserne valsa la pena.
La mattinata dei leaders è invece all’insegna dell’anticipo, visto che alle 9.30, dopo la canonica mezz’ora per le domande sul testo, inizia la coordination, e alle 11.15 ITA5 e ITA6 sono già liberi. La pioggia li trattiene ancora un po’ al Vianu, ma a mezzogiorno sono già in hotel per riposare un po’.
A pranzo la squadra si riunisce al completo: i ragazzi sono abbastanza soddisfatti, tutti dichiarano di aver risolto i problemi 4 e 5 e qualcuno sostiene di aver fatto anche un considerevole progresso sul 6. La stanchezza si fa sentire per tutta la squadra, che dopo pranzo dedica qualche ora al riposo; l’appuntamento è preso per cenare tutti insieme da qualche parte, purché la correzione dei compiti non richieda troppo tempo.
A metà pomeriggio, mentre i leaders ricevono e correggono i compiti, i ragazzi si recano al centro commerciale Unirea per dedicarsi al pattinaggio su ghiaccio. ITA1 preferisce tuttavia rimanere a bordo pista, visto che il giorno prima ha quasi sacrificato una caviglia per ottenere i suoi 2000 punti nel laser game (sempre all’Unirea), e non vuole rischiare una completa slogatura, e si intrattiene con dei problemi di fisica. A dire il vero anche gli altri ragazzi hanno come primo scopo quello di verificare i principi della dinamica, ma nessuno osa verificare la conservazione del momento angolare ruotando su se stesso e poi avvicinando le braccia al busto.
A sera la squadra si riunisce al Moxa e parte alla ricerca di un ristorante in cui cenare in compagnia. La scelta ricade, dopo una passeggiata verso il centro, sul ristorante Crama Domneasca. Il servizio nel locale non si rivela dei più veloci, ma ciò fornisce alla compagnia la possibilità di parlare ampiamente del più e del meno.
A mezzanotte ognuno è tornato nella sua stanza e, in una Bucarest avvolta dalla nebbia, si chiude la giornata.
Diario olimpico, giorno 4 (26.02.2017)
La mattinata scorre tranquilla, i ragazzi non hanno nulla in programma e riposare sembra essere in generale un buon modo di impiegare il tempo, quando è possibile. Anche per i leaders tutto scorre liscio, a parte ITA2 che perde un punto sul problema 5 ma lo riguadagna sul problema 6.
Il pranzo è per tutti al liceo Vianu, ma i ragazzi mangiano al piano di sotto, mentre le vettovaglie dei leaders vengono allestite al piano di sopra. Ciò è comprensibile, giacché i leaders hanno ancora del lavoro da fare, ossia scegliere i cut-off. Nell’ultima riunione dopo il pranzo la soglia del’oro è posta a 32 punti, per cui solo sette medaglie del nobile metallo vengono aggiudicate: l’alternativa sarebbe stata un cut-off a 30 punti per 13 medaglie d’oro, ma pare che non ci fossero fisicamente 13 medaglie d’oro a disposizione, per cui la scelta è stata obbligata.
Il cut-off dell’argento è stato posto a 24 punti (21 medaglie) e quello del bronzo a 18 punti (26 medaglie). I nostri eroi si sono pertanto aggiudicati due argenti e due bronzi, portando l’Italia in settima posizione nella classifica a squadre.
È giunto il momento di spiegare per bene la questione delle squadre di diversa cardinalità, e di chiarire il criterio della classifica a squadre. Si può far partire la storia dalle IMO a Hong-Kong: ad ITA5 (che all’epoca tuttavia non portava questo titolo) viene comunicato in via informale che, per esiguità di fondi, l’RMM 2017 sarà più contenuto e verranno invitate squadre di 4 concorrenti. L’Italia pertanto si prepara con largo anticipo alla severa selezione.
Tuttavia il cambiamento non viene ufficializzato se non poco tempo prima della competizione stessa, così che molte nazioni selezionano come da prassi sei concorrenti, e si trovano poi, per non dover dire “Tu non vieni più”, a spesarne due. E fino a qui nulla di grave. Merita una menzione il caso della Serbia, i cui leaders ricevono (e trasmettono ai ragazzi) la notizia della diminuzione del numero di concorrenti proprio durante il TST per la selezione della squadra RMM.
Come se non bastasse, la Russia decide di usare l’RMM come uno dei TST di quest’anno in vista delle prossime IMO, e chiede se, a proprie spese, può portare più studenti (12); allo stesso modo e, credo, con simili intenzioni, agiscono Bulgaria (7 studenti) e Ucraina (9). Nel caso del Brasile invece è successa la seguente cosa: dopo che i primi 6 classificati erano stati convocati per l’RMM, l’ottavo e il nono classificato, provenienti dalla stessa scuola, hanno ricevuto da quest’ultima il finanziamento per partecipare ugualmente alla competizione; ma sarebbe a quel punto stato brutto lasciare a casa il settimo classificato, per cui anche il Brasile ha chiesto di portare a proprie spese nove concorrenti. Per voler sintetizzare, ognuno ha fatto un po’ come voleva, e l’organizzazione rumena non ha opposto resistenza. Forse per i ragazzi delle varie nazioni, alla fine, è stato meglio così.
La prima questione che però la giuria ha dovuto affrontare nella prima riunione del giorno 1 è stata la definizione delle regole per la classifica a squadre. Tradizionalmente si considera la somma dei tre migliori punteggi tra i sei (o meno) concorrenti di una squadra; quest’anno era importante decidere quanti (ed eventualmente quali) concorrenti di una squadra fossero papabili per la top-three della squadra stessa, visto che ufficialmente le squadre erano da quattro e che alcune nazioni non hanno proprio pensato a portare più concorrenti (ad esempio l’Italia).
Obbligare ogni nazione a scegliere a priori una sottosquadra da 4 all’interno della quale si sarebbero presi i tre risultati migliori sarebbe stato più equo, ma per evitare di discriminare, a un giorno dalla gara, concorrenti di serie A da concorrenti di serie B di una stessa squadra, quando al momento della selezione tutti avevano lo stesso status, si è deciso che i migliori tre si sceglievano in una squadra di al più 6. Così l’incombenza di dover selezionare una sottosquadra è toccata solo alle nazioni che volontariamente hanno portato più studenti, e ciò è sembrato un ragionevole compromesso.
La vittoria è comunque toccata alla Corea del Sud che con quattro partecipanti ha vinto tre ori e un bronzo. Avere una medaglia per ogni concorrente è un traguardo raggiunto, oltre che dalla Corea, solo dalla Russia (che di concorrenti ne aveva 12) e dall’Italia. Senza nulla togliere alla bravura dei nostri ragazzi, penso che in un risultato del genere si possa anche leggere il buon livello della preparazione che l’organizzazione italiana delle olimpiadi dà ai suoi studenti.
Finita la cerimonia di premiazione, dopo aver festeggiato e immortalato questo momento di letizia e soddisfazione (si veda l’allegato), è seguito il farewell banquet, sempre al Tudor Vianu. Ciò che ci ha lasciato un po’ perplessi è che, ancora una volta, i ragazzi e i leaders sono stati separati; la congettura iniziale che ciò fosse dovuto alla presenza di bevande alcoliche per i più anziani non ha trovato riscontro, per cui si è trattato semplicemente di un neo organizzativo. Tanto più che delle pietanze preparate per i leaders, appena la decima parte è stata consumata… Ma visto l’impegno generale che la Romania mette nel preparare questa competizione, si può chiudere un occhio!
Al termine della festa si torna in hotel; ancora una volta Piazza della Vittoria è piena di manifestanti, oggi saranno un migliaio (i primi erano già arrivati nel pomeriggio). Ai ragazzi viene promesso che il giorno dopo, in aeroporto, riceveranno i compiti della gara, e il senso di malinconia che precede le separazioni, a volte più forte di quello che segue, comincia a farsi sentire…